“Questa riforma, pur sembrando un cambiamento positivo, rischia di illudere gli studenti e aggravare ulteriormente le difficoltà delle università italiane.” Così Noemi Cottone, membro dell’esecutivo dell’Udu, l’Unione degli universitari, sul disegno di legge, approvato ieri in Senato, che modifica l’accesso ai corsi universitari di Medicina.
Nella nota dell’Udu, si sottolinea come ogni anno circa 60.000 studenti affrontano il test di ingresso in Medicina. Un numero in aumento. Le università, prosegue Cottone, “non sono in grado di gestire un aumento delle immatricolazioni. Il rinvio del numero chiuso non affronta i problemi strutturali alla base del sistema. I tagli al Servizio Sanitario Nazionale e la carenza di medici aggravano una situazione già critica, e il cosiddetto ‘turismo universitario’ non dipende solo dal numero chiuso, ma da una visione più ampia, legata alla mancanza di opportunità e di un futuro stabile per i professionisti della sanità”.
L’idea che il numero chiuso premi il merito è ‘fallace’ e non considera le disuguaglianze sociali, economiche e culturali degli studenti. Il sistema attuale aumenta le barriere per chi proviene da contesti svantaggiati e favorisce chi ha maggiori risorse. Per garantire un accesso equo a Medicina, è necessario conclude investire nelle infrastrutture accademiche e nel sistema sanitario. Solo dopo, quando le risorse saranno adeguate, si potrà davvero parlare di un accesso meritocratico.”