Meloni vede spiragli ma avverte: ‘Kiev tratta le condizioni’

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“Si apre finalmente una spiraglio per discutere di pace in Ucraina. L’Italia sta facendo la sua parte insieme ai suoi alleati occidentali”. Giorgia Meloni legge il bicchiere mezzo pieno dopo il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin e, sostenuta dal governo, fissa un paletto che per Bruxelles è intoccabile: “l’accordo è ancora complicato ma finalmente possibile, soprattutto in seguito allo stallo che si è creato da molti mesi lungo la linea del fronte. Solo l’Ucraina potrà trattare sulle condizioni e sui propri territori”, chiarisce la premier dopo aver partecipato, di buon mattino, prima alla telefonata dei leader europei con il presidente Usa, poi a quella con il leader Ucraino Zelensky.

L’opposizione non gradisce questa lettura, definendola ‘buonista’, del vertice a due in Alaska e parte all’attacco: “è imbarazzante leggere nero su bianco l’esultanza di Meloni per “spiragli per discutere di pace” dopo la politica guerrafondaia e ostile a negoziati condotta da Chigi in questi anni. I fatti parlavano chiaro già prima di questa foto: l’Europa è un attore non protagonista sulla guerra in Ucraina”, incalza il leader M5s Giuseppe Conte. Sulla stessa linea il Pd: “sul vertice tra Trump e Putin i toni trionfalistici del governo sono fuori posto”, sottolinea la segretaria Elly Schlein.

“L’Ucraina non c’era. L’UE non c’era. Trump non ha ottenuto nulla da Putin, se non di riabilitarlo accogliendolo con tutti gli onori sul tappeto rosso. Non hanno raggiunto alcun accordo sul cessate il fuoco, anzi, è stato tolto dal tavolo. La verità, come diciamo da tempo, è che non si può negoziare una pace giusta aggiunge senza che a quel tavolo ci siano anche l’Ucraina e l’Unione europea, perché nessuno deve trattare sulle condizioni e i territori al posto del Paese che è stato ingiustamente invaso”. Al di là dei giudizi più o meno positivi sull’utilità di questo confronto a due, senza la presenza del presidente ucraino Zelensky, appare chiaro a tutti che il problema centrale resta quello della sicurezza futura dell’Ucraina e, di conseguenza, dell’Europa. Ne è consapevole anche Giorgia Meloni che proprio dopo la telefonata con i partner europei al presidente ucraino, spiega: “il punto cruciale rimane quello delle garanzie di sicurezza per scongiurare nuove invasioni russe ed è questo l’aspetto su cui si sono registrate ad Anchorage le novità più interessanti”. Si tratta in sostanza della linea europea di queste settimane che la premier condivide: “solo robuste e credibili garanzie in tal senso potranno prevenire nuove guerre ed aggressioni. A questo riguardo, il Presidente Trump ha ripreso l’idea italiana di garanzie di sicurezza che si ispirino all’articolo 5 della Nato. Il punto di partenza della proposta è la definizione di una clausola di sicurezza collettiva che permetta all’Ucraina di beneficiare del sostegno di tutti i suoi partner, USA compresi, pronti ad attivarsi nel caso sia attaccata di nuovo”.

Non è poco se si pensa che secondo i media Vladimir Putin avrebbe addirittura chiesto che la lingua nazionale ucraina sia quella russa. Se da parte dell’opposizione si chiede con forza un’azione più incisiva dell’Unione europea e quindi di convocare in tempi rapidi un Consiglio straordinario, l’esecutivo fa quadrato: “il governo italiano sostiene l’azione del presidente Trump, il lavoro degli Stati Uniti ma nello stesso tempo siamo pronti a collaborare fattivamente, insieme ai Paesi europei, alla realizzazione di un vertice di Trump con Zelensky e Putin”, osserva il ministro degli Esteri Antonio Tajani offrendo anche la disponibilità dell’Italia ad ospitare un auspicabile vertice trilaterale. “Siamo sempre protagonisti per la costruzione della pace, andremo avanti per accogliere incontri, siamo a disposizione, ma continueremo con un intenso lavoro diplomatico a lavorare affinché la fine della guerra abbia tempi rapidi”, assicura il titolare della Farnesina. Positivo verso l’azione del presidente Usa anche l’altro vicepremier Matteo Salvini: “Ogni passo in avanti verso la Pace, come quello di Achorage, è una buona notizia. Come chiesto da Papa Leone, che al posto delle armi torni a parlare la diplomazia, senza che nessuno la ostacoli”, scrive su X il leader della Lega.

ANSA