18 settembre 2025 | 14.34
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Uno dei maggiori problemi nella conservazione dei Beni Culturali riguarda la tutela dei manufatti in legno, particolarmente vulnerabili agli agenti atmosferici. È il caso dei portoni monumentali della sede della Banca d’Italia a Bari, che si trovano a pochi metri dal lungomare e sono sottoposti all’azione erosiva della salsedine, delle radiazioni solari intense e delle precipitazioni. Nel corso degli anni, frequenti interventi di restauro si sono resi necessari a causa del progressivo degrado dei protettivi applicati. È in questo contesto che è stata sperimentata l’applicazione di un innovativo trattamento nanotecnologico, fornito dal laboratorio “4ward360” guidato da Sabrina Zuccalà. “I nanosilicati, grazie alle loro straordinarie proprietà idro e oleo repellenti, hanno permesso di creare una barriera invisibile in grado di respingere acqua, contaminanti e agenti inquinanti, senza alterare l’aspetto originale del legno” spiega l’architetto Roberto Borgogno, restauratore di beni culturali che ha coordinato l’intervento-. L’applicazione del prodotto, realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici di Bari e la direzione della sede bancaria, è stata eseguita con un particolare dispenser che vaporizzano la sostanza sulla superficie, garantendo un’applicazione uniforme.
“Dopo un anno dall’intervento, i portoni hanno mantenuto le loro caratteristiche, resistendo agli agenti atmosferici senza necessità di ulteriori interventi”, continua Borgogno. “Questo dimostra come l’innovazione tecnologica, in particolare l’utilizzo di nanoprotettivi, possa rappresentare una soluzione efficace per la conservazione di manufatti lignei esposti a condizioni ambientali estreme”. Soddisfatti dei risultati ottenuti, Sabrina Zuccalà, presidente del laboratorio nanotecnologico 4ward360, e Maurizio Minerva, amministratore dell’azienda, che festeggiano il successo dell’innovativo trattamento applicato sui portoni della Banca d’Italia.” Oggi a distanza di anni – afferma Zuccalà è stato dimostrato che il nostro è stato un intervento scientifico importante e abbiamo avuto la certezza che ancora il materiale del portone è ancora in ottimo stato”. “L’integrazione di competenze multidisciplinari – spiega ancora Zuccalà -dalla chimica dei materiali al restauro, è fondamentale per individuare le migliori strategie di intervento e preservare il nostro patrimonio culturale per le generazioni future. Il caso dei portoni della Banca d’Italia a Bari rappresenta un esempio virtuoso di come l’innovazione possa contribuire alla tutela del patrimonio”.