Capotreno accoltellato a Genova, dimesso da ospedale: novità sull’indagine

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(Adnkronos) “Sta bene” il capotreno accoltellato lunedì, sul regionale partito da Genova Brignole e diretto a Busallaieri. A farlo sapere l’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, nel corso dell’audizione in commissione Trasporti della Camera sullo stato e le criticità del servizio e della rete ferroviaria. ”Dopo poche ore è stato dimesso dall’ospedale, la notizia positiva è che sta bene e ha 14 giorni di prognosi, che servono soprattutto per verificare il rimarginare della ferita e togliere i punti ha affermato Corradi Quindi questa è la situazione al momento, però chiaramente stiamo ancora seguendolo in modo molto vicino”.  

 

Rosario Ventura, prima di essere colpito aveva estratto un manganello, per la precisione un’asta allungabile che il ferroviere ha dichiarato ai carabinieri di avere sempre con sé per difesa personale. Questa è la novità che emerge il giorno dopo la brutale aggressione. A dichiararlo ai militari è stato lo stesso Ventura. Da quello che sarebbe emerso finora, il capotreno, quando gli animi hanno iniziato a scaldarsi, ha estratto il manganello senza però tentare di colpire l’aggressore Fares Kamel Salem Alshahhat, arrestato con l’accusa di lesioni aggravate. Con lui anche una minorenne, denunciata per lo stesso reato. Ai due potrebbe essere contestato anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale. 

Alshahhat si trova in carcere a Marassi, dove oggi ha incontrato il suo avvocato, Barbara Squassino, alla quale ha riferito quanto successo ieri, compresa la detenzione del manganello da parte di Ventura. L’avvocato valuterà se utilizzare l’episodio del manganello per tentare la strada della legittima difesa, ma se, come sembra, Ventura si è limitato a estrarlo senza utilizzarlo, sarà difficile da dimostrare. 

 

Intanto Daniela Ventura, moglie di Rosario Ventura, si è sfogata sui social: “Ancora ko dallo spavento, ci teniamo a ringraziare tutti, davvero tantissimi e vicini in ogni modo ci siete stati. Non avrei mai pensato fino a qualche anno fa, che essere la moglie di un capotreno fosse così a tratti pieno di palpitazioni, da un po’ non mi sento tranquilla quando lo vedo uscire di casa, e, cerco di non trasmettergli troppo questa mia ansia, ma vederlo tornare alla sera soprattutto mi dà estrema pace”.  

“E poi c’è lui che comunque ringrazia da sempre di aver trovato un ‘posto d’oro’ continua in questi ormai lunghi e brutti tempi precari lavorativi, che il più delle volte si alza la mattina alle 3, senza un lamento si mette con orgoglio la sua divisa, non si tira indietro a fare ore di straordinario, non conosce la parola ‘mutua’ certo grazie anche alla salute che per ora ci ha aiutato abbastanza, ma davvero ligio al lavoro e al dovere… Quello che è stato insegnato dal padre in polizia e quello che ho visto fare anche da mio padre”.  

“Lui scrive ancora la moglie arriva stanco a casa, ma felice. Io un po’ ‘lo invidio’, di un’invidia buona certo, è realizzato, soddisfatto, va d’accordo con tutti i colleghi, ci porta il ‘pane a casa’ a me e ai miei figli, e io che nel mio piccolo faccio tanto, ma, vorrei averlo ancora un lavoro tutto mio come un tempo e che amavo molto, per togliere a lui un po’ di ‘carico’. Purtroppo non mi è possibile da tanti anni, perché il destino oltre a regalarci due figli meravigliosi da crescere, ha riservato un destino crudele di salute per i miei genitori, completamente da accudire, prima papà malato di cancro e ora mi è rimasta mamma che da 8 anni convive con l’Alzheimer”.  

“Un lavoro bello il suo, conclude la donna ‘economicamente sicuro’, ma violato e deturpato dalla violenza che ci circonda, dal non rispetto per chi porta una divisa e comunque si sveglia presto e fa il proprio dovere. Oggi vedere quella foto di lui a terra, è stato devastante per me e i miei bambini. Incassiamo le ferite nel corpo e, anche un po’ nell’anima certo ma, possiamo dire che passerà! Deve finire tutto ciò. Non so come, ma vorrei aspettare mio marito rientrare a casa senza più batticuore”.