Arte, inclusione e nuovo mecenatismo: alla Reggia di Caserta debutta l’Iconic Art System firmato Loffredo Foundation

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(Adnkronos) 25 marzo 2025. Tra il 20 e il 23 marzo la Sala Romanelli della Reggia di Caserta ha smesso di essere solo un luogo della memoria per trasformarsi in un laboratorio vivo di visioni contemporanee. In scena non soltanto un’esposizione, ma un’idea precisa di cultura come motore sociale: è questo il cuore pulsante del progetto promosso dalla Loffredo Foundation for the Arts and Inclusion di Giuseppe Loffredo, che proprio in questa occasione ha presentato per la prima volta al pubblico l’Iconic Art System, una rete di gallerie e un modello concreto di nuovo mecenatismo. 

Protagonista dell’installazione centrale è Crash: una figura che fonde uomo e donna, bianco e afro, identità e censura. «Penso che questa installazione sia estremamente inclusiva – ha dichiarato Giuseppe Loffredo durante l’inaugurazione – perché parla dell’essere umano, e basta. Non di un genere, non di una razza, ma della condizione umana stessa. Il velo che avvolge la statua è la metafora di tutto quello che oggi non si può dire, non si può fare. Ma l’arte deve poter parlare liberamente.» 

La mostra ha visto affiancarsi nomi noti come Angelo Accardi a giovani autori emergenti, in un’esposizione pensata per abbattere le gerarchie e permettere a tutte le voci di essere ascoltate e uno svelamento dell’opera a cura di Nino Florenzano. «Abbiamo cercato di creare uno spazio dove grandi nomi e artisti emergenti potessero condividere lo stesso palcoscenico, lo stesso rispetto, la stessa libertà creativa – ha aggiunto Giuseppe Loffredo –. Questo per noi è il significato profondo di inclusione artistica.» 

L’evento ha attirato artisti, critici, galleristi, esponenti del mondo della cultura e numerosi volti noti dello spettacolo, creando un’atmosfera densa di emozione e confronto. Oltre all’intervento di Loffredo, hanno preso parte personalità del mondo dell’arte contemporanea, collezionisti e sostenitori delle attività filantropiche della fondazione. La Sala Romanelli si è popolata di dialoghi, ascolti e incontri, diventando simbolicamente il primo cuore pulsante dell’Iconic Art System. 

Non è un caso che tutto sia cominciato proprio a Caserta. «Tutti mi chiedevano: perché Caserta – racconta ancora Giuseppe Loffredo –. E io rispondevo: proprio perché non c’è nulla. Non ci sono musei dedicati all’arte contemporanea. I giovani non sanno dove andare per trovare l’arte che li rappresenta. La nostra prima galleria è piena di ragazzi che vivono l’arte, la sentono. Ed è già tantissimo.» 

La Loffredo Foundation for the Arts and Inclusion nasce con un intento preciso: restituire alla società ciò che la famiglia ha ricevuto in termini di opportunità e successo. Il suo impegno va oltre la promozione artistica: si concretizza in borse di studio per giovani talenti, nella realizzazione di safe houses per artisti in formazione e, soprattutto, in spazi dedicati a chi è stato escluso, discriminato, rifiutato per la propria identità o orientamento sessuale. 

Le safe houses saranno luoghi protetti ma anche dinamici, in cui creare, vivere, confrontarsi. Non solo residenze, ma centri di cultura attiva. Gli utili generati dalle gallerie Iconic Art System, infatti, verranno reinvestiti completamente per sostenere questi progetti. E la rete si allarga: la fondazione supporta anche realtà impegnate sul fronte della salute pubblica, come ANLAIDS, nella lotta contro l’HIV e le malattie sessualmente trasmissibili. 

L’esperienza alla Reggia non è stata solo un evento, ma una dichiarazione d’intenti. È stato un modo per dire che l’arte può essere – deve essere – uno strumento di cambiamento. Che la bellezza non può esistere senza responsabilità. E che ogni luogo, anche il più inaspettato, può diventare fucina di libertà e possibilità. 

Con l’Iconic Art System, la Loffredo Foundation for the Arts and Inclusion propone un modello nuovo, che coniuga estetica, impatto sociale e partecipazione collettiva. E invita tutti a farne parte.