Papa Francesco questa mattina, a sorpresa, è andato a trovare a casa Emma Bonino, che era stata recentemente dimessa dall’ospedale.
“Una visita di cortesia inaspettata e una piacevole sorpresa”, riferiscono ambienti vicini alla stessa Bonino. All’uscita della casa dell’esponente di +Europa, alla domanda di alcuni presenti su come l’avesse trovata, il Papa ha risposto: “Benissimo!”.
Poco dopo la visita Bonino ha scritto su Instagram: “Con enorme sorpresa e piena di emozione, Sua Santità mi ha fatto una graditissima visita. Di Papa Francesco emerge sempre l’aspetto umano straordinario”.
Bonino ha scritto che Francesco le ha donato “un meraviglioso mazzo di rose e dei cioccolatini. Sono rimasta molto colpita dalla forza e comprensione dimostratami già dal suo saluto ‘cerea’ tipico piemontese, per le nostre origini comuni. E avermi detto di essere ‘un esempio di libertà e resistenza’ mi ha riempito di gioia”.
Sono stati molti gli incontri tra il Papa ed Emma Bonino in questi anni. Al centro dei dialoghi soprattutto il tema dei migranti.
Nel febbraio del 2016 Papa Francesco incluse Bonino “tra i grandi dell’Italia di oggi”. In questo elenco c’era l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e anche, tra i “grandi dimenticati”, l’allora sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. Napolitano autore di un “gesto di eroicità patriottica”, quando ha accettato l’incarico per la seconda volta. Mentre Bonino “ha offerto il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa”. E anche se non la pensa come la Chiesa, “pazienza”, disse Francesco, “bisogna guardare alle persone, a quello che fanno”.
Quindi oggi la visita affettuosa ad una persona che il Pontefice stima in modo particolare. La giornata del Papa era iniziata alla Pontificia Università Gregoriana, l’ateneo dei Gesuiti che nella sua secolare storia ha visto passare dalle sue aule 27 santi, 57 beati, 17 Papi. Basti pensare che un cardinale su tre, tra quelli dell’attuale collegio cardinalizio, ha studiato nell’ateneo voluto da Sant’Ignazio di Loyola e poi sostenuto con forza da Papa Gregorio XIII (di qui il nome dell’Università).
Parlando dei prima anni di vita della storica università al centro di Roma, fondata nel 1551 (allora si chiamava “Collegio Romano” e Papa Francesco ha chiesto che si torni a quella denominazione), il Pontefice ha sottolineato: “Siamo nel tempo in cui l’istruzione era un privilegio. Condizione che non si è ancora estinta e che rende attuali le parole di don Lorenzo Milani sulla scuola ‘ospedale che cura i sani e respinge i malati’ ma perdendo i poveri si perderebbe la scuola”.
Il Papa ha anche chiesto se ci sia attenzione all’intelligenza artificiale e ha sottolineato: “Nessun algoritmo potrà sostituire la poesia, l’ironia e l’amore” e “gli studenti debbono prendere contatto con le proprie emozioni”. Quindi ha concluso: “Serve una università che abbia odore di carne di popolo, che non calpesti le differenze” e che “non temi la contaminazione”.
ANSA