Gaza, si media per la tregua: Hamas invia a Egitto lista ostaggi

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(Adnkronos) Continuano le trattative per una tregua nella guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo quanto scrive il giornale Al-Araby Al-Jadeed in un articolo rilanciato dal Jerusalem Post, il movimento islamico avrebbe presentato ai mediatori egiziani un elenco iniziale con i nomi di ostaggi che potrebbero essere inclusi in un eventuale accordo per la liberazione delle persone tenute prigioniere nell’enclave palestinese da oltre un anno in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi in Israele. Nell’elenco ci sarebbero quattro ostaggi con la cittadinanza americana, oltre ad anziani e persone malate. Hamas avrebbe anche presentato un elenco con i nomi dei detenuti palestinesi dei quali chiede il rilascio. E, secondo Al-Araby Al-Jadeed , una delegazione israeliana dovrebbe essere oggi al Cairo per ulteriori colloqui. 

 

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ordinato alle Idf di assumere il controllo completo della zona cuscinetto tra Israele e Siria, dopo che ieri l’esercito ha iniziato a dispiegarsi nell’area. Katz ha inoltre ordinato all’esercito di creare una “zona di sicurezza libera da armi strategiche pesanti e infrastrutture terroristiche” nella Siria meridionale. Lo riporta il Times of Israel. 

Nel fine settimana le forze di terra israeliane sono avanzate oltre la zona demilitarizzata al confine tra Israele e Siria, segnando il loro primo ingresso in territorio siriano dalla guerra di ottobre del 1973. Lo scrive il New York Times, citando due funzionari israeliani che hanno parlato con il giornale in condizione di anonimato. Lo spiegamento di truppe israeliane è avvenuto in un momento in cui i gruppi ribelli in Siria hanno tentato con successo di cacciare il presidente Bashar al-Assad dal potere e dal Paese, spingendo gli stati vicini a prepararsi a una maggiore instabilità regionale causata dalla sua improvvisa caduta e fuga. 

Le forze israeliane hanno preso il controllo della cima del monte Hermon, sul lato siriano del confine, nonché di numerose altre località ritenute essenziali per il controllo della zona. Il tenente generale Herzi Halevi, capo di stato maggiore militare israeliano, è sembrato confermare sabato sera che le forze israeliane erano andate oltre la zona cuscinetto demilitarizzata sulle alture del Golan, affermando che Israele aveva “schierato truppe in territorio siriano”, sebbene non abbia fornito ulteriori dettagli. Israele opera segretamente in Siria da molti anni, nel contesto dell’attuale conflitto con Hezbollah, il gruppo militante libanese sostenuto dall’Iran che ha combattuto in Siria a sostegno del governo di al-Assad, ora detronizzato. 

Nel fine settimana, l’aeronautica militare israeliana ha colpito anche obiettivi in Siria per distruggere risorse militari governative che potrebbero cadere nelle mani delle forze ribelli e sono considerate minacce strategiche da Israele, hanno affermato i due funzionari, secondo i quali queste risorse militari siriane avevano già rappresentato un rischio per Israele, rischio che ora potrebbe essere aggravato da elementi estremisti tra i ribelli, che potrebbero prenderne il controllo e usarli contro Israele.