(Adnkronos) – Mettere velocemente fine alla guerra in Ucraina, come promette di essere in grado di fare da quando è iniziato il conflitto, costringendo Kiev a cedere Crimea e Donbass, premiando quindi Vladimir Putin e condonando la sua violazione di confini riconosciuti a livello internazionale. E’ questo il piano che Donald Trump prepara in vista di un suo ritorno alla Casa Bianca, secondo quanto rivela il Washington Post citando fonti informate sui colloqui che l’ex presidente sta avendo in modo riservato con i suoi consiglieri ed alleati.
La campagna di Trump ha bollato le rivelazioni del quotidiano americano come “fake news”, affermando che il tycoon non articolerà nessun piano di pace fino a quando non si sarà insediato di nuovo alla presidenza e potrà valutare tutte le opzioni. “L’intera cosa è una fake news del Washington Post, l’hanno completamente inventata” ha detto il portavoce di Trump, Jason Miller, al New York Post. Il giornale però poi ha aggiunto che “il presidente Trump sta solo dicendo di fermare le uccisioni, Joe Biden parla di continuare le uccisioni”.
Parole che suonano come un riferimento al fatto che Trump stia spingendo l’ala estremista a lui fedele alla Camera a bloccare ormai da mesi il pacchetto di aiuti militari Usa, per un totale di 70 miliardi di dollari, provocando l’interruzione di forniture militari con il risultato di favorire la Russia sul campo di battaglia.
Gli analisti che affermano che, nonostante l’attivismo degli alleati europei per aumentare la produzione bellica, la capacità di combattere di Kiev sarà sempre più compromessa se Trump riuscirà a continuare a bloccare l’approvazione degli aiuti militari Usa.
Secondo il Post, in colloqui riservati Trump ha espresso la convinzione che sia la Russia che l’Ucraina “vogliono salvare la faccia, vogliono una via di uscita” e che le popolazioni di alcune parti dell’Ucraina sarebbero d’accordo ad essere parte della Russia. Il riconoscimento da parte di Washington, ed eventualmente dalla comunità internazionale, dell’annessione russa di Crimea e Donbass rafforzerebbe quindi il regime di Putin dopo quella che viene considerata la più grande guerra di terra in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Le fonti citate dal Post riportano che alcuni degli alleati di Trump stanno sconsigliando l’ex presidente dal perseguire questo piano. “Spendo il 100 per cento del tempo che trascorro con Trump parlando dell’Ucraina”, ha dichiarato Lindsey Graham, senatore repubblicano, un tempo avversario ora grande alleato di Trump, convinto sostenitore della causa ucraina.
Putin “deve pagare un prezzo, non può vincere alla fine di tutto questo”, ha aggiunto il senatore che a Trump ha spiegato che non si può invece premiarlo con le annessioni. “Il modo in cui si conclude questa guerra è garantendo che l’Ucraina entri nella Nato e nella Ue”, ha detto ancora Graham che però ammette che l’ex presidente “non dice molto a riguardo, non so se abbia riflettuto molto su questo”.
Nonostante le smentite dalla campagna di Trump, che allo stesso Post ha detto che “ogni illazione sul piano del presidente arrivano da fonti anonime e disinformate che non hanno idea di quello che succede o succederà”, gli analisti considerano lo scenario in linea con l’approccio che il tycoon ha avuto nei suoi quattro anni alla Casa Bianca. Nel gestire la politica estera ha mostrato di preferire i summit mediatici ai dettagli politici, fidando nelle sue capacità negoziali e mostrando insofferenza verso i convenzionali protocolli diplomatici.
Senza contare la ben nota e più volte espressa ammirazione per Putin e la sua intelligenza, anche riguardo al modo in cui ha gestito la guerra in Ucraina, e più recentemente il modo in cui Trump ha evitato di criticare il presidente russo per la morte di Alexei Navalny. E il fatto che non abbia mai chiesto il rilascio di Evan Gershkovich, il giornalista del Wall Street Journal che l’amministrazione di Joe Biden considera ingiustamente detenuto da un anno in Russia senza processo o incriminazioni formali.
Non bisogna dimenticare poi che Trump ha sempre negato ogni interferenza dei russi in suo favore durante le elezioni del 2016 che sono state poi al centro del Russiagate. Al centro del primo impeachment di Trump c’e’ stata proprio l’Ucraina, in particolare gli aiuti militari che anche l’allora presidente bloccava, per costringere l’appena eletto Volodymyr Zelensky ad avviare un’indagine su accuse di presunta corruzione di Biden a Kiev.
“L’inspiegabile ammirazione di Trump per Putin, insieme alla sua ostilità senza precedenti per la Nato, non possono dare all’Europa o all’Ucraina nessuna fiducia in sue trattative con la Russia”, ha detto Tom Donilon, che è stato consigliere di sicurezza nazionale di Barack Obama, definendo le recenti parole con cui “Trump ha incoraggiato la Russia a fare quello che vuole con gli alleati europeo, una delle dichiarazioni più sconvolgenti e pericolose fatte da un candidato alla presidenza”. “Le sue posizioni rappresentano un chiaro pericolo per la sicurezza degli Usa e dell’Europa”, ha concluso.