Zuccalà ‘Ambasciatore eccellenza italiana’

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Sabrina Zuccalà, presidente del laboratorio internazionale di nanotecnologie ‘4ward360’, sarà premiata con la consegna del premio “Ambasciatori dell’Eccellenza Italiana nel Mondo” durante il Congresso Federitaly 2025, in programma il 20 e 21 febbraio a Napoli. Questo prestigioso riconoscimento sarà conferito a imprenditori e personalità italiane che si sono distinte nella valorizzazione del Made in Italy in diversi settori. Da anni, il laboratorio è attivo nel settore dei nanomateriali applicati ai beni culturali, impegnandosi a ottenere risultati significativi nella ricerca per la conservazione. “Dopo le applicazioni in nanotecnologia negli anni eseguite su alcuni reperti – afferma Zuccalà – come l’Esercito di Terracotta in Cina, quelli sul Relitto Navale di Marausa o quello sui tessuti dell’abito del musicista Toscanini, stiamo cercando di migliorare sempre la ricerca sui nanomateriali per essere sempre più performanti sui Beni Culturali, che rappresentano la nostra storia e la nostra identità, e sono il punto di forza del turismo culturale. In particolare, è stato interessante il lavoro sul relitto della nave di Marausa, una nave oneraria risalente al IV secolo d.C., recuperata dopo oltre 1700 anni a 150 metri dall’estuario del fiume Birgi. Questo relitto rappresenta uno dei reperti navali più interessanti della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. “Sono estremamente soddisfatta del risultato ottenuto sul relitto di Marausa, ha dichiarato ancora Zuccalà-. “Il mio laboratorio ha sviluppato un prodotto specifico per la conservazione e la protezione della superficie del relitto dai danni causati dal tempo, dai raggi UV, dagli insetti xilofagi e dalle condizioni ambientali sfavorevoli che potrebbero influenzare l’esposizione museale. Ci siamo affidati alla scienza per ottenere risultati migliori nella conservazione dei beni culturali, soprattutto per quanto riguarda i reperti archeologici sommersi.

Le nanotecnologie applicate al legno hanno dimostrato di creare una nanostruttura di particelle schermanti, consentendo una separazione efficace tra il materiale e l’ambiente. “Abbiamo constatato continua Zuccalà che il trattamento con i nanomateriali ha provocato un cambiamento nella tensione superficiale del materiale ligneo. Questo ha permesso al legno di non subire un eccessivo apporto di umidità durante lo scambio d’aria con l’esterno, simile a quanto potrebbe verificarsi durante un’esposizione museale”. “Siamo certi della bontà dei risultati ottenibili con queste tecniche, ha aggiunto Zuccalà. Durante l’intervento di restauro della nave di Marausa, è stata anche eseguita una scansione TMC (scansione tomografica) a 128 strati per verificare le condizioni del legno. Questa è stata la prima volta in Italia che viene effettuata un’indagine scientifica così approfondita su reperti lignei di navi rimaste sommerse per secoli nei fondali marini, con l’obiettivo di formulare un intervento conservativo attraverso l’applicazione delle nanotecnologie”.

“Da sempre – spiega Zuccalà – siamo molto impegnati nel preservare i Beni Culturali nel mondo, è ormai una nostra vocazione imprescindibile. La nostra è una missione sociale, un passo importante per la promozione delle nostre eccellenze culturali all’estero. Grazie alla nano materia possiamo attirare investitori e sviluppare progetti di turismo culturale innovativo per far crescere l’economia e l’occupazione dei nostri territori, soprattutto nei piccoli borghi, così ricchi di bellezza e beni culturali, ma abbandonati a causa della lontananza dai centri decisionali del potere”.