
Il centrosinistra è quasi a metà dell’opera. Con il via libera in Toscana alla corsa del governatore uscente Eugenio Giani (Pd), su sette regioni al voto in autunno i candidati già ufficiali sono tre: ci sono anche Matteo Ricci (Pd) nelle Marche e Giovanni Manildo (Pd) in Veneto.
Per adesso, l’alleanza di campo largo tiene in tutte le competizioni. Le trattative fra gli alleati ora si concentrano al sud. Le situazioni che appaiono più complesse sono quelle calabrese e pugliese. La prima per i tempi stretti: il presidente uscente di centrodestra Roberto Occhiuto, fresco di dimissioni e in corsa per il bis, potrebbe fissare il voto già per il 12 ottobre o addirittura per il 28 settembre. Un modo per mettere in difficoltà il centrosinistra, che ancora sta costruendo la coalizione e la rosa di candidati. Anche se ha fatto un passo avanti l’ipotesi Pasquale Tridico.
L’eurodeputato del M5s, che finora era stato refrattario, in un’intervista a La Stampa ha aperto uno spiraglio: “Sono calabrese, amo la mia terra ha detto Spero che questa regione possa essere riscattata e voglio dare un contributo”. Il conto alla rovescia per il voto è iniziato: il consiglio regionale della Calabria è stato sciolto al termine di una seduta convocata per prendere atto delle dimissioni di Occhiuto.
In Puglia, invece, resta difficile la convivenza fra big: al candidato presidente in pectore Antonio Decaro (Pd) pesa la corsa per il consiglio regionale del governatore uscente Michele Emiliano (Pd) e dell’ex governatore Nichi Vendola (Avs).
La segretaria del Pd Elly Schlein guarda al bicchiere mezzo pieno: “Stiamo lavorando con le altre forze alternative alla destra per costruire coalizioni che siano inclusive, con candidature forti per battere le destra ha detto Siamo già partiti nelle Marche con Ricci, nel Veneto con Manildo, mentre dall’altra parte, fuori dagli uscenti, non hanno trovato un candidato”.
Nel centrodestra, per adesso le trattive non decollano: “Io sarei pronto anche domani mattina ha detto Salvini però, da ministro dei Trasporti, il mese di agosto per me è molto meno vacanziero rispetto a quello di altri”. Il segretario della Lega è poi tornato a rivendicare il candidato in Veneto: “È chiaro che squadra che vince non si cambia. Il ragionamento sarà così nelle Marche ed è stato così nelle altre regioni amministrate dal centrodestra”.
L’ultimo scoglio superato dal centrosinistra è stata la candidatura di Giani: prima ha ottenuto l’appoggio del M5s, con un voto on line, e poi l’incarico ufficiale dalla direzione regionale del Pd. La consultazione dei cinque stelle è servita a sbloccare uno stallo dovuto alla “forte contrapposizione” nel partito locale fra i favorevoli e i contrari all’accordo col Pd.
Alla fine i “sì” hanno prevalso col 59%. Ma i malumori non si sono spenti: il gruppo del M5s in consiglio comunale a Livorno ha annunciato che “assieme al gruppo territoriale” farà “le opportune valutazioni” sul sostegno a Giani. Un tema al centro anche dell’incontro on line fra il M5s toscano, il presidente Giuseppe Conte e la vicepresidente Paola Taverna, per fare il punto e cercare massima collaborazione. A partire da quella degli esponenti di quei territori oltre a Livorno, Empoli (Firenze) e Carrara perplessi sul campo largo.
ANSA