(Adnkronos) Davanti a una folla di palestinesi Hamas ha consegnato oggi, 20 febbraio, alla Croce Rossa le bare all’interno delle quali ci sarebbero le salme di quattro ostaggi israeliani trattenuti nell’enclave palestinese dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Lo riportano i media israeliani, dopo che i feretri sono stati esposti da Hamas su un palco allestito a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Il gruppo aveva confermato per oggi la consegna dei resti di Shiri Bibas e dei suoi due figli, Ariel e Kfir, e di Oded Lifshitz.
Hamas aveva dichiarato che i tre Bibas erano morti a causa di un raid aereo israeliano sulla Striscia di Gaza. Il marito di Shiri e padre di Ariel e Kfir, Yarden Bibas, era stato rilasciato il 1 febbraio da Hamas con altri due ostaggi israeliani, Ofer Calderon e Keith Siegel. L’intera famiglia dei Bibas era stata rapita dalla loro casa nel kibbutz di Nir Oz. La famiglia Bibas e in particolare Kfir sono diventati un simbolo e tra le vittime più note dell’assalto, compiuto da Hamas.
L’identificazione delle salme, ha riferito il ministro della Salute israeliano Uriel Buso, potrebbe richiedere del tempo. “Ho visitato l’istituto di medicina legale per vedere i preparativi per il ritorno dei caduti”, racconta il ministro, sottolineando la necessità di stabilire, se possibile, la causa della morte. “I professionisti qui sono stati preparati in modo che l’identificazione possa essere effettuata il più rapidamente possibile” spiega. “Il processo può richiedere poco oppure molto tempo, perché non abbiamo informazioni precise sulle condizioni delle persone uccise aggiunge . Pertanto, dobbiamo essere pazienti. La cosa più importante è arrivare a un’identificazione chiara per poi potergli dare una sepoltura in Israele”.
Sarà una giornata molto difficile, scioccante, di dolore” aveva detto ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione video, diffusa su X. “Abbracciamo le famiglie, il cuore di un’intera Nazione è lacerato, il mio è straziato. Anche i vostri. E deve esserlo anche il cuore del mondo intero perché qui vediamo con chi abbiamo a che fare, con cosa abbiamo a che fare, mostri. Siamo addolorati, soffriamo, ma siamo anche determinati a garantire che queste cose non accadano mai più”.
L’ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu ha ufficializzato la liberazione di sei ostaggi vivi dalla prigionia a Gaza, prevista per sabato 22 febbraio, come previsto dall’accordo stipulato con Hamas.
Hamas ha, inoltre, detto di essere pronto a liberare, in una sola volta, tutti gli altri ostaggi durante la seconda fase dell’accordo con Israele per la tregua a Gaza. “La liberazione avverrebbe in una volta sola e non per tappe come è stato fatto durante la prima fase”, ha detto all’agenzia Afp Taher al-Nounou, un esponente di Hamas, senza chiarire quanti ostaggi siano attualmente in mano a Hamas o ad altri gruppi nella Striscia di Gaza.
Dal 19 gennaio, quando è iniziata la prima fase della tregua, sono stati rilasciati 19 ostaggi israeliani e più di 1.100 prigionieri palestinesi sono stati liberati dalle carceri israeliane. Al termine della prima fase, a Gaza resterebbero 58 ostaggi, comprese 34 persone che i militari israeliani ritengono siano morte.