I ricordi su Craxi, a 25 anni dalla scomparsa

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Bettino Craxi come un politico “in chiaroscuro, figura ingombrante e che si è sempre molto esposto” anche con i giudici di Mani pulite. O lo statista, che “se aveva diritto ai funerali di Stato, allora aveva diritto a essere curato da uomo libero in Italia. Questa ipocrisia va sanata”. E’ tra le considerazioni “con il giudizio sospeso” di Aldo Cazzullo (le prime) e le rivendicazioni da “tigre” di Stefania Craxi (le seconde) che si muove il ricordo di Bettino Craxi.

    Inevitabilmente sfaccettato quanto i ricordi, gli aneddoti e le riflessioni racchiuse nei libri dei due autori, presentati al Senato. In una sala Koch affollata dalla vecchia guardia della politica di centrodestra, oltre alle incursioni di Pier Ferdinando Casini e Piero Fassino, e sotto la regia di Maurizio Gasparri di Forza Italia, il pensiero va all’ultimo leader della Prima repubblica scomparso ad Hammamet 25 anni fa.
    Era il 19 gennaio del 2000 quando il leader e premier socialista muore in Tunisia. Un addio da esule, secondo alcuni.
    Da latitante di lusso secondo altri, viste le condanne per corruzione e finanziamento illecito al Psi a suo carico nell’onda di Tangentopoli. Quest’anno le commemorazioni, organizzate dalla Fondazione Craxi, si concentreranno il 18 gennaio, per ragioni logistiche. E saranno (di nuovo) là dove è sepolto, nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet, oltre a una mostra allestita nell’istituto culturale internazionale della città tunisina. A Roma invece, il 28 gennaio, ci sarà l’anteprima del docufilm “Bettino oltre, Craxi storia di un uomo”, diretto da Andrea D’Asaro e prodotto dalla Fondazione.

    Al Senato il ricordo di Craxi risuona vivido. Per la figlia soprattutto, che conferma una vita da “innamorata del padre” ma che aveva capito subito che “l’unico modo per entrare in contatto con lui era la politica, non c’era altro”. Condizione che la fa sentire vicina a Marina Berlusconi a cui manda un abbraccio: nel giorno in cui la figlia di Berlusconi difende il padre contro il servizio tv di Report, Stefania dice: “Anche Marina difende la verità, si oppone alle mistificazioni e vuole che la storia sia scritta bene”. Idem per la figlia di Craxi, che oggi presiede la commissione Esteri del Senato e che contesta molte accuse rivolte al genitore. A partire da quella di “un esilio dorato” in Tunisia (bensì “dolorosissimo”). E ribadisce che la sua non fu una fuga all’estero, ma una scelta.
    Quindi alza la voce: “Occorre sanare un’ipocrisia: o Craxi è uno statista o era un corrotto. Le due cose insieme non ci possono stare, non possono stare insieme Craxi e la beatificazione di Mani pulite”. Nel suo racconto dal palco c’è spazio pure per gli aneddoti della vita familiare e delle prime estati ad Hammamet, dove la famiglia la portava da bambina. “Ma io volevo andare a Rimini, a Forte dei Marmi, mica in Tunisia. Ad Hammamet allora non c’erano nemmeno i gelati”. Poi però diventa la terra delle risate, delle canzoni, degli amici, degli abbracci. E a confermare la fisicità del politico è anche Cazzullo: “Non ci sono foto in cui Bettino e Stefania non siano abbracciati, credo fosse geloso di lei quanto lei di lui”. Il giornalista spiega infine nella prima versione, il titolo del libro doveva essere “L’ultimo politico”, ma poi dalla Rizzoli gli hanno consigliato di togliere la parola ‘politico’ (si intitola “Craxi. L’ultimo vero politico”) perché “in Italia è quasi una parolaccia, ma un paese in cui la parola ‘politico’ ha una valenza negativa ha un problema con se stesso”.
   

ANSA