Israele, scioperi e proteste in tutto in Paese. Media: raid Idf su ospedale a Gaza City

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(Adnkronos)
Giornata di proteste oggi, domenica 17 agosto, in Israele per chiedere al governo la fine immediata della guerra, per consentire un accordo per il rilascio degli ostaggi, e la sospensione della nuova operazione militare a Gaza. Gli attivisti hanno bloccato diverse strade, inclusa l’autostrada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, in entrambe le direzioni, il Begin Boulevard a Gerusalemme, diverse strade nel nord e nel centro del Paese, sventolando bandiere di Israele e bandiere gialle, che sono diventate il simbolo del sostegno agli ostaggi. Almeno 25 persone sono state arrestate, ha reso noto la polizia, precisando che la maggior parte delle manifestazioni si stanno svolgendo senza incidenti e i dimostranti stanno seguendo le istruzioni delle autorità. 

Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha indetto per oggi, prima giornata lavorativa della settimana in Israele, una giornata di sciopero in tutto il Paese e ha annunciato che domani allestirà un accampamento di protesta al confine con la Striscia di Gaza a cui sarà dato il nome di “Checkpoint 50” (sono 50 gli ostaggi) dove i familiari degli ostaggi rimarranno a tempo indefinito per sollecitare il governo a effettuare passi per il rilascio dei loro cari.  

“Fermeremo il Paese”, ha dichiarato ieri sera, nel suo intervento alla protesta del sabato, Einav Zangauker, il cui figlio Matan, è uno degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Il principale sindacato in Israele Histadrut non ha aderito all’appello. Nella piazza di Tel Aviv rinominata piazza degli ostaggi, in cui da mesi ogni sabato sera si tengono manifestazioni, si sono radunate mamme con i figli, accanto ai passeggini vuoti che nel centro della piazza rappresentano i bambini uccisi negli attacchi di Hamas del 7 ottobre del 2023.  

 

Almeno sette cittadini palestinesi hanno perso la vita a seguito di un bombardamento israeliano nella città di Gaza. Secondo quanto riporta dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, le Forze di Difesa Israeliane (FDI) hanno condotto l’attacco all’alba, colpendo un gruppo di civili presenti nel cortile dell’ospedale Battista. 

Il raid precede l’avvio dei preparativi per le operazioni per il trasferimento forzato dei palestinesi dalle “zone di combattimento” nel Sud di Gaza, annunciato ieri dall’esercito israeliano. Una mobilitazione che segna il primo passo di una nuova offensiva che si estenderà ai campi profughi della costa centrale. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato questa operazione nel fine settimana scorso, generando significative divergenze tra il governo israeliano e l’esercito.  

 

 

Il Ministero della Sanità di Gaza ha comunicato un bilancio aggiornato delle vittime, attestandosi a 61.897 morti e 155.660 feriti (385 dal venerdì), con la precisazione che le cifre potrebbero essere superiori a causa della presenza di numerose persone ancora sotto le macerie. Gli ospedali di Gaza hanno registrato anche la morte di un bambino per denutrizione. Il totale delle vittime per fame, secondo i dati delle autorità di Gaza, ammonta a 251 persone, tra cui 108 bambini. 

 

Raid di Israele contro gli Houthi nello Yemen. L’Idf ha reso noto di aver colpito una “infrastruttura dell’energia usata dal regime terrorista” a sud di Sanaa. Nella zona, secondo i media locali, sono state registrate una serie di esplosioni. L’impianto ha smesso di funzionare. Gli Houthi hanno denunciato una “aggressione”. E’ la seconda volta che la marina israeliana colpisce lo Yemen, dopo l’attacco contro il porto di Hodeida lo scorso 21 giugno. I raid sono stati portati a termine dalle unità missilistiche della marina di Israele. Quello di oggi è stato “attuato in risposta ai ripetuti attacchi dal regime Houthi contro Israele e i suoi cittadini, fra cui il lancio di missili e droni verso il territorio israeliano”, precisa l’Idf.