Cambiano le regole della manovra, nuove stime il 2 ottobre

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Cambiano le regole dell’iter della manovra. E la data da segnare sul calendario con il circoletto rosso diventa quella del 2 ottobre. Per allora il governo dovrà trasmettere, al posto della Nadef, alle Camere un documento di economia e finanza ben più corposo e contenente già le stime aggiornate su Pil, deficit, debito, fabbisogno e aggregato di spesa netta.

E’ questo quello che viene infatti previsto nella bozza di risoluzione sulla nuova governance della legge di bilancio. Un documento sul quale la maggioranza prova a dialogare con l’opposizione con l’obiettivo di arrivare a un voto condiviso.

Con la risoluzione, sempre in attesa della più ampia riforma della contabilità che a questo punto viene rimandata al prossimo anno, si delinea, infatti, già l’architrave della legge di bilancio, anche si indicano le informazioni che dovranno essere messe a disposizione del Parlamento da subito, prima di Dpb e legge di bilancio in se’ che vengono comunque confermate con le consuete date. Il documento dovrà tra l’altro contenere anche l’articolazione degli interventi sul prossimo triennio e l’aggiornamento sugli impegni di riforma e di investimento previsti.

Le opposizioni unite intanto continuano a chiedere (lo hanno ribadito alla capigruppo) prima la presenza del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in Aula per riferire sul quadro macro-economico: “Vogliamo che il ministro riferisca in Parlamento prima di inviare qui la relazione sul documento di programmazione e che lo faccia con una mozione, entro fine settembre, quindi un documento con voto”, sottolinea il capogruppo del Pd Francesco Boccia. Una pre-condizione per poter discutere eventuali, possibili, aperture sulla risoluzione.

    Se il cantiere della manovra non è ancora ufficialmente aperto, nel frattempo, dai partiti arrivano richieste e proposte. E una delle norme alle quali si starebbe lavorando è quella riguardante la flat tax per i grandi capitali sulla quale il nostro Paese è stato accusato dalla Francia di dumping fiscale. L’obiettivo, spiega Giulio Centemero, deputato e capogruppo della Lega in Commissione Finanze, sarebbe quello di “incentivare il loro radicamento nel Paese e per favorire gli investimenti in economia reale”.

L’accesso alla tassa piatta sarebbe quindi vincolato a un livello minimo di investimenti “effettuati in Italia e orientati verso impieghi economicamente e socialmente virtuosi per il Paese” mentre non ci sarebbe spazio per prevedere addizionali comunali come chiesto dall’opposizione. Resta allo studio nella maggioranza l’ipotesi, avanzata nei giorni scorsi anche dal leader azzurro Antonio Tajani di detassazione delle tredicesime. Anche la Lega, con il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, indica come priorità quella della “detassazione degli incrementi di stipendio, vedremo se straordinari o tredicesime”.
   

ANSA