Uap: “Nuovi fondi a farmacie ma ambulatori ancora con rimborsi tagliati”

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L’Uap (Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata) “prende atto del nuovo Documento di finanza pubblica (Dfp) del 9 aprile, con il quale il Governo ha disposto nuovi trasferimenti di fondi per l’acquisto dei farmaci, che rappresentano un’enorme remunerazione a favore dei farmacisti”. “Si desume osserva in una nota la presidente di Uap, Mariastella Giorlandino che sono arrivati nuovi fondi per la sanità e che quindi a breve saranno stanziati nuovi fondi anche per le strutture ospedaliere pubbliche, per le cliniche accreditate convenzionate, nonché per gli ambulatori e poliambulatori convenzionati, che contano oltre 27mila strutture sanitarie private accreditate e oltre 350mila dipendenti, che da gennaio di quest’anno hanno visto un drastico taglio ai rimborsi tariffari che rende impossibile un reale abbattimento delle liste di attesa e sta portando alla chiusura di tante strutture del Sud Italia, nonché impedendo agli ospedali pubblici di erogare esami e prestazioni a causa del taglio dei fornitori sanitari, che a loro volta non sono più pagati”.

Le strutture riunite nella Uap tornano dunque ad auspicare una rimodulazione dei “rimborsi sanitari tagliati con il nuovo nomenclatore”. “Occorre ricordare precisa Giorlandino che anche le farmacie sono erogatori privati, dotati di autorizzazione comunale e non regionale, che contano 1.900 unità a livello nazionale e meno di 4.000 dipendenti. Per questo, ci stupiscono le dichiarazioni rilasciate al congresso dei farmacisti dal ministro Schillaci, che è un medico, che definisce le farmacie come presidi di prossimità, dimenticandosi che i veri presidi di prossimità sono gli ambulatori e i poliambulatori, che erogano prestazioni sanitarie di qualità, nel rispetto degli oltre 420 requisiti strutturali, professionali e tecnologici previsti per l’esercizio delle attività sanitarie”.

Occorre ricordare, ripete l’Uap nella nota, che “il farmacista non può sostituire il medico e non possiamo applicare due pesi e due misure, una più gravosa per gli ambulatori, poliambulatori e ospedalità privata accreditata, che devono rispettare oltre 420 requisiti e ai quali vengono tagliati i rimborsi, e l’altra più favorevole, che stanzia fondi per le farmacie, le quali peraltro possono erogare prestazioni sanitarie senza il rispetto dei suddetti requisiti”.