Saviano-Mollicone, scontro social: “Invita a omertà”. La replica: “Se non sai rispondere insulti”

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Scontro a colpi di video sui social tra Roberto Saviano e il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone. “Caro Saviano, come insegna la classica propaganda comunista, quando non si sa rispondere nel merito, si scredita l’avversario, insultandolo come fai tu”. Attacca Mollicone nel video social in cui risponde alle parole di Saviano che, sempre via social, aveva commentato l’uccisione, a Palermo, del 21enne Paolo Taormina raggiunto da un colpo di pistola in testa.

Cosa ha detto Saviano

“Un ragazzo ucciso a Palermo e Mollicone, come sempre, dà la colpa alle serie tv attacca Saviano . Un invito all’omertà mascherato. Ma davvero crede che raccontare il crimine significhi promuoverlo?”. “È la solita strategia: attaccare chi mostra la realtà per non affrontarla. Nei quartieri esplodono armi e disoccupazione, ma il problema diventano i libri e le serie. La cultura non crea il male. Lo rende visibile. E solo ciò che si vede si può combattere”.

La replica del ministro

Da qui la lunga e articolata replica del parlamentare di Fdi: “Prima di tutto, ti smentisco subito: non è vero che la politica è assente. Quella maledetta notte, mi trovavo a poca distanza da dove è accaduto il feroce omicidio. Abbiamo inaugurato la stagione del Teatro Biondo di Palermo, con il suggestivo valzer del Gattopardo ai Quattro Canti. È la dimostrazione concreta che per noi solo la cultura potrà fermare la violenza tra i giovani. La rinascita della città sta seguendo, grazie all’amministrazione, proprio questo indirizzo”. E ancora: “Mi accusi, poi, perché ho osato dire che Gomorra ha mitizzato la criminalità, esaltando il mito negativo per cui girare armati, con un coltello, o sparare a un coetaneo, sia una prova di coraggio e di onore. Ma, purtroppo per te, non lo dice solo Fratelli d’Italia”.

“Don Patriciello che ha dedicato tutta la vita a Caivano alla lotta alla mafia ha detto che la rappresentazione della malavita come potere invincibile, in cui i protagonisti ottengono rispetto e successo con la violenza prosegue Mollicone ha alimentato una visione in cui la criminalità sembra l’unico percorso possibile per raggiungere il successo, superando anche la giustizia e la legalità. Gratteri, Borrelli, Cafiero de Raho – oggi eletto parlamentare del centrosinistra e molti altri magistrati hanno denunciato molti aspetti critici della serie e la hanno definita una rappresentazione mitopoietico della camorra. Persino il responsabile cultura del Partito Democratico, Sandro Ruotolo sottolinea il deputato Fdi ha evidenziato, più volte, la pericolosità di sottoporre fiction di questo tipo a ragazzi che non frequentano la scuola e non lavorano e che vengono attratti, quindi, da quel modello, prendendolo come mito positivo”.

Mollicone prosegue ancora nella replica a Saviano, ricordando che “numerosi professori universitari di sociologia e di pedagogia hanno sottolineato come, nella serie, non ci sia mai una via d’uscita dal sistema camorristico, ma solo la lotta insanguinata, a tratti tribale, tra i vari esponenti del male, in cui il bene non esiste. Eppure, secoli di fiabe in cui il bene vince sul male dovrebbero insegnarti qualcosa. Ti consiglio di andare a rileggere le fiabe di Calvino, di cui oggi ricorre l’anniversario della nascita”. E ancora: “Sbagli anche quando citi le altre serie televisive simili: il commissario Cattani della Piovra, interpretato da Placido, rappresenta un eroe positivo che combatte instancabilmente contro la mafia siciliana e la batte. La serie presenta una rappresentazione forte e positiva dello Stato. Giovanni Falcone stesso si complimentò per la veridicità della sceneggiatura, testimoniando l’aderenza della serie alla realtà della lotta antimafia”.

“In Gomorra osserva nessun personaggio rappresenta la giustizia e la legalità. In Romanzo Criminale lo Stato è presente, ma sostanzialmente impotente. E, persino qui, ci sono personaggi positivi – come il Commissario Scialoja che rappresentano i servitori delle istituzioni che credono nella giustizia, tentano di fermare la banda della Magliana e la smantellano. In Gomorra, tutto questo, non c’è. In Gomorra, è rappresentato un male assoluto, infernale, e senza speranza. dove avvengono esecuzioni alla luce del giorno, guerre tra clan e violenze estreme. Per tutti questi motivi, è un modello sbagliato: lo confermo”.

“C’è chi scrive libri plagiando qua e là articoli di cronaca, come dimostrano le sentenze della Corte di Cassazione che ti hanno giudicato colpevole e chi lavora per il rilancio del Sud, intervenendo nelle zone più difficili con piani specifici di sicurezza e investimenti grazie all’impegno coraggioso di sindaci di destra e centrosinistra. Il successo del Piano Caivano voluto dal Presidente Meloni e lo storico traguardo del 50,1% di occupazione al Sud sono fatti indiscutibili. In conclusione, una postilla. La tua ‘modestia’, come sempre conclude mi ha lasciato ‘stupefatto’: ma paragonare la tua scrittura ai capolavori di Zolà, Baudelaire e Shakespeare è davvero troppo anche per te”.