Levante e la sua ‘Opera quotidiana’: “Una reazione poetica al peggio”

0
37

Una reazione poetica al peggio della cronaca a cui i giornali ci hanno abituato in questi anni, con la speranza di regalare bellezza. Così Levante, all’anagrafe Claudia Lagona, in un’intervista all’Adnkronos racconta la sua ‘Opera quotidiana’. Non un semplice romanzo né un album, ma un diario poliedrico che intreccia quasi 90 poesie, 13 quadri, collage e pensieri, frutto di un lungo e paziente lavoro artigianale. Attraverso questo mosaico di parole e immagini, l’artista, icona versatile della musica italiana, ci offre uno sguardo privilegiato sul suo mondo interiore, scandendo il ritmo del proprio cuore e del tempo che scorre – un tempo che, in fondo, riflette l’esperienza universale. “L’idea di ‘Opera Quotidiana’ è nata nel febbraio 2022, da una sensazione particolare”, racconta l’artista. “Ero solita comprare i quotidiani e la cronaca di quel periodo, tra il conflitto ucraino-russo e la situazione politica italiana, era davvero pesante, mi spaventava. Eppure, i titoli di giornale, pur riferendosi a eventi drammatici, mi suggerivano qualcosa di diverso, di poetico. Ho iniziato a ritagliarli e collezionarli, usandoli come base per comporre poesie e pensieri”.

Opera Quotidiana si sviluppa così in un viaggio a più livelli. Il libro è suddiviso in sei sezioni che seguono i momenti della giornata – alba, mattina, pomeriggio, tramonto, crepuscolo e notte – ognuno introdotto da un collage. “È stato un lavoro intenso e lungo, forse il più lungo tra i miei progetti, sicuramente più impegnativo della scrittura di un disco. È stato anche un’esperienza coinvolgente, quasi una droga”. Per oltre due anni, Levante ha ritagliato, mescolato e riassemblato parole di cronaca, trasformandole in versi poetici, in un processo di “oblio” necessario per distaccarsi dal peso degli eventi originali e dare spazio a nuove emozioni: amore, sesso, mancanza, famiglia, nascita.

Un’opera che nasce dal buio, ma che aspira a generare bellezza. “Spero sempre di circondarmi di bellezza e di poterla regalare. È una cosa che mi fa stare bene. Sono un’esteta, amo vivere in un modo diverso a quello che purtroppo siamo destinati spesso ad accogliere e incontrare. Questa è la potenza dell’arte e della creatività in sé”. L’artista si apre anche su un periodo difficile segnato dalla depressione post-parto, un’esperienza intensa che l’ha portata a confrontarsi con un corpo e una mente in “totale subbuglio”. “Gli ultimi anni sono stati un po’ duri. Ho vissuto una depressione molto importante, quindi il gesto quotidiano era il presente, ma spesso sono andata a cercare le emozioni del futuro o quelle del passato. Io purtroppo ho una malattia che si chiama nostalgia, che mi accompagna da tanto tempo, e quindi spesso mi nutro di quel pozzo pieno di ricordi, di sensazioni, di emozioni”. E confessa: “Io invece amo andare nel passato, è una cosa che non mi limita a vivere il futuro e il presente. Però appunto, quando il presente si fa duro, il passato inizia a giocare”.

Il post parto, confessa l’arista, “è stato un momento molto intenso. Bisogna fare i conti con un corpo in totale subbuglio, anche dal punto di vista biologico e ormonale. Sei in preda a un assestamento ed è proprio la testa e il corpo che non rispondono come tu vorresti. Dopo il parto ho faticato a trovare un equilibrio, ma fortunatamente ci sono riuscita”. E in questa nuova Levante, più adulta, c’è Alma, la figlia di due anni e mezzo, fonte inesauribile di energia, gioia e tenerezza, ma anche di piccole sfide quotidiane. “Una bambina estremamente attiva, acuta, intelligente e simpatica. A volte un piccolo diavoletto che insegna il mondo”.

Levante non dimentica la musica e rivela di essere al lavoro sul suo sesto album. “Sto scrivendo il disco nuovo ma mi prendo il tempo necessario”, dice. Un progetto che sta affrontando con la serenità di chi si concede i tempi giusti per metabolizzare le esperienze e trasformarle in musica. Il nuovo album è previsto per il prossimo anno. “Sto sognando di far uscire qualcosa di nuovo un po’ prima, ma non credo che ci riuscirò. Ho fatto la scelta di prendermi un tempo sano per metabolizzare le cose che vivo e trasformarle in musica”. E un ritorno a Sanremo per ora è escluso.

L’artista riflette anche sul panorama musicale attuale. In un contesto dominato da generi come rap e trap, il cantautorato rappresenta una forma di resistenza? “Credo sia sempre stato così. Se vogliamo parlare di numeri, è difficile vedere cantautrici e cantautori tra i primi posti perché il cantautore riflette e chiede di riflettere e a volte si preferisce leggerezza”. E sui testi di rap e trap, spesso oggetto di polemiche, Levante si concentra sulla coerenza tra parole e azioni: “Il problema, credo, non sia tanto il contenuto in sé, ma la coerenza tra il racconto e il comportamento dell’artista. Forse è più contestato l’atteggiamento che si mostra. D’altra parte, però, ci sono artisti che non usano un linguaggio esplicito nei loro lavori ma mostrano comportamenti ben più maschilisti di altri. Per questo motivo, non mi pongo troppe domande su questo tipo di polemiche. Onestamente, mi interessano relativamente poco”.

Motivo per cui Levante dichiara di non porsi limiti anche nelle collaborazioni: “Non c’è mai stato un pregiudizio. Ho sempre dato la precedenza alla musica”. E tra gli artisti sogna un duetto con Tamino Amir e apprezza profondamente l’originalità di Calcutta e la sua poetica urbana. E se dovesse arrivare la telefonata di Carlo Conti per Sanremo 2025, Levante non ha dubbi: “Non ci vado. Mi sto prendendo il tempo di scrivere questo disco con la massima serenità. Voglio farlo con un grande relax per fare veramente un discone”. di Loredana Errico