Esplosioni a Doha, Israele conferma: “Raid di precisione contro leadership di Hamas”

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(Adnkronos) Attacco mirato di Israele contro funzionare di Hamas a Doha, in Qatar. Diverse esplosioni sono state registrate nel quartiere di Katara, riporta l’emittente Sky News Arabia diffondendo immagini di colonne di fumo che si alzano dalla città. Testimoni hanno riferito di almeno otto esplosioni, mentre Israele ha confermato che “le forze di difesa israeliane e l’agenzia di sicurezza Isa hanno condotto un raid di precisione contro la leadership di Hamas”f. 

“Per anni si legge in una nota hanno guidato le operazioni dell’organizzazione terroristica, sono direttamente responsabili del massacro brutale del 7 ottobre e hanno orchestrato e condotto la guerra contro lo Stato di Israele”. 

Le Idf e lo Shin Bet (il servizio segreto interno) “continueranno ad agire con determinazione per sconfiggere Hamas, responsabile del massacro del 7 ottobre”, recita ancora la nota che parla di raid, condotto con l’Aeronautica, contro “la top leadership del movimento terroristico”. Prima dell’attacco, assicurano le Idf, “sono state prese misure per minimizzare i danni alle persone non coinvolte, anche con l’uso di armi precisione e di informazioni di intelligence aggiuntive”. 

“L’azione di oggi contro i principali capi terroristi di Hamas è stata un’operazione israeliana del tutto indipendente. Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta e Israele se ne assume la piena responsabilità”, le parole del premier Benjamin Netanyahu in una nota diffusa dal suo ufficio. Secondo l’emittente israeliana Channel 12, Israele avrebbe avvertito gli Stati Uniti del raid e il presidente Donald Trump avrebbe dato luce verde all’attacco. 

 

Oltre 10 i caccia israeliani che hanno partecipato al raid, riferiscono i media israeliani, precisando che nel corso dell’operazione sarebbero stati lanciati simultaneamente circa una dozzina di missili. 

Obiettivi del raid, secondo i media arabi, il capo negoziatore di Hamas nonché leader dell’ufficio politico a Gaza, Khalil al-Hayya, e il leader di Hamas in Cisgiordania nonché membro dell’ufficio politico, Zaher al-Jabarin. Al Arabiya sostiene che anche Khaled Meshaal fosse presente alla riunione, secondo l’emittente e la saudita Al-Hadath, inoltre, al-Hayya sarebbe stato ucciso nell’attacco, mentre fonti del gruppo hanno smentito attraverso al Jazeera la notizia delle uccisioni. .Il Times of Israel, citando media arabi, afferma che nel raid avrebbe perso la vita anche Muhammad Darwish, capo del Consiglio della Shura di Hamas. 

 

Il Qatar ha condannato ”con fermezza il codardo attacco israeliano che ha preso di mira edifici residenziali che ospitano esponenti dell’ufficio politico di Hamas a Doha’, ha quindi scritto su ‘X’ il consigliere del primo ministro del Qatar e portavoce del ministero degli Esteri Majed Al Ansari parlando di ”attacco criminale che costituisce una palese violazione di tutte le leggi e le norme internazionali e rappresenta una grave minaccia per la sicurezza dei qatarioti e dei residenti in Qatar”. 

Il ministero degli Esteri di Doha ha quindi affermato che ”le forze di sicurezza, la protezione civile e le autorità competenti hanno immediatamente iniziato a occuparsi dell’accaduto e ad adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza dei residenti e delle aree circostanti”. Il Qatar, ha aggiunto al-Ansari, ”non tollererà questo comportamento sconsiderato di Israele e la continua interruzione della sicurezza regionale, né alcun atto che prenda di mira la sua sicurezza e sovranità. Sono in corso indagini ai massimi livelli e ulteriori dettagli saranno resi noti non appena disponibili”. 

 

”Un atto criminale” che ”non verrà tollerato” e di cui ”l’amministrazione statunitense di Trump viene ritenuta responsabile” in quanto i leader di Hamas colpiti stavano discutendo la proposta americana per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, afferma la Jihad Islamica palestinese che parla di ”un atto criminale per eccellenza che viola tutti gli standard e i valori umanitari e le leggi e norme internazionali”. 

Un attacco, prosegue la nota, che ”conferma che l’entità insiste nel voler continuare lo spargimento di sangue nella guerra aperta di genocidio contro il popolo palestinese, uno sviluppo pericoloso che non dovrebbe essere tollerato”. La Jihad islamica palestinese conclude affermando che ”riteniamo l’amministrazione del presidente statunitense Trump responsabile”, ” soprattutto perché l’aggressione sionista è avvenuta dopo quella che la Casa Bianca ha descritto come una proposta di Trump”. 

 

 

 

 

Israele ha intanto detto sì alla proposta di accordo di Trump per porre fine alla guerra. A dichiararlo, durante un incontro con il primo ministro croato Andrej Plenković, è stato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar secondo il quale il suo Paese intende porre fine alla guerra a Gaza sulla base della proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti e secondo i principi stabiliti dal gabinetto di sicurezza israeliano.  

Israele ha ordinato stamattina l’evacuazione immediata di tutti i residenti di Gaza City, in vista di una grande operazione di terra contro Hamas. “Le Idf sono determinate a sconfiggere Hamas e opereranno nella zona di Gaza City con grande forza, proprio come hanno fatto in tutta la Striscia”, ha scritto su X il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane.  

L’ordine di evacuazione è il primo su larga scala per tutta la città di Gaza, i precedenti avvertimenti riguardavano solo edifici specifici e le aree circostanti. 

L’esercito israeliano ha dichiarato che agirà con “maggiore forza” a Gaza City. In una dichiarazione pubblicata su X, il colonnello dell’Idf Avichay Adraee ha scritto, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha intimato ai residenti del più grande centro urbano della Striscia di Gaza di andarsene: “A tutti i residenti di Gaza City, le forze di difesa sono determinate a sconfiggere Hamas e agiranno con maggiore forza nell’area di Gaza City. Evacuare immediatamente attraverso l’asse Al-Rashid”. 

“Abbiamo abbattuto 50 torri terroristiche in due giorni, e questo è solo l’inizio della potente operazione di terra per prendere il controllo di Gaza City. Agli abitanti di Gaza City dico: siete stati avvertiti, andatevene subito”, aveva dichiarato ieri Netanyahu. 

Negli ultimi tre giorni, cinque grattacieli sono stati distrutti dall’esercito israeliano a Gaza City. Lo rende noto la Protezione civile della Striscia controllata da Hamas, secondo cui, gli edifici, la maggior parte dei quali di 10-15 piani, ospitavano circa 4.100 persone in 209 appartamenti. Gli attacchi dell’Idf hanno distrutto inoltre 350 tende vicine ai grattacieli, che ospitavano circa 3.500 persone, aggiunge la Protezione civile. 

Il numero di edifici colpiti scrive il Times of Israel è inferiore a quanto affermato dal primo ministro israeliano e dal ministro della Difesa Israel Katz, secondo cui decine di edifici di questo tipo sarebbero stati colpiti negli ultimi giorni. Le Idf affermano che gli edifici venivano utilizzati da Hamas per condurre operazioni contro le truppe e che i residenti sono stati avvertiti prima degli attacchi. 

“L’uragano ha colpito Gaza ieri con una forza senza precedenti. Sono stati attaccati e distrutti 30 grattacieli e decine di altri obiettivi terroristici, per ostacolare le infrastrutture terroristiche e spianare la strada alle forze di manovra. Se i terroristi di Hamas non deporranno le armi e non libereranno tutti gli ostaggi, saranno distrutti, così come Gaza”. Lo ha scritto su X il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. 

Le Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno rivendicato l’attentato compiuto ieri a Gerusalemme nel quale hanno perso la vita almeno sei persone. Lo riferisce Sky News Arabia, citando una nota dell’organizzazone terroristica. 

Altri sei palestinesi sono morti nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza a causa della fame. Lo ha riferito il ministero della Salute di Gaza, citato da al-Jazeera, precisando che il totale delle vittime per malnutrizione è ora di 399 persone, tra cui 140 bambini. 

Il mese scorso l’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), organismo sostenuto dalle Nazioni Unite e punto di riferimento internazionale per il monitoraggio delle crisi alimentari, ha denunciato in un rapporto duramente contestato da Israele che anche Gaza City è colpita da carestia. 

La Spagna ha intanto vietato l’ingresso nel Paese a due ministri israeliani di estrema destra, Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, in risposta a un analogo provvedimento adottato ieri da Israele nei confronti della vice premier e ministra del Lavoro, Yolanda Diaz, e della ministra per i Giovani, Sira Rego, entrambe del partito di sinistra Sumar. 

Smotrich e Ben Gvir saranno sanzionati e “non potranno entrare in territorio spagnolo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Jose Manuel Albares, commentando in conferenza stampa la crisi diplomatica con Israele scaturita dall’annuncio di misure da parte di Madrid per fermare “il genocidio a Gaza” e alle quali Tel Aviv ha replicato con accuse di antisemitismo.