
In Italia “la componente straniera
oltre 5,4 milioni di persone, pari a circa il 9,2% del totale
continua a crescere, sostenendo in maniera decisiva la dinamica
demografica complessiva”. E’ quanto riferisce il 34/o rapporto
immigrazione Caritas-Migrantes, presentato oggi. Il saldo
migratorio con l’estero “ha compensato sia il saldo naturale
negativo sia la riduzione della mobilità interna”. I cittadini
stranieri regolarmente residenti in Italia “si concentrano per
lo più al Centro-Nord, mentre la presenza di migranti
irregolarmente presenti sul territorio si distribuisce in modo
disomogeneo, mostrando condizioni abitative spesso precarie e
forme di insediamento che variano a seconda del contesto: dai
ghetti rurali del Sud Italia agli spazi occupati nelle aree
urbane del Centro-Nord”.
L’indagine congiunta Caritas-Migrantes evidenzia Un’indagine
inedita e congiunta di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes
sull’accesso al “bene casa” evidenzia “la persistenza di
problemi abitativi rilevanti, che confermano l’esistenza di
discriminazioni, stati di disagio, barriere e ostacoli, a tutto
sfavore dei cittadini stranieri”. I principali Paesi di origine
dei cittadini stranieri in Italia restano Romania, Marocco,
Albania, Ucraina e Cina, ma negli ultimi anni si osserva una
crescita significativa di nuovi arrivi dal Perù e soprattutto
dal Bangladesh. In appena due anni, i cittadini bangladesi hanno
visto rafforzarsi in modo netto la loro presenza, tanto che il
Bangladesh figura ormai tra le prime tre nazionalità per nuovi
rilasci di permessi di soggiorno in oltre la metà
delle province italiane.
Per quanto riguarda la natalità, “pur in un quadro di
costante decremento, nel 2024 le nascite complessive si
attestano intorno alle 370 mila, e oltre il 21% dei nuovi nati
ha almeno un genitore straniero. Si tratta di un indicatore
eloquente del contributo strutturale delle famiglie migranti
alla rigenerazione della popolazione residente. Allo stesso
modo, le oltre 217 mila acquisizioni di cittadinanza registrate
nel 2024 rappresentano anche “una lente privilegiata per leggere
le trasformazioni in corso: nelle aree interne, in particolare,
la presenza straniera contribuisce a contrastare lo spopolamento
e a mantenere vivi servizi, scuole e attività economiche di
base”.
ANSA