Francesca Albanese e la battuta sui napoletani. ‘Stop alla cittadinanza onoraria’

0
11

Francesca Albanese, la relatrice Onu si diritti per il popolo palestinese finisce ancora nella bufera. Questa volta per una frase, o meglio, un paragone fatto tra napoletani e milanesi. E a nulla è servita la precisazione della diretta interessata per fermare le polemiche.

Qualche giorno fa, parlando delle mobilitazioni per Gaza, Albanese aveva sottolinea come “Milano non fosse Napoli. Nel senso che lì ci pensano che si devono svegliare alle sei”. Parole, secondo chi la mette sul banco degli imputati, contro la popolazione partenopea.

I primi a scendere in campo sono i neoborbonici che la accusano, pur essendo lei campana (nata ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino) di essere “vittima di luoghi comuni ormai veramente insopportabili dando per scontato (e il sorriso o lo scherzo aggravano la tesi) che, rispetto ai milanesi, i napoletani sono dei nullafacenti del tutto disabituati a svegliarsi alle 6 per andare a lavorare”.

Di qui la richiesta, avanzata dal gruppo di Fi in consiglio comunale a Napoli, di bloccare il procedimento per concederle la cittadinanza onoraria avviato lo scorso 7 agosto. La giunta comunale dovrebbe dare il suo ok, poi si passerebbe al conferimento vero e proprio. Contro Albanese si scaglia anche Angelo Pisani, un avvocato, difensore anche di Maradona, che annuncia l’avvio di una class action nei confronti della relatrice Onu.

Il senatore di Fratelli d’Italia, Sergio Rastrelli, si chiede se “il candidato presidente regionale del campo larghissimo, Roberto Fico, riuscirà a spendere due parole di doverosa condanna di questo insulto o prevarrà la riverenza della sinistra verso la Albanese?”. Mentre un’altra esponente del partito della Meloni a Palazzo Madama, Giulia Cosenza, sottolinea come “le parole di Francesca Albanese alimentino i soliti luoghi comuni”.

In un lungo post su Facebook, Albanese rispedisce le accuse al mittente, chiarisce il senso delle sue parole sottolineando “l’amore per Napoli”. “Come è possibile scrive che la manipolazione da parte di quattro minus habentes, di una battuta che era finalizzata a pizzicare i fratelli e sorelle milanesi (che “escono all’una di notte in un giorno lavorativo per la Palestina”), viene presa come un’offesa a voi napoletani??”. “Ma pensateci, io che mi dico sempre fiera meridionale, irpina, campana prima che italiana, potrei mai offendere la mia terra? Mi sa che nei trappoloni che tendono a me ci cadete in troppi. E questo non lo dico perché io ho il dogma dell’infallibilità, e se sbaglio so scusarmi. Ma perché in questo mondo pericoloso solo l’amore ci salverà”.

La polemica si sposta da Napoli a Bologna dove è in corso una raccolta firme per bloccare la decisione del sindaco, Matteo Leopore, di conferire alla delegata Onu la cittadinanza onoraria del capoluogo emiliano. Contrario anche l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. 
   

ANSA