Iran, Paesi del Golfo ad Aiea: “Preoccupati per sicurezza siti nucleari”

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(Adnkronos) Nuovi raid di jet israeliani contro obiettivi militari nel sudovest dell’Iran. A confermare le operazioni sono le forze israeliane (Idf), come riportano i media locali al nono giorno dell’escalation militare tra Israele e la Repubblica Islamica.  

All’alba di oggi il sito nucleare iraniano di Isfahan è stato nuovamente preso di mira da Israele. Lo ha reso noto l’agenzia iraniana Fars, precisando che non ci sono fughe di sostanze nocive o vittime, e la notizia è stata confermata da Israele. 

Nella notte sono stati effettuati una serie di raid su decine di obiettivi in Iran, anche il sito nucleare di Isfahan, hanno fatto sapere i militari israeliani, come riporta il Times of Israel dopo le diffuse dai media iraniani. Alle operazioni hanno partecipato circa 50 jet. Sono state sganciate 150 munizioni, riferisce il giornale. 

“All’interno del complesso” di Isfahan “sono stati presi di mira anche una struttura per la produzione di centrifughe, insieme ad altri obiettivi militari del regime iraniano nella zona”, hanno comunicato le forze israeliane (Idf). Raid, secondo le Idf, hanno colpito tra l’altro mezzi utilizzati per far partire droni in direzione di Israele, depositi di missili balistici e infrastrutture per il lancio, radar e siti della difesa aerea. 

I Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno espresso preoccupazione al direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi. Gli ambasciatori accreditati all’Aiea di Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar hanno trasmesso a Grossi la loro preoccupazione e “l’interesse particolare per la sicurezza dei siti nucleari, soprattutto quelli geograficamente vicini ai Paesi del Ccg”, riporta il giornale Qatar Tribune. 

Hanno sottolineato la “necessità di garantire i più alti livelli di preparazione e misure preventive”, sottolineando il ruolo “fondamentale” dell’Agenzia. Gli ambasciatori hanno parlato delle “conseguenze gravi, sia per le persone che per l’ambiente, che comportano attacchi contro siti nucleari”, che si legge “costituiscono una palese violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario”. 

Gli europei “accelereranno i negoziati” con l’Iran per “uscire dalla guerra e prevenire pericoli ancora più gravi”, ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo un colloquio telefonico con il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Il capo dello stato francese ha espresso al suo omologo la propria “profonda inquietudine riguardante il programma nucleare iraniano”, affermando che “l’Iran non deve avere l’arma nucleare” e dovrà “fornire ogni garanzia del fatto che le sue intenzioni sono pacifiche”.  

“Il presidente iraniano mi ha chiamato”, ha scritto Macron su X. “Ho innanzitutto ribadito la mia richiesta: Cécile Kohler e Jacques Paris devono essere rilasciati. La loro detenzione disumana è ingiusta. Attendo il loro ritorno in Francia”, ha proseguito, parlando dei due cittadini francesi detenuti nella Repubblica islamica.  

“Ho anche espresso la mia profonda preoccupazione per il programma nucleare iraniano. Anche in questo caso, la mia posizione è chiara: l’Iran non deve mai dotarsi di armi nucleari e spetta al Paese fornire ogni garanzia che le sue intenzioni siano pacifiche. Sono convinto che ci sia una via d’uscita dalla guerra e per evitare pericoli maggiori. Per raggiungere questo obiettivo, accelereremo i negoziati avviati dalla Francia e dai suoi partner europei con l’Iran”. 

Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, si è detto “assolutamente pronto per una soluzione negoziata per il nostro programma nucleare”. Lo riporta la Bbc. “La diplomazia ha funzionato in passato e può tornare a funzionare in futuro ha affermato con un riferimento all’accordo internazionale sul nucleare iraniano di dieci anni fa Per noi, per tornare alla diplomazia, bisogna fermare l’aggressione”.  

Da Istanbul, Araghchi ha poi detto che un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran sarebbe “molto, molto pericoloso”. Senza fornire prove, ha anche sostenuto che “gli Stati Uniti sono stati coinvolti nell’aggressione sin dal primo giorno”. L’Iran, ha ribadito, “non può negoziare con gli Usa mentre la sua popolazione è sotto le bombe”.  

Il presidente russo, Vladimir Putin, in un’intervista a SkyNews Arabia rilanciata da Ria Novosti, ha detto che la Russia ha ripetutamente notificato a Israele che l’Iran non ha intenzione di sviluppare ordigni nucleari. 

Recep Tayyip Erdogan è tornato a paragonare Benjamin Netanyahu ad Adolf Hitler. Ha accusato Israele di essere responsabile della crisi in Medio Oriente, puntando il dito contro una politica generalizzata di “occupazione, invasione, distruzione e massacro”, senza risparmiare accuse a Netanyahu, che ha detto gode del sostegno “incondizionato” delle potenze occidentali. 

“Oltre a Gaza, Israele ha attaccato anche Libano, Yemen, Siria e, dal 13 giugno, il nostro vicino Iran è nel mirino del terrorismo di stato israeliano”, ha tuonato. “Come la scintilla accesa da Hitler 90 anni fa incendiò il mondo intero, oggi le ambizioni di Netanyahu non hanno altro obiettivo che trascinare la nostra regione e il mondo in un grande disastro”, ha incalzato, tornando a offrirsi come mediatore per la pace e sollecitando la comunità internazionale a smettere di credere alle “parole velenose di Netanyahu, confezionate con elogi, ma volte in fondo ad aggravare ulteriormente i conflitti”. “La soluzione ha detto Erdogan è nella diplomazia e nel dialogo”.  

Sono almeno 430 i morti e 3.500 i feriti in Iran dal 13 giugno, dall’inizio dell’escalation militare con Israele. A riferire il bilancio è l’agenzia Nour News che come riporta la Bbc cita un bollettino fornito dal ministero della Salute di Teheran. 

Al nono giorno di escalation tra Israele e Iran, i media della Repubblica Islamica riferiscono dell’uccisione di un altro scienziato nucleare in un’operazione militare israeliana. Secondo dell’agenzia iraniana Mehr rilanciate anche dai media israeliani, Isar Tabatabai-Qamsheh è stato ucciso con la moglie in un raid di un drone israeliano che due giorni fa ha colpito un appartamento a Teheran.  

Mentre un drone fatto partire dall’Iran ha colpito stamani un edificio residenziale a Beit She’an, nel nord di Israele. Un altro drone è finito in un campo nel Negev. Lo riferiscono i media israeliani. Non sono state segnalate vittime dopo i fatti di Beit She’an descritti come il primo impatto confermato dall’inizio, il 13 giugno, dell’escalation militare tra Israele e Iran. Da quel giorno, l’Iran è accusato di aver fatto partire più di mille droni in direzione di Israele. Dalla notte scorsa, secondo le ultime , ne sono stati intercettati 40.  

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha reso noto che il comandante della divisione palestinese dei Guardiani della rivoluzione, l’uomo che ha finanziato e armato Hamas prima degli attacchi del 7 ottobre, Saeed Izadi, è stato ucciso in un raid di Israele. Il raid ha colpito l’appartamento di Qom in cui si trovava grazie a “un immenso risultato dell’intelligence e delle forze aeree israeliane”. “Giustizia è stata fatta per gli assassinati e gli ostaggi. Il braccio di Israele raggiungerà tutti i suoi nemici”, ha aggiunto.  

Le forze israeliane affermano inoltre di aver “eliminato” in un raid nell’Iran occidentale Behnam Shahriyari, comandante dell’unità per il trasferimento degli armamenti della Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran iraniani. In un post su X Shahriyari, ucciso “mentre era in viaggio nell’Iran occidentale”, viene descritto come “responsabile per tutti i trasferimenti di armamenti dal regime iraniano ai proxy in Medio Oriente”.