Sospendere le relazioni tra la Regione Marche e il governo di Israele, seguendo l’esempio di Puglia ed Emilia-Romagna. E’ uno dei punti programmatici di Lidia Mangani, 72 anni, candidata a presidente delle Marche per il Partito comunista italiano (Pci). “Dobbiamo revocare i gemellaggi con gli enti pubblici israeliani. attacca Mangani Adottare un codice etico negli appalti che escluda aziende coinvolte nella colonizzazione dei Territori Occupati e fare pressioni sul governo per un embargo sulle armi a Israele”.
Originaria di Peglio, in provincia di Pesaro Urbino, ma residente ad Ancona, la Mangani, ora in pensione, lavora per tutta la sua carriera all’interno del mondo dell’istruzione: dal 1976 fino al 2007 è docente di scuola primaria ad Ancona e, dal 2007 al 2017 dirigente scolastica, prima nell’istituto “Montemarciano-Marina” in provincia di Ancona e poi all’istituto “Pinocchio-Montesicuro” del capoluogo marchigiano.
Attiva da anni come militante del Partito comunista, Mangani nel 2013 si candida a deputata nella lista “Rivoluzione civile” di Antonio Ingroia. Dal 1993 al 2001 è consigliera comunale ad Ancona e candidata a sindaca nel 1997, prima nelle fila di Rifondazione comunista per poi passare, dopo la scissione, nel Pdci.
Tra le proposte di Mangani in campagna elettorale, quella di chiedere al governo di “togliere soldi al riarmo per destinarli alla sanità pubblica”. “Dobbiamo revocare i gemellaggi con gli enti pubblici israeliani. attacca Mangani Adottare un codice etico negli appalti che escluda aziende coinvolte nella colonizzazione dei Territori Occupati e fare pressioni sul governo per un embargo sulle armi a Israele”.
ANSA