21 settembre 2025 | 11.53
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“Voglio salvare l’unica cosa che mi è rimasta, i miei figli”. Il medico palestinese-boliviano Refaat Alathamna è intrappolato a Gaza e lancia un appello all’Italia. Ogni giorno vive con angoscia la situazione disperata che vede quotidianamente intorno a sé, sia nell’ospedale dove lavora, il Nasser, nel sud della Striscia, dove arrivano continuamente feriti; sia nel campo profughi di Al-Maghazi dove è collocato attualmente con la moglie e i suoi cinque figli, il più piccolo di 4 anni. Il medico, specialista in anestesia e terapia intensiva, ha condiviso la sua vicenda sui social. Un anno e mezzo fa si è rivolto al governo boliviano per chiedere di essere evacuato con la famiglia, ma senza l’autorizzazione di Israele non è possibile. Nel frattempo la situazione si è aggravata ulteriormente a causa delle condizioni di salute di un figlio e di un altro familiare. Lui purtroppo ha perso tutto e solo grazie al sostegno dei civili riesce a sopravvivere.
“Il governo boliviano non avendo rapporti diplomatici con lo stato di Israele dichiara Refaat Alathamna contattato dall’Adnkronos ha bisogno di un paese terzo che possa intercedere per noi. Faccio quindi appello al governo italiano e al Ministero degli Esteri affinché possa intercedere e avviare trattative con Israele per la nostra evacuazione da Gaza. Attualmente con il sostegno dell’ambasciata boliviana potrebbe esserci la possibilità di essere presi in considerazione in una lista di evacuati appartenente ai cardinali in Vaticano, però deve arrivare l’autorizzazione diplomatica”. Poi aggiunge “devo cercare in tutti i modi di salvare la mia famiglia, siamo sopravvissuti a diversi attacchi, ogni minuto che passa la nostra vita è a rischio”.
Dal 7 ottobre 2023, Refaat Alathamna ha lavorato, secondo il suo racconto, all’Ospedale Europeo di Gaza, “senza ricevere uno stipendio e con continue minacce alla mia incolumità”. In seguito è stato trasferito all’ospedale Nasser dove fa i turni di guardia. “Purtroppo uno dei miei figli riferisce ha problemi renali, abbiamo una certificazione medica rilasciata dall’ospedale che conferma il suo stato di salute. Anche mia madre si trova in una situazione di salute molto compromettente a seguito di un ictus: è rimasta paralitica nella parte destra del corpo. Questa condizione richiede una diagnosi specialistica e un trattamento in un centro medico avanzato, cosa del tutto inaccessibile a Gaza nelle condizioni attuali. Queste situazioni aggravano ulteriormente la nostra vulnerabilità. Abbiamo bisogno di tornare in Bolivia e l’unica possibilità è venire in Italia per realizzare visite mediche, ci basterebbero solo un paio di giorni, poi potremmo proseguire il nostro viaggio”.
(di Sibilla Bertollini)