Anziana sola nel mirino dei finti broker, perde 880.000 euro con il trading online

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Un investimento con il minimo sforzo ma con profitti da sogno: così probabilmente ha pensato una milanese di 82 anni, Gabriella R., convinta dai suoi presunti consulenti finanziari a trasferire più di 880.000 euro, attraverso una piattaforma di trading online, su conti bancari di società fraudolente. Solo dopo un anno ed esaurite le sue risorse, la donna, ex modella oggi vedova e sola avendo perso anche l’unico figlio, si è resa conto, grazie ad un amico nonché socio venuto a conoscenza dei fatti, di essere stata raggirata da truffatori che senza il minimo scrupolo le hanno svuotato il conto corrente. La donna, pochi giorni fa, insieme ai suoi avvocati, ha presentato una denuncia presso la Procura di Milano chiedendo il sequestro delle somme e l’apertura di indagini per truffa aggravata.

Tutto è cominciato, secondo il racconto di Gabriella R. depositato in procura, con un telefonata arrivata il 10 novembre 2023 da un numero sconosciuto. Sullo schermo compare comunque l’intestazione ‘Milano Finanza’. Nel corso della conversazione una donna, che si presenta come Chiara e che sembra conoscere molte delle sue abitudini, propone all’82enne di approfittare di una piattaforma di trading gestita da professionisti ed esperti del settore. Le chiede quindi, dopo le promesse di facili guadagni, di aprire una carta prepagata, cosa che Gabriella R. fa presso una tabaccheria versando i primi 140 euro ad una società in Lituania per dare inizio al ciclo di investimenti. Garantendo sulla serietà della società ‘3AFund’ (che gestisce la fasulla piattaforma di trading), Chiara comunica alla donna che sarebbe stata presto messa in collegamento con un consulente da Londra. Questi la contatta il 16 novembre: dimostrandosi paziente, disponibile e professionale, il presunto consulente di nome Sergio Z., manipolandola, riesce a instaurare con Gabriella R. fin da subito un rapporto di fiducia sottraendole in seguito anche informazioni di natura personale. Non avendo esperienza, la donna si lascia guidare dal finto broker che le propone un collegamento tramite il software Anydesk con il controllo del suo computer da remoto in modo da amministrare i suoi investimenti.

Seguono telefonate e chat quasi quotidiane, la vittima convinta da Sergio Z. disinveste ingenti importi da un fondo lasciatole in eredità dal marito per operazioni apparentemente legali credendo che quei soldi avrebbero presto portato fruttato. In effetti, lei, pur non operando in prima persona, vede sul portale crescere gli investimenti. A dicembre 2023 subentra un complice, un consulente di nome Montana che si spaccia per rappresentante di una piattaforma, attraverso cui Gabriella R. acquista, con diverse transazioni da 30.000 euro ciascuna, asset virtuali (criptovalute) da una società ceca ma con conto corrente sempre in Lituania. Gli investimenti vanno avanti fino a maggio del 2024.

Finite le disponibilità economiche della vedova, il presunto broker Sergio che ormai sa di avere potere sulla donna circuita a tal punto che una volta le confessa addirittura di aver pregato per lei in Chiesa dopo l’incidente che l’ha immobilizzata per un mese in ospedale insiste per la vendita di un suo garage, operazione che però non va a buona fine prima della partenza del consulente per New York. Il successivo passaggio di consegne con una sua collega non convince la vittima che invece decide di raccontare tutto a una persona di fiducia, co-azionario in società di famiglia, tra l’altro esperto di trading, che esprime, carte alla mano, tutte le sue perplessità. Quindi per Gabriella R. l’amara presa di coscienza di quanto accaduto. Si rivolge agli avvocati dello studio penale Icaa di Milano e presenta denuncia in Procura.

“Le truffe legate alle criptovalute rappresentano un fenomeno in crescita, che richiede un intervento legislativo urgente. È indispensabile prevedere nuovi reati specifici, competenze territoriali chiare e strumenti di cooperazione europea rapida per contrastare efficacemente queste frodi transnazionali”, dichiara all’Adnkronos Alessandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali del Diritto Europeo e Internazionale, invitando poi gli utenti “alla massima cautela: i truffatori utilizzano portali che simulano guadagni virtuali, ma si tratta di mere finzioni digitali create per sottrarre risorse. La prevenzione e la consapevolezza, unite a norme moderne e a una giustizia coordinata a livello europeo, sono le chiavi per combattere questo allarmante fenomeno”.

(di Sibilla Bertollini)