La maggioranza spinge per accelerare riforma giustizia

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overno e centrodestra puntano a una nuova accelerazione sulla riforma costituzionale della giustizia, e guardano con ottimismo alla prospettiva del referendum confermativo. Nel giorno in cui esce la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati della capo di gabinetto di Nordio, Giusi Bartolozzi, varie fonti confermano che nella riunione dei capigruppo della Camera in programma nelle prossime ore, maggioranza ed esecutivo chiederanno di calendarizzare per la prossima settimana l’approdo in Aula del disegno di legge che introduce la separazione delle carriere dei magistrati, cercando di anticipare di qualche settimana i tempi, rispetto al traguardo di fine settembre o inizio ottobre fin qui ipotizzato.

    Il testo è all’esame della commissione Affari costituzionali (nei prossimi due giorni sono convocate altrettante sedute) per l’iter della “seconda lettura conforme” in cui la riforma, già approvata nell’identico testo da Camera e Senato, non può essere modificata ma o approvata o respinta. Per maggioranza e governo, spiegano fonti parlamentari di centrodestra, il testo è stato largamente esaminato e discusso nei precedenti passaggi parlamentari e non sono quindi necessarie nuove audizioni.

    Sono in vista quindi polemiche con le opposizioni, che nei mesi scorsi hanno duramente osteggiato il provvedimento, al netto del voto favorevole, lo scorso 22 luglio nella votazione in Senato, di Carlo Calenda e delle astensioni degli altri senatori di Azione e Italia viva. È probabile che nella capigruppo la maggioranza cerchi comunque un punto di caduta per anticipare quanto prima i tempi del voto in Aula. Contro la riforma si è schierata duramente l’Anm: anche negli ultimi giorni ha ribadito che “danneggia i cittadini e non i magistrati”. La riforma potrà poi approdare in Senato per il quarto passaggio, quello del via libera definitivo, non prima del 22 ottobre, a tre mesi dalla prima deliberazione di Palazzo Madama.

    Questa nuova accelerazione, però, a sentire fonti di centrodestra, non è legata tanto alle tensioni tra politica e toghe, quanto alla strategia politica di dare la precedenza a una riforma diventata sempre più prioritaria per maggioranza e governo. Un piano, spiegano le stesse fonti, sostenuto dalla convinzione che al referendum (atteso nella prima metà del 2026) “gli italiani premieranno” la scelta di riformare la magistratura separando le carriere. E quel voto popolare, è il ragionamento che ne discende, può rappresentare una sorta di traino verso le elezioni politiche in arrivo qualche mese più tardi, con ogni probabilità nella primavera 2027.

ANSA