Proposta di FdI, velo integrale vietato

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Divieto del velo integrale che copre il volto in luoghi pubblici, uffici, scuole e università; regolamentazione dei finanziamenti alle moschee; pene più severe per il reato di induzione al matrimonio mediante l’inganno: sono alcune delle novità normative che FdI punta a introdurre con un progetto di legge “contro il separatismo”.

“Serve a contrastare la nascita di enclave, contro-società in cui si applica la legge sharitica e non l’ordinamento italiano, e dove prolifica il fondamentalismo islamico”, ha spiegato la deputata di FdI Sara Kelany, che ha firmato la proposta di legge con il capogruppo Galeazzo Bignami e con Francesco Filini, presentata alla Camera con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.

 Come ha rimarcato Filini, questa proposta di legge riguarda “uno dei capisaldi dell’azione politica di FdI: l’Italia è accogliente e tollerante, ma difendiamo con le unghie e i denti i principi della libertà culturale e religiosa”. In sostanza la proposta di legge interviene anche su niqab e burqa, prevedendo il divieto “di indumenti che coprano il volto delle persone, di maschere o di qualunque altro mezzo” che rende “difficoltoso il riconoscimento della persona, in luoghi pubblici, aperti al pubblico, luoghi di istruzione di qualunque ordine e grado, università, esercizi commerciali e uffici”. E prevede una sanzione amministrativa da 300 a 3mila euro.

“Questa norma ha spiegato Kelany affronta due necessità: quella di sicurezza dei cittadini che devono poter sapere con chi hanno a che fare; e quella di non mortificare la dignità delle donne, perché cancellare il volto della donna vuol dire mortificarne la dignità”.

“Questo è l’aspetto di minore difficoltà applicativa. Invece sulle fonti di finanziamento e sostegno a interventi di natura urbanistica finalizzata a insediamenti di luoghi religiosi si dovrà concentrare lo sforzo, anche attuativo del legislatore”, ha sottolineato Bignami, illustrando la proposta di legge, che prevede disposizioni per tracciare i finanziamenti per gli edifici di culto, per rendere chiara e trasparente la provenienza dei fondi e evitare “che derivino da persone fisiche o giuridiche con fini contrari all’ordinamento dello stato e che possano in qualche modo turbare l’ordine pubblico”. Inoltre si propone di disciplinare “la comunicazione dei finanziamenti provenienti dall’estero, specificandoli, al Ministero dell’Interno”. Una misura necessaria, ha aggiunto Delmastro, “perché è di tutta evidenza che dietro i finanziamenti di alcune moschee, al di là del problema delle moschee abusive, si possa nascondere un soft power esercitato da associazioni, enti e parti terze con altre finalità”.

FdI inoltre, ha spiegato Kelany, propone di “rafforzare la normativa del Codice rosso sui matrimoni forzati”, innalzando le pene, da 2 a 7 anni anziché da 1 a 5, per il reato di induzione al matrimonio mediante inganno. Una soluzione, “per contrastare al meglio il fenomeno dei matrimoni combinati, che spesso ledono i diritti di persone minorenni o comunque molto fragili”. Si prevede inoltre di punire “chiunque, con violenza o minaccia o facendo leva su precetti religiosi ovvero sfruttando una situazione di vulnerabilità, costringe altri a contrarre matrimonio, anche in un Paese estero, con la reclusione da quattro a dieci anni”. Pena incrementata se il reato è commesso ai danni di minorenni.

La proposta prevede poi due nuove fattispecie penali (con carcere da 2 a 5 anni), relative all’esame obiettivo di verginità e al rilascio del certificato di verginità, salvo la causa di giustificazione per il medico che effettua l’esame per ragioni sanitarie. FdI punta poi ad allargare il perimetro del reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, punendo anche “chi propaganda idee fondate su superiorità e odio di natura religiosa”, e prevedendo la possibilità, per il Prefetto, di chiudere temporaneamente luoghi di culto dove svolgono queste condotte delittuose.

ANSA