Gaza, ore decisive per rilascio ostaggi. Trump: “Guerra è finita”. Netanyahu: “Inizia nuovo cammino”

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(Adnkronos)
Ore decisive per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato di non sapere con precisione quando l’organizzazione libererà i 20 ostaggi vivi che detiene nel corso della giornata di oggi lunedì 13 ottobre, ma prevede che il rilascio avvenga in mattinata secondo quanto riporta il Times of Israel.  

Si prevede che il rilascio degli ostaggi vivi avvenga da più località a Gaza, ricorda la testata. “Saranno consegnati ai rappresentanti della Croce Rossa da Hamas, senza una cerimonia di rilascio, e verranno poi portati alle truppe delle Idf in attesa all’interno di Gaza. Gli ostaggi verranno quindi scortati fuori da Gaza alla base militare di Re’im vicino al confine per un controllo iniziale della salute fisica e mentale. Si prevede che alcuni familiari degli ostaggi aspetteranno presso la struttura di Re’im i loro cari”. 

Hamas potrebbe anche liberare gli ostaggi vivi in due gruppi, il primo alle 8 e il secondo alle 9 (ora locale), secondo quanto riferito da Channel 12, affermando che funzionari israeliani e di Gaza sono stati aggiornati con queste informazioni e che i rilasci potrebbero avvenire prima. Stando a indiscrezioni precedenti, le procedure potrebbero iniziare tra le 4 e le 6 del mattino.  

Hamas dovrebbe anche iniziare a restituire oggi i resti degli ostaggi morti, anche se le Idf non conoscono il numero di salme che Hamas consegnerà inizialmente. La milizia palestinese ha detto ai mediatori di non sapere dove si trovano alcuni dei corpi degli ostaggi uccisi, il che potrebbe ritardare la restituzione dei corpi. L’esercito prevede che i corpi degli uccisi vengano restituiti nell’arco di diversi giorni alle truppe presenti a Gaza, dove si terrà una piccola cerimonia, guidata da un rabbino militare, in loro memoria. 

“Il cessate il fuoco reggerà. La guerra è finita”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump parlando con i giornalisti prima di salire sull’Air Force One che lo porta in Medio Oriente. “Ieri 500.000 persone hanno partecipato a una manifestazione in Israele e hanno applaudito a questo accordo. C’è sostegno anche nel mondo arabo”, ha detto ancora il tycoon. “E’ qualcosa che non è mai successo in precedenza”, ha aggiunto. 

Israele, grazie alla sua unità, ha ottenuto “vittorie spettacolari” nel corso degli ultimi due anni di guerra, ma la lotta “non è ancora finita”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un videomessaggio alla nazione, alla vigilia della liberazione degli ostaggi. È “una serata emozionante, una serata di gioia, perché i nostri figli torneranno ai nostri confini”, ha detto il premier, citando un versetto biblico e pronosticando “l’inizio di un nuovo cammino, un percorso di costruzione, di guarigione e, spero, di unione di cuori”. 

Netanyahu ha iniziato il suo discorso affermando che il rilascio degli ostaggi è un “evento storico che alcune persone non credevano sarebbe accaduto”. “So che ci sono molti dibattiti tra noi, ma in questo giorno, e spero anche nel periodo che sta per arrivare, abbiamo tutte le ragioni per metterli da parte, perché con la forza congiunta, abbiamo ottenuto vittorie spettacolari, vittorie che hanno stupito il mondo intero”, ha proseguito, sottolineando che ovunque Israele ha combattuto, ha vinto.  

“Ma allo stesso tempo devo dirvi, la lotta non è finita”, ha continuato il premier israeliano, parlando di “grandi sfide per la sicurezza davanti a noi” e avvertendo che “alcuni dei nostri nemici stanno cercando di riprendersi per attaccarci di nuovo”. “Siamo al comando della situazione”, ha affermato, sostenendo che gli israeliani, lavorando insieme, potranno “superare le sfide e cogliere le opportunità”. Dopodiché ha ricordato le promesse fatte alle famiglie degli ostaggi e ringraziato sia i soldati delle Forze di difesa israeliane e le famiglie dei caduti, sia i cittadini del Paese che “hanno tenuto duro giorno dopo giorno”.  

Intanto si terrà nel pomeriggio di oggi a Sharm-el-Sheikh un vertice presieduto da Donald Trump e Abdel Fatah al-Sisi dedicato alla pace a Gaza e più in generale in Medio Oriente. Vi prenderanno parte i leader di una ventina di Paesi, fra cui Emmanuel Macron, Keier Starmer, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, Recep Tayyip Erdogan che nelle ultime settimane ha intensificato i suoi sforzi di mediazione, Antonio Guterres, la premier Giorgia Meloni e Pedro Sanchez. Non ci saranno rappresentanti di Israele e di Hamas, ha scritto oggi il Times of Israel. L’obiettivo del vertice è “porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l’impegno per arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, e aprire una nuove era nella sicurezza e stabilità della regione”.  

“Nessun funzionario israeliano parteciperà”, ha confermato all’Afp Shosh Bedrosian, portavoce di Netanyahu. Ci sarà il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha reso noto il canale qatariota Al-Araby, ripreso dal Times of Israel.  

Teheran ha confermato di aver ricevuto un invito ufficiale dal Cairo per partecipare al vertice su Gaza che si svolgerà domani a Sharm El-Sheikh, hanno riferito i media statali, senza indicare se un rappresentante delle istituzioni iraniane parteciperà all’evento. Durante una riunione di gabinetto, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha informato il governo sull’invito dell’Egitto al presidente Masoud Pezeshkian, “il successivo rifiuto dell’Iran e un successivo invito esteso al ministro degli esteri”, ha riferito l’agenzia di stampa statale Irna, senza rivelare se Araghchi parteciperà.