Meloni sul palco di Fenix: “Minacce si moltiplicano, ma non abbiamo paura”

0
5

(Adnkronos) “È molto importante questo entusiasmo, grazie per questo affetto e questa manifestazione bellissima. Grazie a Fabio (Roscani, ndr) e a tutti i dirigenti Siete uno spettacolo. Dimostrate di essere un movimento con un’identità, autonomia, credo che sia il modo più sano e utile di interpretare il ruolo di movimento giovanile”. Lo dice la premier Giorgia Meloni intervenendo dal palco di Fenix, la festa di Gioventù nazionale, dopo esser stata accolta dal coro ‘C’è solo un presidente’. 

“Mi ha fatto sorridere che vi definissero i Giovani di Meloni aggiunge . Io penso che lo facciano per sminuire il vostro ruolo, che siete semplice manovalanza, perché gli fa più comodo dipingervi come dei burattini, per non dover raccontare la realtà. Se siete qui è perché non siete dei burattini, se siete qui è perché ragionate con la vostra testa, non vi limitate a ripetere quello che dicono gli altri, e non credete a quello che la gran parte dei media e una minoranza organizzata sui social tenta di propinarvi ogni giorno”. 

“Qualche giorno fa nessuno dei moralizzatori che hanno riempito le pagine di commenti su di voi ha ritenuto di dover dire mezza parola sull’ignobile post pubblicato da sedicenti antifascisti che esibiva l’immagine di Charlie Kirk a testa in giù, con la scritta meno uno. Non ci facciamo fare la morale da questa gente, e siamo fieri e orgogliosi di non essere come loro”, continua la premier. 

Perché, chiede, “Charlie Kirk “faceva così paura La risposta ce l’hanno data quelli che hanno festeggiato la sua morte. Ho visto gente che ha fatto stampare delle magliette con la foto di Kirk, il sangue che sgorga dal collo e la scritta ‘vinci questo dibattito'”. 

“Charlie Kirk faceva paura perché era bravo, ha dimostrato quanto fossero irragionevoli alcune tesi che vogliono imporci a forza. Era pericoloso perché smontava la narrazione del mainstream con la logica, perché dava voce a quella maggioranza di persone che la pensa come lui e che ha dovuto finire per sentirsi sbagliata aggiunge Meloni . Andava fermato perché era libero, coraggioso e capace, le persone così fanno paura a chi pensa di poter imporre con la forza le proprie convinzioni”.  

E ancora: “Non avremo paura dei tentativi di censura, degli insulti, delle minacce
che man mano che dimostriamo che sappiamo governare questa Nazione si moltiplicano. Non abbiamo avuto paura ai tempi in cui potevi essere ammazzato a colpi di chiave inglese per aver scritto un tema sulle Brigate rosse e non abbiamo paura oggi e non avremo paura domani, perché tutto questo ci ha sempre resi più consapevoli e coraggiosi”.  

“Non siamo come loro, non lo diventeremo mai, e non cadremo ribadisce Meloni nella loro trappola perché sarà sempre l’amore e non sarà mai l’odio a muovere quello che facciamo”. 

“Io ho sempre avuto grande rispetto per chi non la pensa come noi, a me ha sempre spaventato il nichilismo, combatto molto di più in chi non crede in niente. Noi siamo stati cresciuti così, sono gli altri che non sono stati cresciuti, con l’idea che chi era diverso da te andava abbattuto. Era così anche Charlie Kirk, per questo la sua morte ha creato indignazione in tutto il mondo e ha fatto riflettere”, aggiunge Meloni. 

La premier ricorda poi come “abbiamo avuto il coraggio di dire, fin dal primo giorno alla guida di questa nazione, fin dal primo provvedimento varato in Consiglio dei ministri, che la mafia fa schifo e la combatteremo con tutte le forze che abbiamo. Che non cederemo mai sul carcere duro quando altri invece avevano provato a smantellarlo, che riporteremo lo Stato in quei territori dove lo Stato aveva fatto un passo indietro come abbiamo fatto a Caivano e stiamo facendo in altre realtà, che difenderemo e potenzieremo la legislazione antimafia, perché ci guida l’esempio di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino e tutti quei servitori dello Stato che hanno fatto tutto per costruire l’Italia libera dalla mafia”.  

“Abbiamo avuto il coraggio di dire che la precondizione per ogni libertà è la sicurezza dei cittadini. La sinistra ha gridato alla deriva autoritaria” per il dl Sicurezza. “L’autoritarismo è una compressione delle libertà e allora torno a fare questa domanda: ‘quali sono queste libertà che noi avremo compresso con il decreto Sicurezza’”, continua la premier nel suo intervento. 

“E’ un decreto spiega con il quale ci occupiamo di combattere le truffe agli anziani, occupare le case abusive, di impedire che i bambini vengano mandati a fare l’elemosina, di rendere le pene più severe per chi insulta e aggredisce le forze dell’ordine. Queste non saranno mai le nostra libertà. Lasciamo alla sinistra il privilegio di difenderle”, aggiunge Meloni. 

Incalza la premier: “Difenderemo le libertà che sono state compresse, la libertà di farsi scegliere da chi farsi governare, di fare impresa, di avere un lavoro anziché dover dipendere dallo Stato magari per essere costretti a votare un partito che non ti piace. La libertà di scegliere che educazione dare ai propri, la libertà per una donna di scegliere se essere madre o avere una carriera, la libertà di andare in giro per il mondo e dire ‘Non fare furbo con me io sono italiano’”.  

Quindi l’attacco: “La sinistra si occupa di dare uno stabile pubblico agli sfollati del Leoncavallo, noi invece abbiamo messo 270 milioni di euro su un fondo di garanzia statale per l’acquisto della prima casa e lavoriamo a un piano per la casa per le giovani coppie per avere case a prezzi calmierati”. 

Continua Meloni: “C’è un’altra libertà che vogliamo restituire agli italiani, che è la libertà di sapere che il tuo valore va riconosciuto, che se ti impegni puoi cambiare il corso della tua vita. In una parola la libertà del merito, che è l’unico vero ascensore sociale, chiaramente se viene accompagnato dall’uguaglianza nel punto di partenza”.  

“Una parola aggiunge che la sinistra post sessantottina considera quasi un insulto e ha tentato di farla sparire dal vocabolario, perché aveva bisogno di mettere tutti allo stesso per favorire chi aveva la tessera di partito. Noi l’abbiamo rimessa al centro dell’azione di governo, nella scuola, nell’università e nel lavoro. Il merito è il motore più potente dello sviluppo di una nazione”. 

Meloni considera, dice ai giovani Fdi, “una piccola ma grande rivoluzione fondata sul merito la riforma delle modalità di accesso a Medicina, un provvedimento che in molti sostenevano fosse impossibile da realizzare. Ma penso che la parola ‘impossibile’ sia la coperta di Linus che i vigliacchi usano per non fare i conti con la realtà”. 

E poi “la riforma dell’esame di maturità, introduzione di un principio banale che nessuno aveva previsto di codificare, e cioè: se ti rifiuti di sostenere una delle prove di esame, vieni bocciato. Se fai volontariamente scena muta, magari perché pensi di portare avanti chissà quale battaglia politica il compito, devi ripetere l’anno. Perché il compito della scuola è insegnare, ma anche accettare il giudizio, rispettare le regole, e insegnare che a ogni cosa che fai seguono delle conseguenze. Perché non ne possiamo più dei disastri del ’68, dello logica del 6 politico, del livellamento verso il basso, della demeritocrazia costruita su una distorta concezione di uguaglianza”.  

S
cuola e università per la premier “devono essere liberate dalla gabbia opprimente e asfissiante in cui la sinistra ha tentato di richiuderle per troppo tempo, ed è per questo abbiamo avuto il coraggio di spezzare quella distruttiva spirale assistenzialista con la quale lo Stato diceva ai suoi giovani ‘Non ho bisogno di te, della tua energia, del tuo talento, resta a casa ad aspettare la paghetta di Stato’. Noi pensiamo che il compito dello Stato sia tutt’altro”. 

Poi la battuta sul derby Lazio-Roma, iniziato durante il discorso di Meloni: “Adesso concludo, che c’è una partita importante e non voglio fare la fine di Fantozzi con la corazzata Potemkyn con le radioline…”. 

“In questi tre anni abbiamo iniziato a costruire un mosaico nuovo, ci sono molti altri tasselli da inserire perché i problemi che abbiamo ereditato non sono ovviamente tutti risolti. Siamo troppo seri per dire che va tutto bene, che il nostro lavoro è stato perfetto. Ci vorrà ancora tanta determinazione, tanto sacrificio, tanto impegno, tanta fatica per rompere quei meccanismi bloccati, per superare le troppe rendite di posizione che tengono imbrigliata questa nazione, che impediscono di tracciare la rotta”, ha detto ancora. 

Quindi la promessa: “Io vi prometto che continuerò a mettercela tutta, fino all’ultimo, fino in fondo. Perché quella che abbiamo per le mani è un’occasione storica che non sprecheremo, non ce lo potremmo permettere. Continueremo a tenere alto lo sguardo, a sognare in grande, a non accontentarci e chiaramente chiedo a voi di fare lo stesso, di continuare a custodire l’amore per le grandi imprese e le avventure più rischiose”, aggiunge Meloni. 

Ecco quindi il messaggio ai ‘suoi’ giovani: “Sappiate distinguere ciò che è vero e profondo da quello che non lo è. Lo schermo di un cellulare non può tenervi al riparo dalla vita, dalle emozioni, da quello che deve essere affrontato guardando gli altri negli occhi. I vostri pensieri non staranno mai in 140 caratteri, quelli veri non ci possono stare. L’anonimato di un account fake non vi rende più liberi, vi rende più vigliacchi. L’orologio che avete al polso, l’auto che guidate, il trucco che mettete in faccia, la marca dei jeans non stabiliscono il vostro valore se non siete in vendita”.  

“Tutto quello che brilla spiega è una distrazione o una trappola. Salvo il sole, perché il sole illumina e vi consente di vedere le cose per come sono, ma anche perché per vederlo dovete rivolgere lo sguardo verso l’alto. Ed è in alto che dovete guardare e tendere se volete fare qualcosa di grande di voi e della vostra vita: non adagiatevi, non accontentatevi, non commiseratevi”.  

“Mettetevi sempre alla prova, non siate indulgenti con voi stessi neanche quando lo sono gli altri perché, come scriveva Mark Twain, tra vent’anni non sarete delusi da quello che avete fatto ma da quello che non avrete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele, esplorate sognate scoprite. Buon vento ragazzi, ci vediamo nella tempesta”, conclude Meloni.