Presentati i dati della ricerca NeXt Economia e Fondazione Unipolis sui comportamenti sostenibili degli italiani

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(Adnkronos) Il 61% degli intervistati è consapevole dell’impatto delle proprie scelte economiche, ma non le mette in atto per la scarsa fiducia nei comportamenti altrui 

In Italia lo sforzo verso l’equità e la sostenibilità nel sistema economico e sociale è sotto la sufficienza, ma chi è impegnato in tale cambiamento vanta un incremento significativo della propria soddisfazione di vita 

20 febbraio 2025. Il 61% degli italiani è consapevole dell’impatto delle proprie scelte economiche, ma non le mette in atto per la scarsa fiducia nei comportamenti altrui. È quanto emerge dal Primo Rapporto sulla Nuova Economia in Italia, curato da NeXt Economia con il contributo di Fondazione Unipolis, la fondazione d’impresa del Gruppo Unipol, che ha voluto indagare l’attuale livello di consapevolezza e di mobilitazione degli italiani verso scelte e pratiche di produzione, consumo e risparmio responsabile. 

Secondo la ricerca realizzare la Nuova Economia, ovvero quel cambiamento verso l’equità e la sostenibilità nel sistema economico e sociale, è estremamente importante, ma è un processo di natura collettiva che riunisce un elevato numero di variabili. 

Lo studio ha cercato di ricondurle a sei fattori determinanti, per capire che ruolo giocano sulla vita delle persone e come, di conseguenza, andare ad incidere per modificarne i comportamenti: i) Conoscenza degli strumenti della nuova economia; ii) Credibilità delle aziende (percepita dagli intervistati); iii) Disponibilità a pagare (per prodotti sostenibili); iv) Informazione; v) Consapevolezza personale dell’urgenza del cambio di paradigma; vi) Consapevolezza personale dell’impatto delle scelte economiche sulla sostenibilità. 

Le statistiche descrittive dell’indicatore composito di Nuova Economia restituiscono un quadro in cui la media del campione si ferma a un livello pari a 0,472 (su 1), dimostrando un livello generale inferiore alla sufficienza. 

Analizzando i sotto-campioni emerge che il risultato migliore è quello costituito da chi ha un livello più elevato di partecipazione (0,521), seguito dagli imprenditori (0,517), da chi ha un alto reddito e da chi ha un alto livello di istruzione (0,499). Punteggi sopra la media del campione si registrano anche per gli sportivi (0,493), gli under 40 (0,489), i volontari (0,488), i non pensionati (0,487), i donatori (0,487), le donne (0,476) e chi abita al nord (0,473). 

In sintesi, avere una vita attiva e partecipe a quella della comunità ci rende più sensibili e attenti rispetto anche alle scelte individuali di consumo evidenziando che il capitale umano, sociale e relazionale contribuisce positivamente. I valori leggermente sopra la media delle donne e degli abitanti del nord mostrano differenze geografiche e di genere, ma non così marcate da suggerire una polarizzazione forte. 

I dati mostrano una chiara relazione tra livelli più elevati di Nuova Economia e il benessere percepito, evidenziando un incremento significativo della soddisfazione di vita (7,61 contro 6,92) per chi appartiene al gruppo con valori superiori alla media. La significatività statistica delle differenze (IC 95%) rafforza la validità di questa associazione. Analogamente, si osservano differenze rilevanti in altri ambiti: le relazioni familiari, amicali e lavorative risultano percepite come più soddisfacenti nei gruppi con alti livelli di Nuova Economia, suggerendo che l’inclusione economica e sociale favorisce una maggiore armonia personale e relazionale. 

Un aspetto interessante emerge anche dalla fiducia negli altri (6,41 vs 5,28) e dalla felicità derivante dal miglioramento delle condizioni altrui (9,29 vs 8,82), che indicano un maggiore orientamento altruistico e una visione più positiva del tessuto sociale. Complessivamente, questi dati suggeriscono che un’elevata partecipazione alla Nuova Economia non solo favorisce il benessere individuale ma alimenta un senso di comunità e fiducia interpersonale. 

“La crisi climatica e la transizione ecologica hanno reso patrimonio comune la consapevolezza che le nostre scelte di consumo e risparmio hanno effetti importanti sulle persone e sul mondo che ci circonda dichiara il prof. Leonardo Becchetti, Cofondatore di NeXt Economia I comportamenti responsabili sono diffusi ma superano una soglia critica per diventare cultura comune di massa solo quando si accompagnano con regolamentazione ed infrastrutture opportune come è storicamente accaduto per la raccolta differenziata. I dati della ricerca dimostrano come le persone che “votano col portafoglio” dando un contributo generativo alle loro scelte sono più soddisfatte della loro vita. Civismo e cittadinanza attiva sono più diffusi tra le persone abituate ad impegno e sacrificio per raggiungere obiettivi e dimostrano come la felicità non è un destino ma dipende dai progetti di vita”. 

La sfida principale consiste nel rafforzare e rendere più efficaci i fattori abilitanti che possono sostenere la crescita della Nuova Economia. Questi fattori includono norme sociali condivise e integrate, infrastrutture fisiche efficienti, ecosistemi digitali avanzati e reti relazionali solide, capaci di connettere persone e organizzazioni in modo sinergico. 

L’obiettivo è promuovere lo sviluppo e l’allenamento di competenze generative e cooperative, indispensabili per affrontare le complesse dinamiche economiche e sociali contemporanee. Questo percorso deve partire dalla creazione di esperienze di istruzione e formazione che siano diffuse sul territorio, facilmente accessibili a tutti e supportate da un approccio multicanale, in grado di raggiungere diversi segmenti della popolazione. Tali esperienze formative devono focalizzarsi non solo sui contenuti teorici, ma anche sulle dinamiche pratiche, sugli strumenti operativi e sulle prassi consolidate della Nuova Economia. Attraverso questo approccio, e la creazione di una cultura diffusa e condivisa possiamo favorire un cambiamento sistemico verso modelli economici più responsabili e inclusivi. 

“Da anni Fondazione Unipolis, che ha concorso alla costituzione di ASviS insieme all’Università di Tor Vergata, è impegnata nella diffusione di saperi in materia di sostenibilità, per colmare una lacuna che il sistema formativo ha, negli anni, ignorato. Convinta dell’importanza della cittadinanza attiva come leva per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ha inoltre sperimentato diversi percorsi di empowerment dei giovanissimi su questi temi. L’idea di misurare l’impatto sui comportamenti pratici, che sono poi quelli che ci aiutano a cambiare il modello di sviluppo, ci ha da subito coinvolto ed abbiamo trovato in questa indagine tante conferme ai presupposti che noi avevamo adottato per disegnare i nostri interventi” afferma Marisa Parmigiani, Direttrice di Fondazione Unipolis.