
Sollievo per essere tornati in Italia. Ma anche rabbia. Per come sono stati trattati dagli israeliani, dai fucili spianati agli insulti ricevuti anche sul volo verso Fiumicino. E preoccupazione. Per la sorte degli altri compagni della Global Sumud Flotilla, rimasti in prigione dove, secondo i legali, hanno subito trattamenti degradanti, sono stati tenuti in ginocchio ed ammanettati per ore. I quattro parlamentari italiani il cui status ha diviso la loro sorte da quella degli altri rientrano in Patria con sentimenti contrastanti. Ma con un unico auspicio: “ora siano liberati tutti”.
Il senatore Marco Croatti (M5S), il deputato Arturo Scotto (Pd), le europarlamentari Annalisa Corrado (Pd) e Benedetta Scuderi (Avs) sono stati rilasciati in mattinata ed imbarcati su un volo di linea partito da Tel Aviv e atterrato allo scalo romano intorno alle 14. Ad accoglierli anche i leader dei partiti di appartenenza, Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Bonelli. Proprio quest’ultimo informa: “c’è stato, a quanto sappiamo, uno show indecente di Ben Gvir (il ministro della Sicurezza ed esponente dell’estrema destra, ndr) davanti agli attivisti della Flotilla accovacciati a terra: sono stati insultati e definiti terroristi”.
Repubblica riporta una testimonianza secondo cui anche sull’aereo che li ha riportati in Patria i parlamentari sarebbero stati insultati da assistenti di volo e passeggeri. I quattro, appena rientrati, non entrano nei dettagli del trattamento ricevuto. Ma non nascondono timori per i loro compagni. “Siamo tremendamente preoccupati. Noi abbiamo passato una nottata molto difficile, bisogna ora portare a casa tutti”, ha spiegato Croatti, aggiungendo: “ora c’è rabbia, non sollievo, per essere tornato a casa. A chi afferma che i parlamentari siano dei privilegiati dico che proprio per il ruolo diplomatico eravamo su quelle navi. Volevamo far pesare questa carica a livello di attenzione mediatica e per estendere la possibilità di avere canali comunicativi e contatti più diretti con la Farnesina; proteggere dunque tutti”.
Di “rabbia” ha parlato anche Scuderi. “Siamo stati fermati ha ricordato in acque internazionali, sostanzialmente rapiti. Ci hanno prelevato dalle barche e ci hanno portato al porto di Ashdod, dove ci hanno interrogato e perquisito. Poi, tutti gli altri attivisti sono stati portati al centro di detenzione mentre noi parlamentari siamo stati separati da loro, condotti alla stazione di polizia in camionette diverse, sempre dotate di celle. Qui le condizioni erano molto problematiche, tra chi non aveva l’acqua, chi non poteva andare in bagno”. Sulla stessa linea Scotto: “Stiamo bene. Il nostro pensiero va ora a tutti gli attivisti, affinché siano al più presto liberati”.
Intanto, i quasi 500 componenti della spedizione umanitaria tra i quali circa 40 italiani restano in detenzione. Hanno avuto contatti con gli avvocati. “Sono rimasti per ore senza né cibo né acqua. Fino alla serata di ieri”, fa sapere il team legale italiano che aggiunge: “alcuni abusi verbali li hanno subiti sicuramente. Ma anche fisici: dal bombardamento con gli idranti al fatto che siano stati fatti salire sulle navi con i fucili puntati”.
Adalah, il team giuridico della Flotilla, informa di aver potuto incontrare 331 partecipanti della Gsf al porto di Ashdod dove stanno affrontando udienze davanti alle autorità dell’immigrazione israeliane, “Parecchi sono stati ascoltati senza averci potuto consultare”, lamenta Adalah: “sono stati costretti ad inginocchiarsi con le mani ammanettate per almeno cinque ore, dopo che alcuni avevano cantato ‘free Palestine’.
Durante la visita dei legali, il ministro della Sicurezza Ben Gvir è arrivato in quello che era chiaramente un atto di umiliazione ed intimidazione. Persone sono state filmate e sfruttate in una degradante dimostrazione di controllo”. Alcuni attivisti hanno iniziato uno sciopero della fame.
C’era un quinto politico italiano sulla Gsf, il consigliere regionale lombardo Paolo Romano (Pd). La fidanzata Lucrezia Iurlaro chiede di tenere gli “occhi su Gaza, su quanto continua a succedere. Sulla violenza e la distruzione di un popolo e della sua terra. E occhi su tutte le attiviste e gli attivisti incarcerati illegalmente in Israele. La rabbia è tanta. Non resteremo in silenzio. Chiedo a tutti di non farlo”.
ANSA