Omaggio allo scultore Mitoraj, il 19 e 20 settembre finissage a Siracusa

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18 settembre 2025 | 19.45

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Mancano pochi giorni alla chiusura della mostra ‘Lo sguardo – Humanitas Physis’ a Siracusa (nel Parco archeologico Neapolis e accanto al Castello Maniace di Ortigia) e sulle pietre laviche dell’Etna, nel comune di Ragalna, inaugurata il 26 marzo 2024 in occasione dei 10 anni dalla scomparsa del maestro Mitoraj, il giorno in cui il grande scultore avrebbe compiuto 80 anni. Le 29 opere monumentali, sapientemente collocate dal curatore Luca Pizzi con la collaborazione del direttore di produzione esecutiva Paolo Patanè, saranno il fulcro del finissage del 19 e 20 settembre 2025.

Mitoraj e Galleria d’Arte Contini hanno organizzato rappresentazioni artistiche affidando a Gisella Calì, docente di musical theatre apprezzata per i suoi spettacoli di teatro immersivo, performance dedicate ai 4 elementi sui quali è stata sviluppata la mostra. Si partirà con il fuoco intorno al Teseo Screpolato sull’Etna, per passare a Neapolis: alla terra dell’Eros Bendato, all’aria di Luci di Nara, all’acqua dove Icaro si incanta. Le due giornate saranno un omaggio al percorso artistico della mostra, che finisce creando nuovi inizi. Un percorso che esce dai confini siciliani e torna in Toscana, chiudendo un’estate in cui l’arte di Mitoraj è stata protagonista dei due più importanti appuntamenti musicali della stagione.

A luglio il Tindaro Screpolato in bronzo ha fatto da scenografia nei tre grandi concerti di Andrea Bocelli e del figlio Matteo al Teatro del Silenzio di Lajatico, altro appuntamento organizzato con la Galleria Contini, mentre nel centro del paese sono stati posizionati altri due bronzi, Ikaria e Torso di Ikaro. Mitoraj, cui era stata affidata la scenografia del primo concerto, per la quale aveva scelto il Grande Sonno, oggi simbolo del Teatro del Silenzio, è stato di nuovo presente nella XX edizione con la sua arte, viva più che mai. Un ritorno anche quello al Festival Pucciniano di Torre del Lago, dove nel 2002 lo scultore polacco aveva creato scene e costumi della Manon Lescaut.

Luca Pizzi, responsabile dell’Atelier Mitoraj e scenografo ricorda: “Allora ero il suo assistente scenografo, oggi ho l’onore e la responsabilità di rimetterlo in scena. Per la parte estetica ho cercato di rispettare il più possibile quello che aveva fatto Mitoraj, adattandolo al nuovo palcoscenico. Saranno sempre emozioni forti continua Pizzi- che si rafforzano con il passare del tempo. Mitoraj riuscirà ancora a parlare a ciascuno di noi, toccandoci nel profondo”.

La bellezza è eterna, come eterne sono le emozioni che le opere dello scultore polacco riescono a trasmettere. Link continui, sguardi che superano le geografie e scavano nel profondo. Come i bronzi screpolati che si guardano da una parte all’altra dell’Italia: il Tindaro dal territorio pisano cerca il Teseo che domina la lava etnea. Si trovano, infine, per raccontare una storia che ricomincia appena sembra essere finita: quella della bellezza che faceva vivere e continua a far vivere Mitoraj. “Il nostro tempo scriveva Giovanni Testori parlando di Igor Mitoraj desidera ma dimostra di non saper raggiungere ‘il valore morale, etico, religioso, se non addirittura teologico, della bellezza’. Una bellezza che il grande scultore polacco ha imprigionato nelle sue opere: pur grondante di dolore, di ‘lagrime e sangue’, oggi è più necessaria che mai”.