“Ricordo le nostre battaglie quando il dibattito pubblico si accendeva intorno ai casi Englaro o Welby. Ma siamo sempre rimasti della stessa idea: la sacralità della vita è un principio non negoziabile. Lo condivido ancora, ma dal giorno in cui ho avuto un malore qualcosa è cambiato”. Lo racconta alla Stampa il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (FdI).
Il malore avvenne a Montecitorio nel gennaio del 2022: “Avevo appena finito il mio intervento quando sono collassato. Se ne accorsero Fabio Rampelli e Davide Galantino. Avevo degli spasmi respiratori. Mi portarono in codice rosso al Gemelli, dove arrivai in pre coma. La chiamano sindrome vagale. Decisero di stabilizzarmi in coma farmacologico. In quelle ore, però, restai sempre cosciente. Perfettamente lucido. Ascoltavo e capivo tutto quel che succedeva intorno a me, ma ero paralizzato. Non potevo muovere neppure gli occhi. Ero diventato un oggetto dotato di coscienza. Mi sentii completamente impotente. Ero disperato”.
In quei momenti, afferma Mollicone, aveva pensato: “‘Se sono condannato a restare in queste condizioni, meglio che qualcuno stacchi la spina’. Non volevo diventare un peso, restare attaccato a una macchina. Ma non sapevo di essere stato messo in coma farmacologico, temevo che la cosa non fosse reversibile”. Dopo il risveglio però “mi sono chiesto se ciò che avevo vissuto in quella terribile notte potesse essere considerata vita. Ora capisco che, in certi casi limite, l’eutanasia possa essere un’opzione”.
“Razionalmente rimango assolutamente convinto della posizione di FdI sottolinea Mollicone, definendosi inoltre cattolico praticante la vita è sacra. Quando fai un percorso comunitario in un partito, l’aspetto personale devi metterlo da parte”. Però “ho capito che devo ascoltare le ragioni di chi è dall’altra parte e chiede una legge sul fine vita affermato Faciliterò il dialogo, anche con la Luca Coscioni, anche con Marco Cappato. Prima pensavo che su questo tema ci fosse una strumentalizzazione politica, ideologica, oggi invece capisco il dolore di chi vive quella situazione e di chi gli sta attorno”.
Se arrivasse in Aula una legge sul fine vita però “seguirei le indicazioni del mio partito”. In ogni caso, conclude, “auspico che si faccia chiarezza dopo un confronto anche aspro in Parlamento”.
ANSA