Sarà restaurato il monumento equestre al Gattamelata di Donatello: l’opera in bronzo, datata alla metà del XV secolo, è collocata sul sagrato della Basilica di Sant’Antonio di Padova e necessita di interventi urgenti di manutenzione. Lo ha annunciato la Delegazione Pontificia della Basilica di Sant’Antonio in Padova, precisando che il sostegno finanziario (circa un milione di euro) arriverà dalle organizzazioni americane senza scopo di lucro Friends of Florence e Save Venice, in particolare con il sostegno principale dei mecenati Jon e Barbara Landau, con il supporto di Stacy Simon. Sarà così possibile iniziare nel 2025 i delicati interventi di restauro del monumento, del suo basamento lapideo e dei rilievi originali.
La statua del Gattamelata è il primo monumento equestre in bronzo a grandezza naturale fuso dai tempi dell’antichità classica. Realizzato tra il 1447 e il 1453, occupa una posizione di rilievo nella piazza antistante la Basilica del Santo di Padova dove nel 1458 fu sepolto il capitano generale dell’esercito veneziano. Dalle risultanze della campagna diagnostica le superfici bronzee della statua del Gattamelata presentano forme di degrado comuni ai monumenti in lega di rame esposti all’aperto, fra i quali il cosiddetto “cancro del bronzo”, una forma di corrosione che colpisce le leghe di rame. In questo processo, il cloruro rameoso reagisce con l’acqua formando acido cloridrico, che a sua volta attacca e corrode il bronzo, intensificando la degradazione del rame.
Forse a causa della difficoltà implicita nel fondere una statua equestre di queste dimensioni, Donatello suddivise il monumento in ben 36 pezzi, aumentando così l’instabilità strutturale sia del cavallo che del cavaliere. Il basamento, in trachite e pietra d’Istria, è anch’esso deteriorato, complice l’esposizione continua alle intemperie e il degrado delle malte cementizie applicate durante un precedente intervento di restauro.
Per conto della Delegazione Pontificia, nella primavera del 2023, la ditta di restauro Nicola Salvioli ha eseguito una prima indagine conoscitiva del monumento. Le ispezioni ravvicinate hanno riguardato un approfondito controllo autoptico e al microscopio della superficie, l’endoscopia all’interno del bronzo e l’opportunità di campagna fotografica. La raccolta dei molti dati rilevabili riguardanti la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione dell’intero monumento è stata registrata graficamente su modelli 3D da cui sono state estrapolate una serie di tavole riassuntive per una prima valutazione dello stato di fatto dell’opera donatelliana. Da qui l’impegno è proseguito con l’assistenza operativa alle fasi diagnostiche condotte dal Ciba dell’Università di Padova per conto della Soprintendenza Abap padovana, individuando punti di analisi e campionando materiale da analizzare relativo alle problematiche più evidenti.
Inoltre, nell’ambito degli studi attualmente in corso per sviluppare il progetto di restauro della statua, un aspetto senz’altro rilevante è la determinazione del comportamento strutturale del monumento, tanto per definirne lo stato attuale, sia in regime statico che in caso di evento sismico, quanto ai fini della individuazione di caute procedura nelle delicate fasi di movimentazione del manufatto per l’effettuazione delle ulteriori indagini finalizzate al restauro in ambiente protetto. Sono emerse la fragilità ei segni del tempo ben visibili in alcune porzioni della statua, sia per modalità costruttive e degrado, che per possibili manipolazioni passate (ad esempio le rimozioni ed i riposizionamenti già avvenuti in periodo bellico), e proprio di tali aree sarà necessario avere particolare cura specificamente nella definizione del progetto di restauro.
Alla luce delle prove emerge durante tutte le fasi di indagine preliminare il restauro del monumento equestre del Gattamelata e al basamento appare necessario e funzionale a conservare l’opera per le generazioni presenti e future.
“A nome della Delegazione Pontificia della Basilica di Sant’Antonio esprimo la gratitudine più viva alle due Fondazioni Friends of Florence e Save Venice, per la generosità con cui hanno scelto di sostenere economicamente gli interventi che saranno necessari per prendersi cura del monumento equestre del Gattamelata ha detto padre Antonio Ramina, rettore del Santuario padovano Inutile ricordare come l’opera di Donatello sia uno dei più grandi capolavori dell’arte italiana, che merita di essere custodita anche per le generazioni a venire. Già è stato comunicato che il cammino futuro richiede la conclusione delle analisi sul monumento, in vista degli interventi di restauro che si prospetteranno, facendo tesoro di quanto già è stato compiuto dalla Sovrintendenza, l’Università di Padova e l’Istituto centrale. È con l’auspicio che si possa proseguire nel dialogo tra le diverse istituzioni che ci si augura di poter mettere a frutto le risorse che le Fondazioni metteranno a disposizione per questo obiettivo comune”.
“Da 25 anni Friends of Florence segue il percorso illuminato di Donatello. Durante i programmi che organizziamo per i nostri sostenitori spesso studiamo e visitiamo il Gattamelata di Donatello come esempio della genialità di questo artista che, con la sua arte, ha ispirato intere generazioni di scultori dopo di lui ha dichiarato Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence Siamo felici di tornare a collaborare con Save Venice, con cui abbiamo già lavorato nel 2016 in occasione dell’anniversario dell’alluvione del 1966. Con il sostegno al restauro alla statua equestre del Gattamelata, possiamo continuare questa bellissima sinergia che ci vede ancora insieme nell ‘anno dell’anniversario per i primi 25 anni di Friends of Florence e per i 50 anni di Save Venice. Siamo due fondazioni sostenute da donatori in tutto il mondo che hanno a cuore l’arte, la storia e la bellezza e si impegnano per salvaguardare il patrimonio culturale per le generazioni presenti e future. Siamo immensamente grati alla nostra donatrice e consigliera Stacy Simon, unica sostenitrice da parte di Friends of Florence e ringraziamo inoltre la Delegazione Pontificia della Basilica di Sant’Antonio, il Comune di Padova e la Soprintendenza per la disponibilità e l’accoglienza”.
“In oltre cinquant’anni di sostegno di interventi conservatori Save Venice ha avuto il privilegio di restaurare numerose opere d’arte di rilevanza internazionale ha sottolineato Frederick Ilchman, presidente di Save Venice La prossima opera in questa lunga serie — tra le sculture più celebri dell’arte occidentale — è il monumento equestre del Gattamelata di Donatello a Padova. Da tempo la nostra organizzazione è impegnata nella tutela dell’opera di Donatello, avendo finanziato nel 1972 il restauro del suo San Giovanni Battista nella Basilica dei Frari e, quest’anno, un ulteriore intervento di manutenzione. Grazie alla generosità dei nostri sostenitori, Save Venice è oggi in grado di preservare opere straordinarie non solo a Venezia, ma in tutto il Veneto. Siamo profondamente grati a Jon e Barbara Landau, il cui generoso supporto permette a Save Venice di collaborare con Friends of Florence per restaurare il Gattamelata , un capolavoro del Rinascimento italiano”.
Questa importante partnership, che di fatto consentirà di eseguire il progetto definitivo e così programmare l’avvio dei lavori nei primi mesi del prossimo anno, è stata presentata oggi in collegamento in diretta streaming dalla Sala della Stampa Estera di Roma a Palazzo Grazioli e dalla Sala dello Studio Teologico della Basilica di Sant’Antonio a Padova.
Sono intervenuti da Roma padre Antonio Ramina, rettore della Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova in rappresentanza della Delegazione Pontificia; Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence con Melissa Conn, direttrice della sede di Venezia di Save Venice; il restauratore dell’opera Nicola Salvioli – già coinvolto dalla Delegazione Pontificia nella prima indagine conoscitiva di mappatura delle problematiche del monumento – e gli ingegneri Filippo Casarin e Marco Mocellini incaricati dalla Delegazione Pontificia di individuare le procedure più opportune per le delicate fasi di movimentazione del manufatto durante le future indagini finalizzate al restauro.
In collegamento da Padova sono intervenuti Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova; Vincenzo Tinè, soprintendente Abap per l’Area Metropolitana di Venezia e le provincie di Belluno, Padova e Treviso; Giovanna Valenzano, direttrice del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova che ha inquadrato storicamente ed artisticamente l’opera.