Il ministro della Cultura Alessandro Giuli in visita a Pordenonelegge

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20 settembre 2025 | 13.56

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“Bisogna aprire brecce in ogni muro”. Con queste parole il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è intervenuto oggi alla 26esima edizione del festival letterario Pordenonelegge Festa del libro e della libertà, in occasione della sua visita alla città friulana. Un discorso che ha intrecciato memoria, identità nazionale, visione europea e futuro culturale, partendo proprio dal significato simbolico del 20 settembre, data che segna, storicamente, la Breccia di Porta Pia del 1870 e, nel 1943, la tragedia degli internati italiani nei campi di concentramento nazisti.

“Il 20 settembre ci richiama a un alto significato alla breccia quel momento in cui l’Italia si riappropriava della propria sovranità e indipendenza, dando avvio a un percorso di coscienza unitaria”, ha affermato Giuli, parlando prima della presentazione del libro di Giulio Sapelli “Il grande ritorno. La nuova era di Trump” (Guerini e Associati). Un intervento solenne e appassionato, che ha trasformato un evento letterario in un’occasione di riflessione civile e politica.

Il termine “breccia” ha attraversato tutto il discorso del ministro come un filo rosso. Non solo la breccia di Porta Pia, ma anche quelle “che oggi vanno aperte in Europa”, nel mondo della cultura, della sovranità nazionale e dell’identità. “L’Europa ha detto Giuli va ripensata, sorretta e sostenuta, ma anche rinnovata nei suoi fondamenti, nella sua coesione culturale, sociale, ambientale”. E qui entra in gioco la cultura come leva di trasformazione: “Noi, con il Ministero, personifichiamo l’articolo 9 della Costituzione. Sentiamo la responsabilità di tutelare e valorizzare paesaggio, arte, ricerca scientifica, biodiversità”. È questa la vera “breccia” da aprire, è sembrato suggerire il ministro: una nuova concezione di sviluppo che tenga insieme identità nazionale e proiezione europea.

In un festival dedicato alla parola scritta, non poteva mancare un forte omaggio ai libri: “Sono l’ossigeno immateriale che tiene viva la memoria e ci richiama a un destino comune”, ha sottolineato Giuli, riprendendo anche le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Il libro è un antidoto all’indifferenza”. Un invito a non restare fermi, a non chiudersi nell’interpretazione più comoda della realtà. “Il libro ha sottolineato Giuli ci insegna a mettere in discussione la nostra visione del mondo. Ed è questo uno degli atti supremi di libertà che possiamo condividere”.

Il ministro Alessandro Giuli ha anche reso omaggio alla Città di Pordenone, recentemente proclamata Capitale Italiana della Cultura 2027, lodandone la capacità di rinascita dopo le difficoltà del passato: “Pordenone ha vissuto la povertà delle campagne, la transizione post-industriale, ma è diventata modello virtuoso. Siamo qui perché ciò che è successo a Pordenone diventi esempio per il resto del Paese”. (di Paolo Martini)