‘Gift of giving’, presentato il progetto a Palermo

0
8

“Gift of Giving: Il Dono del Dare – La Bellezza Sospesa”. Si chiama così il progetto presentato a Palazzo dei Normanni a Palermo che ha come obiettivo di sostenere le donne malate di tumore o vittime di violenza, aiutandole a recuperare la propria immagine e a riscoprire la consapevolezza di sé. E’ un progetto innovativo e solidale che rappresenta un esempio di come la Medicina Estetica possa diventare uno strumento di inclusione sociale e di supporto psicologico. progetto si propone di offrire terapie di Medicina Estetica gratuite, erogate da un team multidisciplinare di professionisti come parte di un percorso di rinascita fisica ed emotiva. Grazie alla solidarietà il progetto si avvale della collaborazione con l’Associazione Thamaia, che dal 2001 opera a Catania e provincia con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di donne e minori che vivono in situazioni di violenza e maltrattamento familiare. Il progetto ha come finalità principale quella di accompagnare queste donne nel percorso di riconquista della propria autostima e bellezza interiore, compromesse dalla violenza subita, attraverso trattamenti di Medicina Estetica pro bono. Questi interventi mirano a ricostruire l’immagine di sé, favorendo il benessere psicologico, fisico e sociale come diritti fondamentali di ogni individuo.

Alla presentazione hanno partecipato il Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore alla Salute Giovanna Volo. Sono intervenuti l’ideatrice del progetto, Cristina Virzì, medico chirurgo, Anna Agosta, Presidente dell’associazione Thamaia, Isabella Palmieri, chirurgo plastico, l’avvocata Elisa Demma, Presidente del Movimento forense, il gip Fabio Pilato e Anna Amoroso, sociologa. “Gift of Giving: il dono del dare la Bellezza sospesa” é un progetto di Medicina Estetica Sociale che nasce da un personale senso di responsabilità etica e sociale che sento da donna, da madre, da medico e da imprenditrice e che é quello di offrire e garantire un momento di cura inclusivo alle donne oncologiche e che hanno subito violenza- ha spiegato Cristina Virzì- Sono convinta che per combattere certi stereotipi occorra un cambio di passo, un gesto rivoluzionario che veda nella solidarietà il suo snodo centrale. Anche nell’ambito della Medicina Estetica, intesa nella sua valenza funzionale e riabilitativa. La Bellezza deve essere democratica e appartenere a tutte le donne, come concetto intimo e universale”.

E ancora: “Attraverso il coinvolgimento di tutti gli stakeholders interni ed esterni alle nostre realtà lavorative possiamo creare un circolo virtuoso e diventare, ognuno per la sua parte, uno strumento di promozione sociale. Aiutare queste donne a recuperare la loro immagine e la loro autostima consentirà loro di acquisire maggiore consapevolezza e ri-nascere e a ri-conoscersi, oltre la violenza, oltre la malattia”.

“É stato per me motivo di orgoglio e soddisfazione verificare il consenso trasversale rispetto al progetto da parte delle Autorità e di tutti gli intervenuti, in una cornice come quella di Sala Pio La Torre espressione di quella Bellezza universale che é farmaco dell’anima, come la scienza ci suggerisce”, ha aggiunto Cristina Virzì. Il magistrato Fabio Pilato, gip a Palermo, ha parlato del “narcisismo patologico o maligno” che “è un disturbo grave della personalità, una malattia vera e propria della mente, inserito nel DSM e che spesso è accompagnato da altre sindromi bipolari, bordeline di schizofrenia etc”.

“L’analisi dei casi più eclatanti di femminicidio e violenza di genere ha consentito ai criminologi di individuare una ricorrente matrice narcisistica maligna ed elaborare la figura del “reato narcisistico” o a “matrice narcisistica”, forma delittuosa che ripete le caratteristiche del delitto d’autore spiega il gip -Ricorrono infatti una serie di costanti, soggettive e oggettive, che accomunano i vari episodi. A titolo meramente esemplificativo: si tratta di delitti commessi da persone che non hanno una storia clinica o criminale, soggetti incensurati conosciuti nei loro ambienti come persone mansuete tranquille riservate, al di sopra di ogni sospetto, almeno in apparenza; identiche modalità di conduzione della relazione amorosa, dove all’iniziale amorevolezza va lentamente sostituendosi la denigrazione e demolizione dell’altro, scenate di gelosia possessività e scatti improvvisi di collera, improvvise sparizioni e riapparizioni; incapacità di accettare il rifiuto, l’abbandono, la fine di un rapporto. Non si tratta di delitti passionali e l’amore non c’entra proprio nulla nel femminicidio commesso dal narcisista patologico. C’è solo il tentativo di riappropriarsi dell’oggetto che vuole sfuggire al controllo e che ravviva così il totale difetto di autostima di cui il narcisista maligno è portatore; particolare efferatezza dell’omicidio, perché al narcisista non basta la semplice soppressione della donna ma serve accanirsi contro di lei”.

“La conoscenza del tipo psicologico, costituisce dunque la prima forma di tutela per le donne che devono essere in grado di riconoscere fin dall’inizio della conoscenza le spie di un comportamento malato e sottrarsi alla spirale di violenza e di morte prima che si inneschi la progressione criminosa”, conclude Pilato.