Come funziona il rimborso delle trasferte ai ministri non eletti

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   Ancora diversi per stipendio ma uguali sui rimborsi spese di trasferta. Da gennaio i ministri e sottosegretari, che non sono deputati o senatori e non sono residenti a Roma, potrebbero aver diritto a un rimborso per le trasferte ‘ministeriali’.

   In particolare, le spese sostenute da e per il tragitto residenza/domicilio fino al luogo di lavoro come voli, treni o auto. Oggi i ministri non eletti le pagano di tasca propria. Dal 2025 invece lo Stato garantirebbe un tesoretto di 500 mila euro l’anno che, spalmati sui 18 politici in causa e secondo un calcolo puramente aritmetico, darebbe a ciascuno altri 2300 euro circa al mese, al massimo. Sulla carta, a beneficiarne sono 8 ministri e 10 sottosegretari e viceministri a partire da Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

    E’ la novità aggiunta alla legge di bilancio con l’emendamento proposto dai relatori che ha riscritto e corretto quello precedente che puntava ad allineare il compenso dei ministri non parlamentari (oggi più basso) a quello dei ministri che si dividono tra Palazzo Chigi e le Camere. Il primo emendamento puntava alla parità dei ministri sulla busta paga.

    Ora, e dopo le polemiche e le critiche delle opposizioni, la ‘livella’ passa agli spostamenti casa-ministero. Diventerebbero, insomma, ‘pubbliche’ esattamente come le spese di viaggio e pernottamento legate a una trasferta di lavoro.

    Tuttavia la nuova versione dell’emendamento è scarna e, dopo un ulteriore ritocco serale, cita solo il diritto al “rimborso delle spese di trasferta da e per il domicilio o la residenza, per l’espletamento delle proprie funzioni”. Non aggiunge altro, lasciando fuori ad esempio le spese per pagarsi il soggiorno a Roma, equivalente alla cosiddetta ‘diaria’ che hanno i parlamentari e che non dispiacerebbero ai non eletti.

    Per ora obiettivo della misura è garantire un fondo ad hoc, che poi farà capo alla presidenza del Consiglio dei ministri e sarà assegnato con un decreto della premier, su proposta del ministro dell’Economia.

    I ministri in questione sono Andrea Abodi (Sport), Marina Calderone (Lavoro), Guido Crosetto (Difesa), Alessandro Giuli (Cultura), Matteo Piantedosi (Interno), Giuseppe Valditara (Istruzione), Alessandra Locatelli (Disabilità) e Orazio Schillaci (Salute). 

ANSA