Siria, ribelli controllano oltre la metà di Aleppo. Raid aereo Russia. Migliaia di civili in fuga

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(Adnkronos) I ribelli siriani controllano più della metà di Aleppo. Le forze armate siriane riconoscono l’avanzata dei gruppi armati, capeggiati da Hayat Tahrir al-Sham. Sull’intera area è stato imposto il coprifuoco. Il ministero della Difesa ammette che nei giorni scorsi i gruppi armati, “sostenuti da centinaia di terroristi stranieri”, hanno lanciato un attacco contro le città di Aleppo e Idlib e parlano di “battaglie feroci” in attesa di “rinforzi”.  

Decine di soldati, fedeli a Bashar al-Assad, sono caduti nell’offensiva. “Durante i combattimenti decine di unità delle nostre forze armate sono state uccise e altre ferite afferma il ministero . Il gran numero di terroristi e i molteplici fronti hanno portato le nostre forze armate ad attuare un’operazione di ridispiegamento destinata a rafforzare le linee di difesa per assorbire l’attacco, tutelare le vite di civili e militari e preparare un contrattacco”.  

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che il gruppo jihadista Hayat Tahrir al Sham e altre fazioni armate alleate controllano più della metà della città di Aleppo, capoluogo dell’omonima provincia (nord), dopo un’offensiva su larga scala contro le forze governative siriane. I ribelli armati hanno affermato di aver preso il controllo della Grande Moschea di Aleppo e della storica cittadella. I militanti sono riusciti a entrare in piazza Saadalá al Jabri, la piazza più importante della città, secondo le informazioni raccolte da Al Jazeera. 

Almeno quattro persone sono morte nelle prime ore di stamattina in seguito a un attacco aereo russo contro una caserma militare situata ad Aleppo, capitale dell’omonima provincia siriana, nel nord del Paese. Un caccia russo ha lanciato tre missili contro un quartier generale militare situato alla periferia della città, nella zona rurale di Aleppo nord, in cui si trovava un gruppo dei membri della “Forza congiunta affiliata all’Esercito nazionale sostenuto dalla Turchia”. In seguito all’attacco, è stato distrutto il quartier generale e diversi veicoli militari, come precisato dalla stessa organizzazione, con sede a Londra.