Meloni sfida Schlein sul premierato, ‘la va o la spacca’

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Le riforme istituzionali come un esame su Palazzo Chigi. E’ già successo con Matteo Renzi. A lui andò male: dopo la sconfitta al referendum lasciò la guida del governo. Il precedente non preoccupa la presidente del consiglio Giorgia Meloni che, dal palco del Festival dell’Economia a Trento, ha usato toni definitivi sul premierato: “E’ una riforma necessaria in Italia ha detto o la va o la spacca: ma nessuno mi chieda di scaldare la sedia o di stare qui a sopravvivere, non sarei la persona giusta per ricoprire questo incarico”.

Esattamente due ore e mezzo dopo, su quello stesso palco è salita la segretaria Pd, Elly Schlein, in una sorta di duello in differita, di imitazione in ritardo del confronto saltato a Porta a Porta. La presidente del consiglio e la leader del primo partito d’opposizione si sono evocate in continuazione. Anche se Schlein ha avuto il vantaggio di parlare per seconda, di poter replicare.

Sul premierato “mi potrà rispondere e mi risponderà”, ha provocato Meloni. “E’ una riforma che farà saltare l’equilibrio tra i poteri dello Stato è stata la risposta della segretaria Ne esce indebolito il presidente della Repubblica, i cui poteri per noi non vanno cambiati né toccati”.

E poi sul lavoro: “La segretaria del Pd ci ricorda i disastri della sinistra al governo”, ha detto la premier, ci dovrebbe dire “cosa ne pensa dei risultati portati da loro”. Schlein ha ironizzato: “Sull’autocritica del Pd sono campionessa mondiale, altrimenti non avrei vinto quelle primarie”. Poi ha attaccato: “Chiedo io a lei: dopo 19 mesi di governo, per quanto tempo intende scaricare le responsabilità sui governi precedenti anziché assumersi le sue?”.

Schlein ne ha approfittato anche per buttare nella mischia una frase che da giorni ripete nei comizi della campagna elettorale. Ma detta lì, su quel palco ancora fresco delle parole di Meloni, ha fatto più effetto: “Io sono sempre disponibile al confronto con Meloni, dovunque e comunque”. Ma non ci sarà. Si dovrà aspettare quello vero del 9 giugno: l’esito del voto, l’unico risultato che conta.

Meloni ha chiarito le alleanze, le strategie in Ue. Con Marine Le Pen “ci sono dei punti in comune, è evidente. Sul contrasto all’immigrazione illegale, sull’approccio alla transizione verde, sulla difesa della identità europea, ci sono dei punti di contatto”. Ma ha puntualizzato: “Non c’è in vista alcuna forma di unificazione fra il partito dei conservatori e Id”. Però, dopo il 9 giugno, “c’è una possibilità di costruire delle maggioranze diverse. Le maggioranze arcobaleno alla fine non funzionano perché non hanno una visione”.

Intanto, sull’assegno unico “abbiamo un problema che riguarda l’Ue ha detto la premier perché la Commissione apre una procedura di infrazione contro l’Italia con motivazioni surreali”. Parlando delle questioni di casa “ho sospeso” il redditometro, ha detto, “perché lo voglio vedere meglio, bisogna ragionare nel merito sulla norma migliore che sia efficace sulla grande evasione, sui fatti intollerabili, e per garantire il cittadino”.

Per Schlein è una scusa: “Il Governo è confuso, anche Meloni ha dimostrato grande incoerenza. Mi preoccupa un governo che in 19 mesi ha fatto 19 condoni: strizza gli occhi a chi fa il furbo”. In zona Cesarini, la presidente del consiglio ha anche fatto suo uno slogan targato Schlein. Parlando dell’accordo sui migranti col premier albanese Edi Rama firmato durante una vacanza, mentre i fotografi erano concentrati sul gossip ha scherzato: “Come direbbe Schlein: non ci hanno visto arrivare”.

Proprio su quello il Pd ha dato battaglia: “I centri che dovevano essere già pronti non ci sono e anche Rama ha definito l’accordo un flop”. Ma la premier ha tagliato corto: “Rama ha smentito”. A margine del Festival, Schlein ha attaccato sulla vicenda Toti: “Quello di Meloni è il silenzio degli indecenti”. Durante l’intervista alla presidente del consiglio, fuori dal teatro c’è stata la contestazione di un gruppo di anarchici e studenti, che sono però stati controllati a distanza da uno spiegamento di poliziotti in assetto antisommossa.

ANSA