(Adnkronos) Consiglio dei ministri convocato per oggi, martedì 4 giugno 2024, a Palazzo Chigi. All’ordine del giorno del Cdm, convocato alle 11.30, la sanità pubblica e il decreto legge su ‘misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie’.
Si dividerà, quindi, in due provvedimenti la strategia del governo per attaccare la piaga delle liste d’attesa nel pubblico: in Cdm subito un decreto legge ‘leggero’ che non ha sostanzialmente bisogno di risorse, poi un Ddl più ‘ragionato’ in cui dovrebbero rientrare quei provvedimenti che hanno necessità di risorse, apprende l’Adnkronos Salute dopo la riunione che si è tenuta lunedì tra le Regioni e il ministero della Salute. Riunione “con qualche imbarazzo reciproco”, è trapelato dall’incontro, perché le Regioni hanno lamentato di aver visto le bozze del Dl solo sui giornali.
“Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende” sanitarie “garantiscono al cittadino la prestazione in intramoenia o attraverso il privato accreditato” si legge nell’ultima bozza circolata del decreto legge sulle liste d’attesa. “Le modalità sono definite con decreto del ministro delle Salute da adottarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto”.
In totale 7 articoli declinano le materie toccate nel decreto legge. E, secondo la bozza, si specifica già (all’articolo 4) che per evitare abusi dell’attività in intramoenia, a scapito dell’attività istituzionale finalizzata alla riduzione delle liste d’attesa, si prevede che in ogni azienda ospedaliera le ore di attività libero professionale non debbano eccedere quella ordinaria. “Il direttore generale avrà il compito di verificare il rispetto di questa disposizione e in caso di violazione può assumere misure fino alla sospensione del diritto all’attività libero professionale”.
All’articolo 6 ci sarebbe un passaggio che prevede l’aumento per gli anni 2025 e 2026 della quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l’acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2024. Le risorse già stanziate per il 2024, inoltre, sarebbero prioritariamente destinate alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali, erogate dalle strutture sanitarie private accreditate dotate di pronto soccorso e afferenti alle reti cliniche tempo-dipendenti, conseguenti all’accesso in pronto soccorso, con codice di priorità rosso o arancio.
Il decreto contiene alcune misure d’impatto e di riorganizzazione che non hanno necessità di corpose risorse, le visite e gli esami nel weekend, ad esempio. Ma anche la piattaforma di monitoraggio delle prestazioni che sarà in capo all’Agenas, per capire il peso di domanda e offerta di prestazione; l’interoperatività dei sistemi regionali e poi una struttura ispettiva creata ‘ad hoc’; l’implementazione dei Cup regionali con il privato accreditato e l’acquisto di pacchetti di prestazioni in intramoenia. All’interno del decreto dovrebbe essere garantito l’accesso alla telemedicina anche a medici di famiglia e pediatri. Il contributo delle ‘farmacie dei servizi’, presente nelle bozze del Dl, al momento sembra “più sfumato”.
Nel disegno di legge, che avrà tempi più lunghi e metodi di confronto ‘ragionati’, perché sono necessarie molte risorse, dovrebbero confluire invece l’innalzamento del tetto di spesa per il privato e le risorse aggiuntive per il personale.
Nel decreto, secondo l’ultima bozza circolata, c’è anche un capitolo dedicato all’istituzione di una “infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale” nel decreto legge sulle liste d’attesa, secondo l’ultima bozza circolata. All’articolo 7 entra nel merito della progettazione e realizzazione dell’infrastruttura, che spetta ad Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Il sistema, secondo le intenzioni del provvedimento, eroga servizi di supporto per la gestione delle liste di attesa in varie modalità: ai cittadini per l’accesso ai servizi sanitari; ai professionisti sanitari per la presa in carico della popolazione assistita; ai medici nella pratica clinica quotidiana con suggerimenti non vincolanti; alle strutture sanitarie per la gestione e organizzazione ottimale delle prenotazioni e delle agende in relazione ai fabbisogni.
Questa norma viene intesa, secondo la bozza, come la base giuridica per far partire il supporto dell’intelligenza artificiale alla piattaforma di telemedicina, alla medicina convenzionata (medici di famiglia) per migliorare l’appropriatezza prescrittiva (ad esempio dei medici di famiglia) e l’efficientamento delle liste d’attesa. Secondo il testo, Agenas è titolare del trattamento dei dati personali e, previo parere del ministero della Salute e della Garante della privacy, con proprio provvedimento specifica i tipi di dati trattati e le operazioni eseguite all’interno dell’infrastruttura garantendo il livello di sicurezza necessario e in coerenza con le disposizioni del Regolamento Ue sulla privacy. Questo capitolo del decreto non prevederebbe oneri finanziari aggiuntivi.
“Alcune misure saranno subito operative dopo il Consiglio dei ministri. Penso all’aumento del tetto di spesa per l’assunzione del personale sanitario, che passerà dal 10% al 15%. Altre spero veramente possano esserlo con l’inizio dell’anno nuovo, dal 1 gennaio 2025 vorremmo abolire il tetto di spesa sulle assunzioni: questo rappresenta veramente un fatto epocale dopo 20 anni che esiste”, ha intanto sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ospite ieri sera di ‘Cinque minuti’, il programma di Bruno Vespa, parlando delle misure.
Per riuscire a garantire visite ed esami nei tempi giusti “stiamo lavorando. Vogliamo che se un cittadino deve fare un esame, una Tac, per esempio, entro 72 ore, la faccia. E questo è dovuto alla grande sensibilità del primo ministro Giorgia Meloni su questo tema. Ancora oggi ci sono dei contatti febbrili per cercare di rendere” il provvedimento “operativo il prima possibile. Sarebbe veramente epocale ha rimarcato finalmente far sì che quando un cittadino ha bisogno di fare una prestazione, la faccia a carico del Servizio sanitario nazionale”.
Da subito, ha confermato Schillaci, “finalmente ci sarà un’agenda unica di prenotazione, che metterà insieme tutte le prestazioni disponibili nel pubblico e nel privato convenzionato. Ancora non è così in gran parte delle regioni”.
“Sarà ribadito che non è possibile, per un medico, per una struttura sanitaria ha proseguito il ministro effettuare in intramoenia un numero di prestazioni maggiore di quelle effettuate nel pubblico, perché questo incide sulle liste di attesa. E non è possibile”. E ancora, “da subito implementeremo un sistema di monitoraggio, una piattaforma per sapere regione per regione quali prestazioni mancano per poter intervenire tempestivamente”.
Tra i provvedimenti, “è prevista per tutti gli operatori sanitari che svolgeranno un’attività di straordinario, una riduzione dell’imposta fiscale sugli straordinari. Questo è fondamentale e io credo che gli operatori sanitari risponderanno favorevolmente, oltre a essere persone di grande qualità”.
“Ci sono ha poi annunciato il ministro 80 milioni per provvedimenti legati alla salute mentale. È un problema importante, esploso soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione dopo il Covid e su questo da sempre il Governo ha avuto grande attenzione e questo provvedimento lo dimostra in maniera concreta”.
Questo l’ordine del giorno in Cdm: decreto legge su ‘misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie’ (Presidenza- Salute); disegno di legge su ‘misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie’ (Salute)”. Ed inoltre: disegno di legge su ‘modifiche alla disciplina della magistratura onoraria del contingente ad esaurimento’ (Giustizia); disegno di legge su ‘misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie’, esame definitivo (Riforme istituzionali e Semplificazione normativa).