
L’Italia è pronta a fare la sua parte nella ricostruzione di Gaza. Dopo la firma degli accordi di Sharm el-Sheikh, che hanno segnato la prima fase del processo di pace in Medio Oriente, Giorgia Meloni rilancia l’impegno del governo per quella che il presidente americano Donald Trump principale artefice dell’intesa siglata in Egitto ha definito la ‘fase 2’ di Gaza. Allo stesso tempo, la premier mantiene alta l’attenzione sull’Africa, in vista della riunione del Processo di Aqaba che si terrà oggi a Roma.
L’incontro sulla ricostruzione a Gaza
Secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, la presidente del Consiglio, durante la riunione odierna del Consiglio dei ministri, ha chiesto che tutti i dicasteri e le istituzioni, coinvolte nel progetto di ricostruzione, si coordinino per definire i prossimi passi, con “un’attenzione particolare all’aspetto degli aiuti umanitari“. L’incontro è fissato per oggi alle ore 14 a Palazzo Chigi e sarà presieduto dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
La riunione con Re Abdullah II di Giordania
Nel frattempo, la premier parteciperà alla riunione di alto livello del Processo di Aqaba, in programma alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. L’edizione di quest’anno, che celebra il decennale dell’iniziativa, sarà dedicata all’Africa Occidentale, area di grande rilevanza strategica segnata da forti instabilità politiche e dalla presenza di gruppi terroristici e organizzazioni criminali transnazionali. Come ricordano fonti italiane citando il Global Terrorism Index, “oltre la metà delle vittime del terrorismo a livello globale si è registrata in Africa Occidentale”. Quindici dei venti attacchi più letali hanno avuto luogo in questa regione, che comprende quattro dei dieci Paesi più colpiti: Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria. In quest’area è particolarmente evidente il legame tra criminalità e terrorismo, un intreccio che, insieme a fattori come povertà e malnutrizione, alimenta il traffico di esseri umani, droga e armi, oltre a favorire la migrazione forzata.
Al centro dei lavori figurano anche le strategie internazionali per affrontare le cause profonde dell’instabilità, in coerenza con l’approccio del Piano Mattei la strategia italiana per l’Africa fondata su partenariati egualitari e cooperazione per lo sviluppo. Alla sessione prenderanno parte, oltre a Giorgia Meloni e a Re Abdullah II di Giordania, cinque capi di Stato e di governo tra cui quelli di Ciad, Nigeria, Paraguay, Sierra Leone e Togo insieme a rappresentanti di numerosi Paesi africani e asiatici, inviati speciali ed esperti del settore. Come di consueto, i lavori si svolgeranno a porte chiuse.
Cos’è il Processo di Aqaba
Istituito nel 2015 da Re Abdullah II, il Processo di Aqaba è un forum internazionale di dialogo e cooperazione volto a rafforzare il coordinamento nella lotta al terrorismo e all’estremismo, fondato su tre direttrici di azione: prevenzione, coordinamento e superamento delle lacune operative. Dalla sua creazione, si sono svolte 33 riunioni a livello di capi di Stato, ministri ed esperti, dedicate a specifiche aree geografiche. A margine dell’incontro, la presidente del Consiglio avrà colloqui bilaterali con alcuni dei leader presenti. È la prima volta che l’Italia ospita questa iniziativa internazionale.