Il costituzionalista: “Clamoroso annullamento voto in Romania, Bucarest cauta su finanziamenti campagna”

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Il caso senza precedenti di annullamento delle elezioni in Romania per sospette ingerenze russe “è clamoroso e rimane clamoroso”.
“Rispondo da studioso: la
Corte costituzionale rumena aveva il potere di annullare le elezioni, perché è previsto nella costituzione della Romania”. Lo dice Cesare Pinelli, professore di Diritto costituzionale all’università La Sapienza, che prima di rispondere all’Adnkronos vuole ‘spogliarsi’ dalle vesti di membro rappresentante per l’Italia nella Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, anche detta Commissione di Venezia dal nome della città in cui si riunisce.

Secondo il professore della Sapienza, allievo di Antonio La Pergola, che fu presidente della Corte costituzionale nonché promotore della Commissione europea per la democrazia, dalla lettura della sentenza “risulta che l’annullamento è avvenuto sulla base di una violazione molto acclarata e chiarissima delle norme sul finanziamento della campagna elettorale. Questo candidato (Calin Georgescu, ndr) ha dichiarato di non avere speso nulla per la campagna elettorale mentre risultano finanziamenti tracciati e spese consistenti. Questo elemento si aggiunge all’altro”. Quale è l’altro? “Il finanziamento che avviene da uno stato estero e quindi il rischio di inquinamento del processo elettorale. La decisione della corte rumena è molto cauta. In un rigo dice qualcosa senza fare riferimento alla Russia. Il caso è quindi clamoroso e rimane clamoroso”.

Non c’è riferimento esplicito alla Russia? “Non c’è, ma è immaginabile risponde il giurista E’ normale che non sia stato esplicitato per non provocare ulteriore tensione. Sono cauti visto il clima. Ma tutti capiscono”. Tuttavia così non si mette a tacere chi sostiene che non sia vero. Se ci fosse una dichiarazione esplicita della Corte rumena non crede che si taglierebbe la testa al toro? “Può darsi che lei abbia ragione, ma sono casi molto delicati. E’ una valutazione che si fa quasi esclusivamente di opportunità, non di legittimità. Ed è anche vero che alle brutte ci possano essere anche dei comunicati di chiarimento che ancora non ci sono stati forse perché hanno paura di provocare”, afferma.

“Ritengo comunque che la partita politica sia completamente aperta. Georgescu non si può candidare, ma potrebbe farlo un suo uomo. Quindi potrebbe ancora vincere un candidato filo russo. Votano a maggio, la campagna elettorale si deve fare, dispongono di una potenza di fuoco spaventosa dal punto di vista della invalidazione…”.

Nello scenario Romania, primo stato membro dell’Ue in cui le elezioni sono state invalidate, si colloca il parere alla Commissione di Venezia richiesto da Theodoros Rousopoulos, presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), sulle condizioni e le norme giuridiche in base alle quali una Corte costituzionale potrebbe invalidare le elezioni. Il parere, che sarà votato domani tra le 11.30 e le 12 poco prima della chiusura dell’assemblea plenaria della Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, è stato redatto da Marta Cartabia, che con Pinelli è membro rappresentante della Commissione per l’Italia; Christoph Grabenwarter, Austria; Eirik Holmøyvik, Norvegia; Oliver Kask, Estonia; Inga Milašiūtė, Lithuania; Angelika Nussberger, Germania.

“Noi diamo un parere molto generale che non riguarda il caso specifico della sentenza della Corte costituzionale rumena. La domanda è: è possibile che una Corte possa annullare le elezioni? La risposta è positiva ma a condizioni molto limitate, senza riferimenti al sotto testo rumeno”, conclude il rappresentante per l’Italia, impegnato nei processi di democraticizzazione fin dagli albori della Commissione di Venezia, tanto da essere stato coinvolto anche nel post apartheid in Sud Africa.

(di Roberta Lanzara)