Sciopero, cortei in tutta Italia. Sindacati: “Adesione oltre 70%”

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(Adnkronos) Lavoratori in piazza oggi 29 novembre in tutta Italia, per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil con lo stop per trasporti, scuola e sanità. Da Milano a Napoli, passando per Roma e Torino, sono migliaia a manifestare in piazza contro la manovra. 

“Più di 500mila persone oggi in tutta Italia hanno scelto di essere in piazza per difendere la libertà e i diritti di tutti. Il messaggio è molto chiaro: la piazza non si precetta”, le parole del leader della Cgil, Maurizio Landini, dal palco della manifestazione di Bologna. “Noi siamo qui per difendere l’integrità della persona umana che per vivere ha bisogno di lavorare e chiediamo – ha ribadito il segretario – che al centro della discussione politica e sociale in Italia e in Europa torni ad esserci la persona e il lavoro e non il profitto, il mercato, la speculazione finanziaria”. 

“Adesione altissima allo sciopero già nei primi turni di lavoro: oltre il 70% delle lavoratrici e dei lavoratori ha incrociato le braccia in tutta Italia in occasione dello sciopero generale proclamato per la giornata di oggi da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del governo”. Lo riferiscono i sindacati in una nota, ricordando i punti al centro della mobilitazione: “Aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici, investire nelle politiche industriali”. Dai primi dati raccolti dalle confederazioni, si toccano punte del 100% con numerose aziende ferme, come la Heineken di Taranto, la Sammontana di Firenze, la Citterio di Parma, la Lagostina di Novara e la Dana di Reggio Emilia. Si sono astenuti dal lavoro tutti gli addetti somministrati della Beko di Varese. 

Altissima la partecipazione in tutti i settori produttivi e in tutto il Paese: 85% alla Ferrarelle in Valle Camonica, alla Lavazza di Vercelli, alle Acciaierie Beltrame Vicenza, nei punti vendita Coop e IperCoop della Liguria e alla Carrefour di Carugate (MI); 80% alla Siemens di Trento e alla Leonardo di Pomigliano d’Arco; 98% tra i somministrati della Lamborghini di Bologna; 90% all’Ikea di Genova, alla Pirelli di Settimo Torinese e alla Fincantieri di Castellammare di Stabia; 75% a Poltrona Frau di Macerata, alla Italcementi di Brescia e alla Fincantieri di Palermo; 95% alla Isab di Siracusa. Elevata l’adesione anche nel settore della conoscenza, con tante scuole completamente chiuse nelle maggiori città italiane. Grandissima partecipazione alle 43 manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta la penisola. Più di 50 mila al corteo di Bologna, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. E oltre 30 mila a Napoli, con il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. 

Momenti di tensione a Torino Porta Nuova, dove i manifestanti in corteo hanno tentato di entrare nella stazione. Il blitz è stato inizialmente impedito dalle forze dell’ordine con cariche di alleggerimento. Al termine del corteo però, un gruppo di manifestanti dello spezzone studentesco e universitario utilizzando gli ingressi della metropolitana di Porta Nuova ha raggiunto con la metro la stazione di Porta Susa dove sventolando una bandiera palestinese sono scesi sui binari 1 e 2 della stazione bloccando la circolazione. L’occupazione è durata in tutto dieci minuti. 

In precedenza, sempre gli studenti appartenenti ai collettivi universitari, dopo aver sfilato in coda al corteo promosso da Cgil e Uil contro la manovra economica del governo, sono arrivati sotto la sede della Prefettura dove hanno lanciato fumogeni e uova contro le forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa. Gli studenti hanno sfilato al grido di Free Palestine. 

Poi, al termine del corteo e al grido di ‘al rogo’ e ‘dimissioni’ davanti alla stazione di Porta Nuova, sono stati bruciati un fantoccio di stracci con la foto del ministro Salvini e le foto del premier Meloni, del ministro Crosetto e del ceo di Leonardo, Cingolani. 

“Le piazze non si precettano. Abbiamo già dati di adesione altissimi, è una giornata importantissima ed è la migliore risposta che ci può essere ed è il segno che la maggioranza di questo Paese chiede di cambiare delle leggi balorde e che il lavoro e la dignità delle persone tornino ad essere al centro. E’ un messaggio fortissimo per continuare ad andare avanti e piazze così piene dicono che siamo sulla strada giusta”, ha detto intanto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, a margine del corteo organizzato a Bologna. 

“La risposta che sta arrivando è una giornata di mobilitazione come da tempo non si vedeva. Per quello che ci riguarda ha detto ancora il numero uno Cgil questo significa non limitarci alla protesta oggi. Oggi inizia un percorso di mobilitazione per rivoltare come un guanto questo Paese. Basta ingiustizie, basta precarietà”. 

“Noi ha spiegato vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese, e per rivoltarlo c’è bisogno della partecipazione di tutte le persone. La rivolta sociale per noi significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un’altra parte di fronte alle ingiustizie, deve passare l’idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione”, ha spiegato ancora il leader sindacale. 

“E’ in discussione in Parlamento un decreto che viene chiamato decreto sicurezza, che noi chiediamo che sia ritirato ed è una delle richieste anche di questa giornata di mobilitazione. Vuole addirittura far diventare un reato lo sciopero, i blocchi stradali, le occupazioni delle fabbriche quando chiudono, quindi è chiaro che siamo di fronte al tentativo serio di una svolta autoritaria che mette in discussione la libertà di esistere e la libertà delle persone”, ha detto ancora il segretario. 

Con la manovra il governo “aumenta le tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati” e “non sta tassando i profitti, non sta tassando le rendite, non combatte l’evasione fiscale”, ha poi spiegato Landini. 

“Nel 2024 l’Irpef, che è pagata al 90% dai lavoratori dipendenti e pensionati, ha aumentato le entrate per lo Stato di 17 miliardi ha aggiunto e noi stiamo chiedendo che quei 17 miliardi tornino a chi ha pagato quelle tasse investendo sulla sanità pubblica, facendo le assunzioni nei pubblici dipendenti, mettendo i soldi per aumentare i salari, riducendo la precarietà, facendo ripartire gli investimenti”, ha detto ancora Landini aggiungendo come “stiano facendo una manovra che ancora una volta colpisce il mondo del lavoro, in particolare i lavoratori dipendenti e i pensionati ed in particolare colpisce i giovani e le donne che sono quelle più colpite dalla precarietà nel lavoro”. 

“I sindacati, quelli seri, rivendicano aumenti salariali e sicurezza sul lavoro. Non stanno nei salotti”, ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dal palco della manifestazione di Napoli parlando di quelle sigle che non hanno aderito allo sciopero. “I prezzi aumentano, gli stipendi non bastano. Non possiamo dire alle persone che rappresentiamo che siamo contenti perché le condizioni ‘non peggiorano’”, ha incalzato il leader di via Lucullo. 

La mobilitazione nazionale contro la manovra, proclamata da Cgil e Uil, coinvolge i settori pubblici e privati, dalla sanità alla scuola, dalle fabbriche alle poste, passando per giustizia, commercio, ministeri e vigili del fuoco. Per tutti i settori coinvolti, lo stop previsto è di otto ore o per l’intero turno di lavoro. Sciopero ridotto invece a quattro ore dalle 9 alle 13 per il trasporto pubblico, aereo e marittimo, per la precettazione del Mit. 

Escluso del tutto il trasporto ferroviario perché sulla base delle rilevazioni del Garante scioperi era stato già sfilato dalla lista dei settori aderenti alla mobilitazione nel rispetto della ‘regola dei dieci giorni’. 

Sono diverse migliaia le persone scese in strada oggi a Milano per la manifestazione organizzata da Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale contro la manovra. Il corteo, con destinazione piazza San Babila, è partito pochi minuti fa da corso Monforte, imboccando viale Bianca Maria. La destinazione è piazza San Babila, dove è previsto il comizio finale. Dopo gli spezzoni iniziali di Cgil e Uil, sfila il comitato provinciale di Milano. In piazza sventolano anche bandiere di Pd, Avs, Rifondazione comunista, della Palestina e della Pace. In parallelo è in corso la manifestazione organizzata dai sindacati di base, con partenza da piazza Fontana e arrivo in piazza della Scala. I due cortei, non distanti, non è previsto che s’incrocino. 

“Siamo 20 mila”. Così dal palco allestito in piazza Castello l’annuncio dato all’arrivo del corteo dei lavoratori scesi in piazza questa mattina a Torino per lo sciopero regionale promosso da Cgil e Uil del Piemonte contro la manovra del governo. Alla manifestazione promossa nell’ambito dello sciopero generale indetto a livello nazionale dai due sindacati sono arrivati lavoratori da tutto il Piemonte con 52 pullman provenienti da tutte le province della regione. 

Circa seimila persone stanno partecipando a Genova allo sciopero generale di questa mattina indetto da Cgil e Uil contro la manovra del governo Meloni. Manifestanti sono arrivati da tutte le province ligure, al concentramento in piazza Acquaverde, davanti alla stazione di Principe sono arrivati 22 pullman con lavoratori da tutta la Liguria. La precettazione del ministro dei trasporti Matteo Salvini ha diminuito le modalità dello sciopero; per quanto riguarda i trasporti, a Genova l’astensione dal lavoro dei lavoratori Amt è prevista fino alle 13. Il corteo è in movimento verso piazza Matteotti, dove sono previsti gli interventi dei rappresentanti di Cgil e Uil. “Il governo ci infliggerà sette anni di austerità, con perdita del potere d’acquisto, crescita della povertà, tagli a sanità, istruzione e trasporto pubblico, nessuna risposta all’emergenza abitativa”, tra le ragioni dello sciopero di oggi, ricordate dai manifestanti durante il corteo. 

Il simbolo della manifestazione che da Porta Gae sta sfilando verso il centro di Bologna sono i gilet di colore rosso con la scritta “è il momento della rivolta sociale”. Se ne vedono a centinaia tra le vie del capoluogo emiliano in questa mattinata di protesta organizzata dalle maggiori sigle sindacali del Paese (ma senza la partecipazione della Cisl). La maggior parte vengono indossati dagli operai e dalle operaie delle aziende emiliane che manifestano per chiedere più tutele al governo e una maggior presa di responsabilità da parte delle aziende del territorio. In particolare, come riportato da diversi lavoratori aderenti allo sciopero, i cartelli con le scritte “diritti”, “futuro” e “dignità” sono indirizzati a Confindustria Emilia Area Centro, che in queste ore è finita nella bufera per il volantinaggio operato nelle fabbriche e negli stabilimenti industriali di Bologna e provincia a favore di Federmeccanica. “Invece che fare azioni disgustose come quelle dei volantini, gli industriali facciano qualcosa per contrastare il precariato. Si riempiono la bocca di buone intenzioni, ma non fanno nulla per l’orario di lavoro i livelli occupazionali femminili”, dice una manifestante in marcia da Porta Gae verso il centro città. 

“Salvini ci conti, siamo oltre 70.000”. Lo ha detto il segretario regionale della Cgil Toscana, Rossano Rossi, a proposito del corteo in corso a Firenze in occasione dello sciopero generale. La manifestazione è sfilata per le vie del centro storico e i lungarni, aperta dallo striscione “Per cambiare la manovra di bilancio”. “Questo governo non vuole sentire chi dissente da lui, e per questo motivo cerca di impedirci di manifestare, ma la risposta di stamani mi sembra abbastanza chiara ha dichiarato Rossano Rossi, segretario Cgil Toscana Il paese è in una crisi paurosa, piagato dalla povertà e dalla precarietà in aumento. Avremmo avuto bisogno di una legge di bilancio con interventi per sopperire ai problemi di salario, con una riforma fiscale più giusta, e invece è Robin Hood alla rovescia: si fa pagare le fasce deboli della popolazione, è una Finanziaria classista”. 

Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, ha osservato: “Stiamo ascoltando il paese reale che grida che non ce la fa più ad arrivare a fine mese: pensionati, lavoratori dipendenti privati e pubblici, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Servono risorse per i salari, per le pensioni, e servono risorse per uno stato sociale efficiente, per una sanità aperta a tutti, una sanità pubblica per tutti i cittadini”. In piazza anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani (“La legge finanziaria è una legge che chiaramente tartassa i lavoratori, ma anche gli enti locali e la Regione”) e la sindaca di Firenze, Sara Funaro. 

Partito da piazza Indipendenza, è arrivato in piazza Barberini a Roma il corteo dei Cobas, organizzato in occasione dello sciopero generale di oggi. Tra le sigle presenti, Cub, Sgb, Unione sindacale italiana, Assemblea costituente lavoratori dello spettacolo, Rete ricerca e università per la Palestina, Lavoratori Aci informatica. Qui ora si svolgerà il comizio finale della manifestazione per dare voce alle ragioni della protesta. 

Sono almeno in 30mila oggi in corteo a Napoli per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la manovra di bilancio del Governo. E’ la stima di Cgil Napoli e Campania. “Non consentiremo che qualcuno disegni per la Campania un futuro senza fabbriche, fatto di emigrazione obbligata, assistenzialismo e diseguaglianze. Il Sud è anche industria, produzione, tecnologia, innovazione, competenze, maestranze. Con 5 miliardi e 300 milioni di euro in meno per il Mezzogiorno, come ci ricorda la Svimez, gli effetti finanziari della manovra saranno devastanti. Questo Governo sta per decidere che tutte le crisi aziendali, per le realtà al di sotto dei 250 dipendenti, saranno scaricate sulle Regioni, lavandosene le mani e scaricando sul territorio la ricerca di soluzioni che solo il Governo deve trovare. Siamo ancora in attesa di soluzioni per Jabil, Dema, IIA, Softlab, Conbipel, Gesco, Beco, Nuroll, TTA, per le lavoratrici e i lavoratori in somministrazione delle Questure e delle Prefetture, per i precari della scuola e i ricercatori e per i tanti che sono senza più ammortizzatori sociali e sostegni al reddito”, dice il segretario generale Nicola Ricci, anticipando ai giornalisti il contenuto dell’intervento che terrà a piazza Matteotti al termine del corteo.  

“I tagli alla cultura fanno sparire altri 400 milioni. Fondazioni, enti lirici, cinema, teatri, rischiano in occupazione e sviluppo. Sono con noi in piazza i lavoratori del Centro produzione Rai: la manovra prospetta tagli al personale e il blocco del rinnovo del Contratto. Sono con noi tanti Amministratori locali, i sindaci dell’Alto Tammaro, insieme alle maestranze lanciano il grido d’allarme per la Ficomirrors. Un’azienda che dà lavoro ad oltre 250 persone”. “I trasporti ha aggiunto Ricci hanno bisogno di più risorse economiche al fondo nazionale dei trasporti. Mancano 1600 milioni che servono per migliorare la mobilità nel Paese e per rinnovare anche il contratto del Trasporto Pubblico Locale Autoferrotranvieri. Napoli è la terza città in Italia ma rischia di diventare un settore senza possibilità di esercizio commerciale”. “La nostra regione con 70 morti sul lavoro nel 2024 ha concluso Ricci è uno dei territori più funestati da questa tragedia. Ciò impone ogni giorno riflessione, denuncia e interventi urgenti, non solo nel settore dell’edilizia. La manovra va cambiata, diventa necessario rafforzarla con risorse e interventi, perché nel Mezzogiorno vanno salvaguardati i livelli occupazionali e produttivi”. 

Il mondo del lavoro incrocia le braccia oggi anche a Palermo per la giornata di sciopero generale indetta da Cgil e Uil. Nel capoluogo siciliano i lavoratori si sono radunati a piazza delle Croci per un corteo che arriverà sino a piazza Verdi dove si terrà il comizio conclusivo. In piazza i lavoratori delle principali aziende metalmeccaniche, a partire da Fincantieri, edili, del commercio e del terziario, dei trasporti, dell’agroindustria, della funzione pubblica e della sanità, delle scuole e dell’Università, dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, i precari, i rider, i pensionati.  

La Fiom, di primo mattino, certifica un’adesione da parte dei lavoratori dei Cantieri Navali del 75%, alla Selikab di Carini sciopera il 65% dei lavoratori, agli ascensoristi di Schindler l’80% dei lavoratori. Alta la partecipazione del settore edile: al cantiere dell’anello ferroviario della D’Agostino incrocia oggi le braccia il 100% dei lavoratori, fa sapere la Fillea Cgil, e al cantiere del centro Rimed di biotecnologie il 60% dei lavoratori della Italiana Costruzioni, alle Cementerie il 40%. All’Amap, l’azienda partecipata del Comune che gestisce il servizio idrico, si registra un’adesione del 50,62% dei lavoratori del settore energetico rappresentati dalla Filctem Cgil. Nell’agroindustria si contano già le prime adesioni raccolte dalla Flai Cgil: nel settore pesca il dato della Co.ge.pa parla del 100% di adesione e nell’agroindustria all’azienda Feudo Disisa adesione riscontrata del 50%. Altissima anche la presenza degli stagionali del settore agricolo al corteo. Nel commercio la Filcams Cgil dà conto della partecipazione in un’azienda del settore come Lidl, con il 20% dei lavoratori allo sciopero.  

Nel settore dei trasporti, la Filt Cgil evidenzia l’adesione presso la New Coop, azienda della logistica. E Nidil aggiunge il dato dell’adesione del 40% dei lavoratori somministrati di Temporary in missione presso Ast, l’Azienda siciliana dei trasporti. Nel settore delle telecomunicazioni, tra i primi dati della mattinata a giungere dalla Slc Cgil è quello della Fibermind, azienda progettazione reti, col 30%o. Nel comparto del pubblico impiego, la Fp Cgil conferma l’adesione del 50% dei lavoratori e delle lavoratrici della Città Metropolitana (ex Provincia). 

Il ricorso rigettato dal Tar è quello di Cub e Sgb, il primo che è stato presentato” contro la precettazione firmata dal ministro Salvini per ridurre l’orario dello sciopero generale nel Tpl a quattro ore, dice intanto all’Adnkronos Domenico Teramo, esecutivo nazionale confederazione Cobas, al corteo che si sta muovendo da piazza Indipendenza a Roma. “Lo sciopero inizialmente è stato indetto da Cub e Sgb continua Teramo poi anche noi abbiamo indetto lo sciopero per la stessa giornata e così Cgil e Uil. A fronte della prepotenza di Salvini, poi, ci sono stati più ricorsi. Quello di Cub e Sgb è stato il primo”.  

“Sistematicamente succede che il Tar, in urgenza, boccia i ricorsi, poi entra nel merito, per esempio l’anno scorso ci ha dato ragione stabilendo che quello di Salvini era stato un abuso di potere. Ora il Tar sta ripetendo la stessa cosa”.