Innovazione e Made in Italy a Diplomacy, il festival della diplomazia

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Innovazione, nuove tecnologie, intelligenza artificiale e rapporti internazionali. Questo e molto altro all’interno dell’osservatorio presentato e promosso dall’Associazione Nazionale Giovani Innovatori alla sala stampa della Camera dei deputati in occasione dell’edizione 2024 di Diplomacy Festival della diplomazia.

A condurre lavori il presidente dell’ANGI Gabriele Ferrieri insieme al direttore generale dell’ANGI Francesco Paolo Russo nell’analizzare i dati promossi dall’osservatorio ANGI Ricerche in collaborazione con Lab 21.01 guidata dal direttore del comitato scientifico dell’ANGI, prof. Roberto Baldassari.

All’interno della conferenza, presenti diversi esponenti delle istituzioni, in particolar modo il Presidente della commissione Affari Europei della Camera di deputati On. Alessandro Giglio Vigna e la Vicepresidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori, Pubblici della Camera dei deputati, On. Patty l’Abbate.

All’interno della conferenza stampa numerosi giornalisti e i delegati del Festival della diplomazia presenti che hanno assistito all’analisi dell’osservatorio che ha evidenziato l’importanza della promozione del made in Italy e dello sviluppo del sistema paese all’estero, ivi inclusa la sfida della tornata elettorale americana che vedrà a breve il confronto per chi diventerà il prossimo presidente degli Stati Uniti tra Kamala Harris e Donald Trump.

Siamo lieti come ANGI di proseguire la nostra collaborazione strategica con il Festival della Diplomazia anche quest’annocommenta il presidente Gabriele FerrieriUn Ringraziamento particolare a Giorgio Bartolomucci e alle istituzioni che ci hanno affiancato in questo nostro importante reportage sullo sviluppo del sistema Paese all’estero in cui abbiamo evidenziato il ruolo della AI e delle nuove tecnologie al sostegno del Made in Italy”.


Il sondaggio rivela il Professor Roberto Baldassari, Direttore del Comitato Scientifico ANGI e Direttore Generale LAB21.01 mostra come la percezione dell’opinione pubblica italiana sia orientata verso tecnologie come l’intelligenza artificiale (25,6%), la realtà aumentata e virtuale (18,4%) e la mobilità sostenibile (17,1%) quali principali leve per il cambiamento socio-economico. E i numeri non mentono: la popolazione italiana ha fiducia in un futuro in cui la tecnologia possa davvero trasformare, in meglio, la quotidianità.


Chi guida il cambiamento? Se pensate che solo le istituzioni governative abbiano le chiavi del progresso, vi sbagliate. Sebbene il 52,7% degli intervistati riconosca un ruolo cruciale a ministeri e agenzie governative, c’è un crescente interesse verso un coinvolgimento più attivo delle associazioni imprenditoriali e delle banche italiane. Insomma, per rendere l’Italia un player internazionale, serve un gioco di squadra che includa sia pubblico che privato.


NATO e Cyber Difesa: Amici o Rivali? Un aspetto su cui gli italiani sembrano avere idee piuttosto chiare è la sicurezza globale. Il 42% ritiene che la NATO debba concentrarsi sul rafforzamento della cyber defense, riflettendo una crescente preoccupazione verso minacce che vanno ben oltre il campo di battaglia tradizionale. Meno popolare, invece, l’idea di ridurre il coinvolgimento economico internazionale (18,3%), segno di un’aspirazione a una cooperazione internazionale che protegga, ma che sia anche vantaggiosa per lo sviluppo economico.


Moda, Turismo e Tecnologia: i Punti di Forza Made in Italy


Quali settori italiani beneficerebbero maggiormente da collaborazioni internazionali? Il 16,8% degli intervistati vede nella mobilità e nei trasporti una priorità, seguito da tecnologia e innovazione (16,1%) e turismo e cultura (9,7%). L’immagine che emerge è quella di un’Italia desiderosa di espandere il proprio patrimonio culturale, sfruttando al contempo la tecnologia per rilanciarsi sui mercati globali.


Chi può fermare le guerre?

Il sondaggio ha toccato anche una nota politica: chi, tra Kamala Harris e Donald Trump, potrebbe contribuire maggiormente alla pace mondiale? La risposta è stata per molti chiara: il 62,4% degli italiani vede in Trump una figura potenzialmente più efficace nel promuovere la fine dei conflitti bellici, una visione che riflette un’Italia attenta al pragmatismo diplomatico.