”Ramy era un ragazzo di soli 19 anni. Aveva la cittadinanza italiana. Era italiano a tutti gli effetti di legge. Ramy era protetto dalla nostra ed anche sua Costituzione. La magistratura farà il suo corso e spetta a lei l’accertamento della verità. Non spetta a Salvini o al Governo’’. Lo afferma la senatrice di Avs Ilaria Cucchi che questa mattina ha lasciato un Tricolore sul luogo in cui lo scorso 24 novembre è morto il 19enne, in zona Corvetto a Milano, mentre, a bordo di uno scooter guidato da un amico, veniva inseguito dai carabinieri.
”Sono inaccettabili le pressioni istituzionali del Governo sugli inquirenti. D’altronde questo è oramai un modus operandi cui assistiamo impotenti – aggiunge Cucchi Coloro che in nome di un malinteso garantismo, si sono scagliati contro le gogne dei processi mediatici non hanno poi esitato ad esercitare fortissime pressioni istituzionali in altri notissimi procedimenti minacciando di prendere provvedimenti nei confronti dei magistrati che li conducevano arrivando, addirittura, a presenziare alle udienze con un tifo da stadio’’.
”Non invoco facili sentenze ma il rispetto della dignità della vittima e della sua famiglia. Sono sconvolta inoltre per i comportamenti tenuti da alcuni carabinieri subito dopo la tragedia. A prescindere da ogni altra cosa li ritengo assolutamente inaccettabili e gravemente lesivi dell’onore e del prestigio dell’Arma dei Carabinieri e di tutti coloro che quotidianamente si sacrificano con impegno e dedizione per garantire la sicurezza dei cittadini’’ conclude la senatrice di Avs.