Campo largo sotto esame, riformisti: ‘Pd senza voce’

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Il voto in Calabria ha riportato a galla i malumori nel Pd. Che erano rimasti sottotraccia dopo le Marche, perse per 8 punti malgrado nel partito si fosse arrivati alle urne coltivando la speranza di un testa a testa. A far da detonatore è stata la seconda sconfitta in una settimana, col distacco di 16 punti fra il candidato di centrodestra Roberto Occhiuto e quello di Centrosinistra Pasquale Tridico. In discussione non è il campo largo. Ma il peso del Pd. “Che nasce come di centrosinistra e di governo, con l’idea che i problemi si affrontano ha detto la deputata Lia Quartapelle, mettendo in chiaro le critiche dell’area moderata del partito Ma credo che, per tenere insieme la coalizione, abbia perso la voce, la capacità di proporre delle soluzioni”. A difendere la linea della segretaria Elly Schlein è stato il capogruppo al Senato, Francesco Boccia. Con due sferzate: “Capisco che c’è chi rimpiange il Pd partito dell’establishment, ma quel partito non esiste più. Questo è quello della giustizia sociale, del progresso, delle nuove generazioni”.

E poi: “A quelli che oggi attaccano il Pd chiedo semplicemente di fare le campagne elettorali come stiamo facendo noi senza sosta da mesi, a partire dalla segretaria. Una cosa è stare in mezzo alla gente, un’altra in comodi salotti, dando giudizi teorici sulla politica”. Insomma, aria tesa. Che farebbe pensare a una resa dei conti o a chissà cosa. Ma non è così. Almeno non finché ci sono le regionali. E alla fine del ciclo, queste ultime due sconfitte bruceranno meno. “Ricordo una finale del 2005 in Champions ha scherzato Igor Taruffi, braccio destro di Schlein in segreteria il Milan alla fine del primo tempo vinceva 3 a zero, ma alla fine della partita la Champions la alzò il Liverpool”. La battuta calcistica rimanda all’intera tornata: domenica si vota in Toscana, dove il centrosinistra non teme lo scontro. E a novembre in altre due regioni, che sono considerate già in dispensa: Campania e Puglia. Ci sarà anche il Veneto, ma il campo largo dà quella battaglia per persa. Nessuno vuol buttare alle ortiche l’alleanza col M5s e con Avs. Anche se per l’eurodeputata Pd Pina Picierno, critica con la segretaria, il “campo largo non è totem”.

E se fra i riformisti non mancano le stoccate al M5s: “Cosa dice ora chi sosteneva che nelle Marche si è perso perché il candidato era del Pd?”, chiedeva un parlamentare in Transatlantico, ricordando che Tridico indossa ma la maglia dei Cinque Stelle. La risposta del Movimento è che il partito ha tenuto e che, da solo, la lista collegata al candidato ha raggiunto il 7,6%. Ma la critica riformista è soprattutto alla leader. “Si devono abbandonare le scorciatoie facili di chi fa campagna sull’onda emotiva del momento ha detto Quartapelle anche se non c’entra nulla con i problemi.

In questo momento è Gaza”. Nel dibattito si è infilato anche il presidente di Iv Matteo Renzi: “Il risultato calabrese, come quello marchigiano, dimostrano che non si vince sfruttando temi mediatici come la Palestina o il reddito di cittadinanza. Si vince al centro”. Ma il Pd di Schlein non sembra intenzionato a cambiare linea. “Nelle ultime elezioni ha ricordato Taruffi hanno vinto Meloni, Salvini alle Europee, i Cinque Stelle della ‘casta, tutti a casa’ nel 2018, quando ha preso il 33%. Non si presentarono con piattaforme politiche proprio moderate. Questa idea per cui le elezioni si vincono al centro non è suffragata”.

ANSA