Confessioni Vip accendono faro su cancro pancreas, Fondazione Nadia Valsecchi lancia rete 13 laboratori

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In Italia ogni anno 15mila persone sono colpite dal tumore al pancreas. Nell’ultimo anno hanno commosso alcune storie di personaggi famosi che hanno raccontato la malattia difficile che ha un tasso di sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi pari all’11% negli uomini e al 12% nelle donne (Dati Aiom). “Le metastasi sono cresciute, spero di non andarmene troppo presto”. È la confessione dell’attrice Eleonora Giorgi ospite di ‘Verissimo’, dove ha raccontato la sua storia. L’Italia calcistica e non si è stretta per l’addio all’ex allenatore Sven-Goran Eriksson. Il tempo che rimane, ovvero, la speranza di vita, è un tema che colpisce in modo particolare i pazienti affetti da questa patologia. Si tratta infatti di una delle neoplasie più letali e difficili da diagnosticare, terza causa di morte per cancro nel mondo, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi inferiore al 10% a livello globale. Nel 2023, erano 21.200 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore al pancreas, un dato che sottolinea la necessità di rafforzare la ricerca e la sensibilizzazione su questa malattia.

Sul pancreas si sta accendendo un ‘faro’. L’impegno di Fondazione Valsecchi e dell’Ipcc Fondazione Nadia Valsecchi, nata nel 2015, ha come missione principale “il sostegno alla ricerca scientifica sul tumore al pancreas e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questa malattia. Grazie all’impegno costante della Fondazione, sono stati avviati e finanziati numerosi progetti di ricerca volti a comprendere i meccanismi biologici alla base di questo particolare tipo di cancro”. Un esempio concreto è la creazione della Italian Pancreatic Cancer Community (Ipcc), una piattaforma che riunisce 13 laboratori di ricerca dedicati allo studio del tumore al pancreas. La Ipcc ha l’obiettivo di accellerare la ricerca attraverso la collaborazione tra scienziati italiani e internazionali al fine di approfondire la comprensione biologica del tumore e identificare nuovi bersagli terapeutici.

Per l’intero mese di novembre, la Fondazione Nadia Valsecchi lancia la campagna di sensibilizzazione ‘Non sarà un’eccezione’, con l’hashtag #Nonsaràuneccezione, per informare, sensibilizzare e coinvolgere i cittadini in iniziative di raccolta fondi a favore della ricerca scientifica sul tumore al pancreas. La campagna sarà centrata sui veri protagonisti della lotta contro questa malattia: i ricercatori e i 13 laboratori Ipcc, impegnati quotidianamente nello studio di nuove strategie per migliorare l’aspettativa di vita dei pazienti.

Federica Valsecchi, fondatrice e presidente della Fondazione e figlia di Nadia Valsecchi, racconta: “Questo progetto è nato nel 2021, in piena pandemia, da uno scambio di opinioni con il Vincenzo Corbo, Professore presso Università degli studi di Verona. Ci siamo resi conto della necessità di connettere i ricercatori italiani in una piattaforma online che promuovesse l’interazione tra laboratori per accelerare la ricerca. Queste collaborazioni hanno già prodotto importanti pubblicazioni scientifiche”, per esempio la recente pubblicazione sulla prestigiosa rivista Gut. I 13 laboratori sono dislocati in tutta Italia, con la presenza di due poli al Sud, uno a Napoli (Igb-Cnr) e uno a Lecce (Cnr – Nanotec). A portare avanti la ricerca con impegno e caparbietà ci sono ben sette donne, responsabili dei laboratori di Torino, Milano, Lecce, Napoli e Amsterdam.

Lo scorso aprile si è tenuto a Padova il primo congresso Ipcc, organizzato dall’Università di Padova e dal Veneto Institute of Molecular Medicine (Vimm. All’evento hanno partecipato circa cento ricercatori e ricercatrici provenienti da tutta Italia e dall’estero, con presentazioni che hanno messo in luce i recenti progressi scientifici nella comprensione della biologia del tumore al pancreas e le loro possibili implicazioni terapeutiche.

Ma per potenziare la ricerca scientifica servono finanziamenti. Per questo l’obiettivo principale di Fondazione Valsecchi, anche in occasione della campagna di questo novembre, è quella di raccogliere fondi destinati alla ricerca sul tumore al pancreas. Un esempio concreto di questo impegno è la consegna oggi di due assegni a sostegno della ricerca scientifica, uno all’Università di Verona e uno all’Ospedale San Raffaele di Milano, grazie ai fondi raccolti nel 2023.

Altri due progetti sono stati selezionati quest’anno per essere finanziati con la raccolta fondi 2024: il trattamento combinato per colpire il tumore e migliorare l’immunoterapia modificando il metabolismo cellulare. Nel primo caso il progetto mira a sviluppare terapie combinate capaci di colpire contemporaneamente diversi sottotipi di cellule tumorali, prevenendo la loro resistenza e individuando nuovi bersagli. “Combattere il cancro è come affrontare una battaglia contro più nemici allo stesso tempo, ognuno dei quali risponde in modo diverso agli attacchi”, specifica il Giuseppe Diaferia, dell’Istituto Oncologico Europeo (Ieo). “Il nostro obiettivo è studiare come diversi farmaci possano impedire alle cellule tumorali di sfuggire ai trattamenti”.

Nel secondo progetto si punta a migliorare l’immunoterapia modificando il metabolismo cellulare. Le cellule tumorali hanno bisogno di alimentarsi voracemente per sostenere il proprio dispendio di energie, ma anche per nascondersi al sistema immunitario e sviluppare resistenza alle cure. In gergo scientifico, si dice che hanno un metabolismo accelerato, che tenta cioè di stare al passo con l’attività frenetica della cellula tumorale. Questo progetto si propone di bloccare questi meccanismi di adattamento metabolico, esponendo le cellule tumorali al sistema immunitario e migliorando l’efficacia dell’immunoterapia. “Tante volte sentiamo dire che con una vita sana si vive a lungo”, spiega Alessandro Carrer, Vimm Padova. “Per le cellule questo vuol dire mantenere un metabolismo corretto. Al contrario, un metabolismo sregolato aiuta le cellule malate a crescere e diffondersi più in fretta. Con questo studio precisa cercheremo modificare il modo con cui i tumori si alimentano, col fine di renderli maggiormente attaccabili da terapie di ultima generazione”.