
Il governatore del Veneto Luca Zaia, senza troppi giri di parole, avverte gli alleati in vista delle regionali: “Se il candidato sarà della Lega, sarà Alberto Stefani. Se non sarà della Lega sarà un problema” dice parlando con i giornalisti sul pratone di Pontida. Anche perché “abbiamo fatto grandi cose. Se la Lega chiede che il candidato presidente del Veneto sia ancora un leghista sottolinea , non è lesa maestà per la maggioranza ma è una richiesta legittima per dare continuità all’amministrazione”.
Il giorno prima, durante la festa dei giovani leghisti, a prenotare il Veneto ci aveva pensato anche il segretario Matteo Salvini: “Non imponiamo niente a nessuno, ma spero che l’anno prossimo Stefani venga con la maglietta di San Marco a salutare il popolo di Pontida. Sarebbe il governatore più giovane d’Italia”. La Lega prova a resistere sulle Regioni che già governa. Se il Veneto, con tutta probabilità, resterà al Carroccio, è più complicata la partita, seppur lontana, della Lombardia, con Fratelli d’Italia che aspira a governare anche qualche Regione del Nord. Motivo per cui il segretario della Lega lombarda Massimiliano Romeo è costretto a ripetere che sia il Veneto sia la Lombardia “devono restare alla Lega”. Zaia, prima di sciogliere le riserve su una sua lista personale, aspetta di vedere la decisione che verrà presa sul candidato: “Non c’è ancora nulla di nuovo sotto al sole”. Gli alleati non vedono di buon occhio una lista del governatore che rischierebbe di drenare voti ai partiti. Un ‘no’ è già arrivato dal segretario di Forza Italia Antonio Tajani: “Tajani rappresenta un pezzo di centrodestra, non rappresenta tutto il centrodestra” la stoccata di Zaia, che ricorda a tutti che una sua lista può valere “il 45%”.
Nel giorno in cui tutti i colonnelli del Carroccio provano a gettare acqua sul fuoco davanti alle polemiche per l’avanzata nella Lega del generale Roberto Vannacci, nel mentre diventato vicesegretario, l’unico controcanto arriva ancora da Zaia: “Vannacci può essere un valore se fa il leghista”.
Davanti a una Lega nazionale e sempre più spostata a destra, contro l’immigrazione clandestina e “l’islamizzazione” dell’Europa, i governatori tengono il punto sul tema più identitario di tutti, ossia l’autonomia: “A questo governo chiediamo un’autonomia vera. Non è solo una questione di annunci. La Costituzione afferma Zaia la prevede e oggi ci sono tutti presupposti per fare un’autonomia seria”. Per il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, “se non c’è autonomia non c’è libertà”. Fedriga va avanti anche con una frase piuttosto criptica: “È facile parlare di libertà nella pubblica amministrazione ma poi quando si governa essere biecamente centralisti…”. Il lombardo Attilio Fontana, dopo il botta e risposta con Vannacci, mette ancora nel mirino il centralismo: “Il ministro Calderoli sta facendo un lavoro eccezionale e disumano chiosa Fontana , ma la palude romana cerca di rallentarlo”.
ANSA