Stallo Consulta, Maiorino (M5s): “La maggioranza non pretenda di scegliere i nomi dell’opposizione”

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“Siamo in stallo. Raggiungeremo una quadra quando dalla maggioranza smetteranno di pretendere di scegliere anche i nomi in capo alle opposizioni”, nella rosa dello scenario 2+1+1 (due giudici costituzionali alla maggioranza, uno alle opposizioni ed un tecnico). “La terza casella è già stata assegnata (a un candidato del Pd ndr). Resta la quarta, per cui noi abbiamo proposto una terna di costituzionaliste. Ed il fatto che il problema sia la quarta casella e non la terza, dovrebbe dirla lunga…”. Così Alessandra Maiorino, membro della Commissione affari costituzionali al Senato, interviene con l’Adnkronos sull’impasse parlamentare relativo alla nomina dei giudici costituzionali dopo l’ennesimo rinvio della convocazione delle Camere la settimana scorsa ed individua tra i nodi non ancora sciolti la quadra sul nome del candidato di Forza Italia e sul quarto, in quota tecnico/indipendente; oltre che i malumori di sottofondo fra le forze politiche sui candidati finora dati per certi: Francesco Saverio Marini, in quota Fdi e Massimo Luciani, in quota Pd.

Quale è la vostra terna di nomi per la quarta casella? “Beh non posso rivelarli, dato che spero che ancora almeno una donna passi. Ma sono tutte costituzionaliste di alto profilo. Mentre ci sono sempre uomini a cui tutto è dovuto…E che altrimenti si fanno venire la crisi isterica…”, chiosa la Parlamentare. Perché una sola donna e non quattro? “Non me lo dica che mi viene l’orticaria risponde Glisso. Ogni volta sembra che candidare una donna sia l’assolvimento ad un dovere. Noi siamo stati gli unici a sottoporne una terna”. Quindi allo stato o Forza Italia candida una donna e saliamo a quota due, o a Palazzo della Consulta arriverà nel quartetto una sola giudice costituzionale? “Esatto. Ed aggiungo anche che alla maggioranza sembra non stia bene la nostra terna. Ma non è altro che una scusa, dato che le costituzionaliste che abbiamo individuato sono esperte non politicizzate”. Dulcis in fundo “c’è anche l’impasse Marini: non tutti nel nostro gruppo pensano di riuscire a scrivere quel nome. Quindi c’è uno stallo. Spero ancora possa sbloccarsi…”.

Sa che l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga il 7 novembre del 1991 prefigurò l’ipotesi di uno scioglimento delle Camere per la paralisi del Parlamento rispetto all’obbligo costituzionale di eleggere un giudice costituzionale mancante? “Decisamente è un obbligo costituzionale. Ma anche la libertà delle opposizioni di indicare nomi lo è. Non possono essere tutti appannaggio della maggioranza”, replica. Sa che il costituzionalista Andrea Pugiotto indica come risolutivi nell’elezione dei giudici costituzionali da parte del Parlamento gli “spazi di autonoma determinazione alla volontà dei parlamentari (com’è accaduto più volte, ad esempio, nelle votazioni ad oltranza per l’elezione del Presidente della Repubblica)”? Anche se ormai certe libertà suonano desuete…”, conclude Maiorino. (di Roberta Lanzara)