Per Meloni è un momento cruciale per l’Ucraina: ‘Restiamo uniti’

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 Il momento è cruciale. E il timore che ci possano essere “sorprese” aumenta di conseguenza. Ma Giorgia Meloni parte per Washington con la convinzione che lo “spiraglio” aperto dall’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin possa portare a qualche risultato concreto che al momento ancora non si vede. Continuando a mantenere quella “unità” dell’Occidente predicata fin dal primo momento, e continuando a lavorare a fianco agli Stati Uniti, si potrà arrivare a quella pace “che assicuri la sovranità e la sicurezza” di Kiev, che è obiettivo italiano, europeo e ucraino.

Due le premesse imprescindibili, come ha sottolineato Palazzo Chigi al termine della call dei Volenterosi, preparatoria del vertice allargato alla Casa Bianca con Volodymyr Zelensky: nessun passo “senza” Kiev, che dovrà essere “coinvolta in ogni decisione relativa al suo futuro”. E “solide e credibili” garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Passando per quel meccanismo “modello articolo 5” della Nato che è l’idea che Roma ha proposto fin dalla prima riunione della Coalizione convocata da Emmanuel Macron a Parigi, non si stancano di ripetere nella maggioranza e nell’esecutivo. Proposta su cui il primo a essere sempre freddo è stato proprio il presidente francese, che ancora puntualizza che “un articolo teorico non è sufficiente” e va accompagnato da “un esercito ucraino forte”. Ma non ci sono “contrasti”, puntualizzano i fedelissimi della premier, perché le due cose non si escludono. Altro sarebbe inviare truppe sul confine est dell’Ucraina, ma ora non è il tempo delle divisioni. Rimanere “uniti” è fondamentale.

Tutele sul modello dell’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica è una proposta su cui “nelle ultime ore stanno convergendo tutti gli altri partner internazionali, a partire dagli Stati Uniti” dice con “orgoglio” il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami mentre il ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti, respingendo le critiche delle opposizioni alla linea del governo dopo il vertice in Alaska, si chiede se la sinistra non sappia “giocare con la maglia dell’Italia”, ricordando pure le “battute disfattiste” nel momento in cui Meloni prospettò quella soluzione come la più “idonea a garantire in futuro la sicurezza della stessa Ucraina”. Soluzione che oggi è al centro del dibattito e sarà portata al tavolo alla Casa Bianca. A taccuini chiusi più di uno nella maggioranza non nega il rischio che un accordo, di fatto, tra Trump e Putin sia già stato in qualche modo delineato. Ma anche in questa ottica per Roma ancora più importante diventa assicurare protezione a Kiev per il futuro, che equivale ad assicurare protezione all’Europa, come la premier ha ripetuto in ogni occasione.
   

ANSA