Elezioni regionali Marche, Acquaroli con il centrodestra cerca il bis

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Francesco Acquaroli, presidente uscente della Regione Marche, è il candidato del centrodestra per il bis. Nella sua terza campagna elettorale per le Regionali Acquaroli, 50 anni, insiste sui risultati raggiunti dalla sua giunta: dalla sanità alle infrastrutture, dalle aree interne al turismo. Cinque anni caratterizzati, lo ribadisce più volte, dalla pandemia e dai disastri provocati dall’alluvione.

Forte dell’appoggio del governo nazionale, fedelissimo della premier Meloni, Acquaroli incassa nelle ultime settimane di campagna elettorale l’annuncio dell’ingresso delle Marche, attraverso un disegno di legge, nella Zona economica speciale (Zes): “Un’opportunità e la risposta alle richieste degli imprenditori in questi anni”.

Nato a Macerata ma residente a Potenza Picena in provincia di Macerata, per la terza volta si presenta a un’elezione per la guida di Palazzo Raffaello: nella prima occasione, nel 2015, è sconfitto dal rivale del centrosinistra, Luca Ceriscioli. Nel 2020, invece, sostenuto dalla coalizione di centrodestra batte Maurizio Mangialardi, ex sindaco di Senigallia del Pd: un risultato schiacciante (49,13% contro il 37,28% del rivale) che permette al centrodestra di strappare al centrosinistra, dopo circa 25 anni, la guida di una Regione storicamente “rossa”. In questa tornata elettorale, è sostenuto da sette liste: oltre a quella del suo partito, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, le liste “Civici Marche”, “Marchigiani per Acquaroli” e “Udc-Liste Civiche”.

Acquaroli si laurea in economia e amministrazione dell’impresa e inizia la carriera come consulente finanziario, ma è la carriera politica quella alla quale si dedica di più.

Nel 2010 è eletto consigliere regionale nella lista del Popolo della libertà, partito che abbandona per aderire alla nascita di Fratelli d’Italia. Nel 2014 si candida a sindaco di Potenza Picena e, dopo la vittoria, lascia il seggio a Palazzo Leopardi per dedicarsi al Comune. Nel 2018, un anno prima del termine del mandato, si candida alle elezioni politiche e viene eletto deputato. Nel 2019 si candida alle elezioni europee, ma non viene eletto. Nel 2020 la svolta decisiva. 

ANSA